MACHERIO, DIECI ANNI DI CPF


Qualche settimana fa il Centro Polifunzionale per la famiglia di Macherio, meglio noto come CPF, ha compiuto dieci anni. L’anniversario è occasione per fare bilanci e guardare al futuro. Lo facciamo con la responsabile Simona Bianchi, la coordinatrice di alcuni servizi Chiara Pagnesi e gli educatori Ilaria Tasselli e Fabio Toffetti.

Tornando al 2007, com’è nato il CPF e quali sono le sue finalità?
Il Centro Polifunzionale per la Famiglia di Macherio è uno spazio di incontro e di scambio per le famiglie del territorio progettato e gestito dall'ATI Gra.di.Sol, che riunisce le cooperative sociali La Grande Casa, Diapason e Solaris, in collaborazione con i tredici comuni dell'ambito. I nostri servizi sono rivolti a tutte le famiglie con bambini, adolescenti e giovani adulti, non solo a quelle che vivono particolari situazioni di fragilità. Non siamo il luogo del disagio, ma della condivisione, del sorriso, dell’incontro. Qui al centro trovano spazio e convivono i servizi per la prima infanzia di Altro Tempo (uno spazio gioco aperto tutte le mattine e un Centro Prima infanzia), il caffé Pedagogico, aperto tutti i pomeriggi e a disposizione delle famiglie, la comunità diurna Piccolo Puzzle, Il Centro Clinico, il Doposcuola e due mini-appartamenti per l’Avvio all’Autonomia.

Quanti educatori lavorano al CPF?
Sono una ventina gli educatori che usano il CPF come base d’appoggio per svolgere attività educative, più altri venti che si occupano dei servizi propri del CPF. Molti dei nostri servizi sono nel tempo cambiati adattandosi, quando possibile, ai nuovi bisogni presentatici dalle famiglie che frequentano il Centro. Una nostra caratteristica organizzativa è la flessibilità nel riadattare progetti o trovare soluzioni. Per farle due esempi abbiamo ideato “Tempo di vacanze”, campi estivi e invernali, per i genitori che lavorano e che, con la chiusura delle scuole, non sanno dove lasciare i figli. Oppure il Centro Prima Infanzia, nato dall’esigenza dei genitori dei bimbi tra 6 e 36 mesi che lavorano part time di avere un luogo educativo in cui lasciare i bambini permetterndo loro di sperimentare le prime autonomie. Come può notare è un meccanismo che parte dal basso, dal dialogo costante e quotidiano con le famiglie.

In questi dieci anni com’è cambiata la famiglia?
È una domanda complessa che proveremo a semplificare. La crisi economica ha certamente messo a dura prova la tenuta delle relazioni e crea sempre un po’ di stupore sentire che le famiglie con maggiori difficoltà siano proprio quelle italiane. La nostra “tribù” ovviamente è diventata nel tempo più multietnica, trasformazione che qui non ha creato particolari difficoltà. Altro dato significativo è la maggiore presenza dei padri nella vita e nella cura dei bambini, fino a qualche anno fa qui erano veri e propri “animali mitologici”. Abbiamo inoltre notato l’infrangersi di un tabù: le richieste per il centro clinico, ora dotato di psicologi e pedagogista, prima giungevano prevalentemente dal comune mentre ora anche dalle famiglie e dalle scuole. Il ricorso all’aiuto, al supporto dello psicologico non è più stigmatizzato come un tempo.

Ci sono  altre associazioni che frequentano le stanze del centro?
Sì, c’è il GAS di Macherio (Gruppo Acquisto Solidale) che si riunisce in questi spazi per discutere proposte e organizzare le proprie attività, così come il gruppo di preghiera Atti 17.11 e i Professionisti solidali. La Cooperativa Diapason, con il progetto “Nuovo Giardino”, trova qui un ambiente neutro per favorire l’incontro tra figli e genitori che, per una ragione o per un’altra, non hanno la possibilità di frequentarsi regolarmente o perché in affido o perché in comunità. C’è molta reciprocità tra noi e queste associazioni. Il Gas destina parte dei suoi acquisti alle nostre famiglie in appartamento; un genitore dei professionisti solidale, il cui figlio frequenta il CPF, ha montato gratuitamente alcuni di questi mobili. Questa reciprocità è molto importante perché, come intuisce, favorisce l’instaurarsi di rapporti di fiducia.

Qual è il bilancio di questi primi dieci anni e quali sono i progetti per il futuro?
Il CPF è diventato sempre più un luogo di incontro e confronto per le famiglie, un luogo che prima non esisteva. Di certo, pensando al futuro, cercheremo di rimanere fedeli alla nostra volontà di aprirci e comunicare con le altre realtà del territorio. Nell’immediato futuro dobbiamo però segnalare una “Cena con Delitto” in programma il 27 ottobre. Potrebbe essere, per chi lo volesse, un’ottima occasione per cominciare a conoscerci. Per saperne di più si può passare al CPF, in via Visconti di Modrone vicino al comune e alla scuola dell’infazia oppure guardare il sito www.cpf-macherio.it o la nostra pagina Facebook.

A cura di Coviello Lucia Grazia





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