MACHERIO: MA QUESTA E' POLITICA?

- Ho letto sul vostro giornale, come su altre testate locali, della polemica sorta tra i consiglieri di opposizione e gli amministratori comunali. All’inizio credevo di aver capito male ma, dopo essermi stropicciato gli occhi, mi sono persuaso che davvero si chiedevano le dimissioni del sindaco e dell’intera giunta, nonché il licenziamento del segretario comunale. Il tutto per una questione di mascherine ravvicinate e di una battuta catturata in un fuorionda. Chiedo: con quello che sta succedendo, non si trova di meglio che litigare su questo? È questa la politica? g.s.

No, non è questa la politica. Se lei, come gli altri lettori, ha sentito, come si usa dire, le due campane, confrontando le diverse valutazioni dei fatti, si sarà fatto un’idea sull’accaduto, sul quale non vogliamo ripeterci. La aggiorniamo solo sul dopo. I consiglieri di opposizione sono di nuovo tornati alla carica, rinunciando questa volta alla richiesta di dimissioni del sindaco, ma insistendo su quelle degli assessori. Il consiglio comunale ha respinto la richiesta con otto voti contro tre, mentre il consigliere di Fratelli d’Italia, pure all’opposizione, si è astenuto. Questi i fatti. 

Se posso aggiungere una mia opinione personale, le dico quello che farei io, che sono stato all’opposizione per vent’anni, una circostanza drammatica come questa interminabile pandemia. Fossi un consigliere comunale, ma fossi - mettiamo - il leader nazionale dell’opposizione, andrei dal sindaco, o dal presidente del consiglio, e direi papale papale: finché dura questa situazione, depongo ogni arma polemica e dichiaro la mia disponibilità a qualunque iniziativa rivolta a lenire le sofferenze della cittadinanza. 

Naturalmente, in tutte le altre decisioni che non riguardano il covid, la mia parte deciderà di volta in volta. Altrettanto naturalmente, un minuto dopo l’auspicata scomparsa del virus, riprenderemo a opporci con tutte le nostre energie e la nostra capacità polemica. Non sono più né consigliere né assessore né sindaco e non sono mai stato leader di niente, ma assicuro lei e i lettori che questo è stato ed è il mio concetto di politica. Sono convinto lo sia di tanti altri. 

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Al direttore, in quanto gli articoli non firmati o sono attribuibili, come usa nei giornali, direttamente a lui, o comunque lui ne è responsabile. L’articolo intitolato “La parola al centrodestra” ripropone gli interventi del gruppo più rappresentativo dell’opposizione in modo non so se più distorto o squallido. Nell’uno o nell’altro caso non mi è parsa una gran trovata. 

e.r.

Franchezza per franchezza. L’articolo in questione in realtà non era un articolo, ma un semplice copia e incolla, senza nessuna aggiunta e tantomeno invenzione, di quanto si può leggere sul sito ufficiale del Centrodestra per il cambiamento.

Basta controllare e confrontare. Di altro c’erano solo alcune righe di introduzione, che specificavano essere, la mia, “un’opinione, non necessariamente condivisibile” e, proprio per questo, lasciavo tutta la pagina direttamente all’elenco degli argomenti trattati dal 2018 ad oggi dal Centrodestra. 

Alla fine, mi sono permesso altre nove righe e mezza, concludendo che “la democrazia è fatta di partecipazione, e anche di ironia”. Evidentemente non avevo calcolato che l’ironia è una merce rara. 

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- Era il caso, proprio quest’anno, di sprecare soldi per le luminarie natalizie?

 l.m. 

Sì, era il caso. Ancor più quest’anno. I soldi (pochi, per la verità) investiti nel dare un po’ di luce, di vita, di serenità ai Macheriesi, sono tanto più ben spesi quanto meno ci si vuole rassegnare al buio che l’epidemia ci vuole imporre.

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