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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

MACHERIO, FERMIAMO IL FEMMINICIDIO

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“ Avete tolto il senso alle parole”. Togliere il senso alle parole, e con il senso privarle del loro peso, depotenziarle, banalizzarle, scordare l'enorme responsabilità che porta con sé il pronunciarle. Oggi siamo in piazza per denunciare ancora una volta l'insopportabile violenza a cui sono sottoposte le donne, anche nel nostro paese. Secondo l'ISTAT e il Ministero delle Pari Opportunità, sono circa 7 milioni le donne che, lo scorso anno, hanno denunciato violenze di ogni tipo da parte degli uomini. 7 MILIONI!!! E molte di più sono le donne che tacciono, per paura, per vergogna, per senso di colpa. Questi numeri ci parlano di una diffusione del fenomeno capillare, nessun territorio escluso, nemmeno la ricca e avanzatissima Brianza, da cui provengo io. Non si può fingere di non vedere, di non essere coinvolti. Non si può non interrogarsi su quale terreno gli episodi di violenza quotidiana si consumino, perchè il problema è evidente, non è più il singolo att

MACHERIO, A SPASSO IN FAMIGLIA

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Abbiamo, pochi mesi fa, presentato su questo giornale una iniziativa nuova, importate aperta ad ulteriori sviluppi. Già nel suo nome sono compresi i due elementi fondamentali: FamilyCai, cioè la montagna per famiglie. Nata da un passaparola, messo in moto da un papà macheriese in compagnia di un amico vedanese, prendendo spunto da una esperienza simile maturata nell'ambiente del Cai di Lecco, la proposta ha raccolto in fretta  adesioni al di là di ogni aspettativa.  Ora è stata apprezzata dal presidente Nazionale Cai: un riconoscimento veramente prestigioso. Il mese scorso in un appuntamento aperto a tutti, il progetto anziché trascorrerlo in montagna, è stato proposto in pianura: al Parco di Monza. A rispondere all'appello sono stati davvero in tanti: si sono contate ben centocinquanta persone, tra genitori e figli. A rievocare l'evento sono due sono due cronisti d'eccezione: i figli di due tra le famiglie più intraprendenti dela FamilyCai:  

MACHERIO, OTTOBRE IL MESE LETTERARIO

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È ormai quasi assodato che negli ultimi decenni, con la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, stiamo assistendo ad una progressiva e pericolosa perdita d’importanza della cultura letteraria. Soprattutto tra i giovani, si sta diffondendo, la convinzione che la lettura dei libri, sia qualcosa di inutile, come sostengono i dati Istat in cui evidenziano che la fascia dei ragazzi adolescenti/giovani cioè il nostro futuro rientrano nella lista più alta dei non lettori.    In questo costante arretramento formativo diventa fondamentale che la cultura nel senso più largo del termine ritrovi il suo ruolo centrale nella società e nelle nostre vite, diversamente gli effetti potrebbero essere molto gravi sotto il profitto educativo, a quello della appartenenza della comunità e in modo particolare una mancanza di un proprio pensiero lasciandosi trasportare da un pericoloso pensiero unico.  Nel mese di ottobre come avviene da almeno diversi anni, nel nostro paese di Macher

MACHERIESE, UN BAREGGESE A BRESCIA

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Domenica 8 ottobre, in nome di un'amicizia profonda, ancorché relativamente recente, ho avuto l'onore di essere invitato dal nuovo vescovo di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada, alla S. Messa con rito di immissione, celebrata nella Cattedrale della città in piazza Paolo VI. Il direttore di questo giornale, avendolo saputo, mi ha sollecitato (“imposto”?) a scriverne. Lo faccio (un po' obtorto collo!?) con pudore, con il pudore che si deve avere per le cose più grandi di noi. La (mia) prima impressione è la magnificenza della funzione, la ricchezza dei paramenti che intimorivano e affascinavano i presenti, non più abituati a tale sfarzo. Ho la presunzione di credere che monsignor Pierantonio si sia sentito un po' schiacciato da tutto ciò, ma, com'è suo costume, abbia accettato e si sia sottoposto alla tradizione del rito, per rispetto verso la nuova Diocesi ed i suoi fedeli. La (mia) prima considerazione, presuntuosa, ma convinta, è che “don” Pieran

MACHERIO, DIECI ANNI DI CPF

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Qualche settimana fa il Centro Polifunzionale per la famiglia di Macherio, meglio noto come CPF, ha compiuto dieci anni. L’anniversario è occasione per fare bilanci e guardare al futuro. Lo facciamo con la responsabile Simona Bianchi, la coordinatrice di alcuni servizi Chiara Pagnesi e gli educatori Ilaria Tasselli e Fabio Toffetti. Tornando al 2007, com’è nato il CPF e quali sono le sue finalità? Il Centro Polifunzionale per la Famiglia di Macherio è uno spazio di incontro e di scambio per le famiglie del territorio progettato e gestito dall'ATI Gra.di.Sol, che riunisce le cooperative sociali La Grande Casa, Diapason e Solaris, in collaborazione con i tredici comuni dell'ambito. I nostri servizi sono rivolti a tutte le famiglie con bambini, adolescenti e giovani adulti, non solo a quelle che vivono particolari situazioni di fragilità. Non siamo il luogo del disagio, ma della condivisione, del sorriso, dell’incontro. Qui al centro trovano spazio e convivono i serviz

MACHERIO, I NOSTRI MIGRANTI

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Vorrei fare chiarezza sulla situazione dei migranti macheriesi anche per rispondere alle tante domande che si pongono i cittadini. Il primo gruppo è arrivato ormai da quasi due anni e alloggia in una casa privata il cui proprietario ha stipulato un regolare contratto d’affitto con la Cooperativa che si è aggiudicata il bando di gara indetto dalla Prefettura. Sono otto ragazzi, non gli stessi che lì risiedevano precedentemente.  Gli attuali residenti fanno parte di un progetto SPRAR a cui l’Amministrazione comunale ha aderito lo scorso anno.  La motivazione di tale scelta, condivisa insieme ad altri comuni della zona, tra cui Desio, è stata dettata da alcuni principi che si concretizzano nell'organizzazione e nei contenuti di tale progetto che prevede stage lavorativi presso aziende o cooperative con l’obiettivo di avviare questi ragazzi verso un percorso di autonomia.  Sono quindi giovani che lavorano, oltre a frequentare i corsi di italiano per perfezionare o imparare