MACHERIO: SI E NO
Macherio ha conquistato titoloni
e lunghi articoli di cronaca per
quella che la stampa ha chiamato “la banda dello spaccio”.
Sono rimasto sorpreso per non
avere letto neppure una riga su
un giornale locale come Il Paese.
E sì che ne avreste riempite
di pagine!
- Non abbiamo pubblicato e non
pubblicheremo niente di simile.
È una regola, una nostra regola interna che ci siamo dati alla
nascita del giornale, a cui non
derogheremo adesso che abbiamo quarant’anni.
Nessuno ci obbligava, ma abbiamo scelto alcuni sì e alcuni
no. Niente cronaca pettegola,
per rispetto alla nostra dignità.
Niente cronaca scandalistica,
per rispetto alla dignità di quelle famiglie che potrebbero essere identificate.
È un limite? Certo, ma è un limite di cui siamo consapevoli, come siamo consapevoli che
ci può costare un po’ di copie
vendute in meno.
Ma non non
siamo nati per soddisfare queste curiosità. Ci pensano, egregiamente, altri.
Noi siamo nati con altre finalità:
1) Recuperare il passato di Macherio.
Da qui le ricerche storiche, le foto
d’epoca, le espressioni dialettali,
i ricordi della vita, delle persone, degli ambienti di una volta.
2) Riflettere sul presente di Macherio.
A DOMANDE SEMPLICI, SEMPLICI RISPOSTE
Le informazioni sull’attività amministrativa, le interviste, le inchieste, le statistiche, permettono ai
lettori di farsi un’idea approfondita della nostra comunità.
3) Preparare il futuro di Macherio.
Non siamo indovini, ma ci sentiamo in obbligo di proporre argomenti che possano servire ai
nostri nipoti, a partire dalle analisi sull’ambiente.
Che poi siamo o meno riusciti
a tener fede a questi nostri antichi e mai rinnegati propositi, lo
devono dire i lettori. A giudicare
dalla loro fedeltà, parrebbe di sì.
Come mai quest’anno il Comune non ha distribuito i sacchetti
per l’umido? Non è un involontario tornare indietro nella raccolta differenziata?
L’umido va separato dagli altri
rifiuti e messo in sacchetti biodegradabili, che andranno a smaltimento insieme al loro contenuto. Per questo, per evitare che si
usassero contenitori di altro materiale, venivano forniti direttamente dal Comune.
Oggi tutti gli esercizi commerciali devono, per legge, usare
sacchetti biodegradabili.
Di conseguenza, è diventato superfluo
distribuirne altri.
È una questione, prima ancora
che economica, educativa. Sarebbe paradossale da una parte impegnarsi a differenziare per
non sprecare, dall’altra sprecare
proprio nella stessa operazione.
Buttare i sacchetti avanzati è una
contraddizione in termini.
In più, ogni risparmio per il Comune è un risparmio per i cittadini. Il servizio di raccolta e
smaltimento dei rifiuti deve, per
legge e per buonsenso, garantire il pareggio economico. Cioè:
quanto esce in costi, tanto deve
entrare in tasse. E le tasse le pagano i cittadini.
A Macherio ogni anno vengono
impegnati circa 700 milla euro.
Qualque migliaio di euro in più
per continuare a fornire anche i
sacchetti per l’umido non sarebbe un dramma; ma sarebbe un
controsenso.
Infine, se una famiglia dovesse
comprare sacchetti per un anno
intero, affronterebbe una spesa
di 1 euro o poco più. In diversi
Comuni sono i cittadini a dover
acquistare tutti i sacchi, ad eccezione dell’ecuosacco per il motivo che il possessore deve essere
rintracciabile.
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