MACHERIO: SCUOLA OLTRE L'OCEANO


Una scuola italiana di inglese situata in un piccolo paese d’Italia è riuscita a internazionalizzarsi, venendo a contatto con realtà che vanno al di là del nostro stivale e che riguardano il mondo intero e più nello specifico, New York. É la Hampton School di Macherio, una scuola a tutti gli effetti, che si occupa di insegnare la lingua inglese a tutti i livelli; la scuola propone corsi, sia destinati ai bambini dall’asilo sia destinati ai ragazzi delle superiori o dell’università, ma anche rivolti a adulti di ogni età; infatti, i più grandi alla Hampton School hanno anche più di ottant’anni. 

La scuola conta centosessanta iscritti, tutti gestiti dalla sua unica insegnante, Emanuela Mariani, che ha nelle esperienze lavorative anche la professione di interprete presso la scuola Silvio Pellico di Milano e di responsabile al dipartimento Oxford di Monza, dove si preparano gli iscritti a perseguire certificazioni, quali ad esempio PET o FIRST per i ragazzi delle superiori, che sono importanti per il loro futuro lavorativo e professionale. I ragazzi della Hampton School, tuttavia, partecipano anche ad un’altra grande iniziativa che servirà negli anni a venire. È il Progetto ONU, un’iniziativa presso le Nazioni unite di New York. 

“La nostra è l’unica scuola italiana che ha partecipato alla conferenza ONU organizzata dall’università di Harvard” spiega la professoressa Emanuela Mariani. “La conferenza è organizzata in diversi comitati e ognuno di questi è composto da centoventi ragazzi circa, provenienti da tutto il mondo. In ogni comitato si discuteva di un determinato TOPIC (un argomento) che riguardava i più caldi problemi del pianeta, come ad esempio la situazione delle donne in Eritrea o la disputa tra Cina e Stati Uniti e nel complesso sono molti. In ogni comitato quindi si cercava di trovare delle soluzioni per fronteggiare tali problemi; queste soluzioni venivano successivamente votate e se approvate venivano viste dai delegati ONU in persona.” 

Un’opportunità straordinaria per i ragazzi della Hampton School che hanno avuto modo di interagire con ragazzi provenienti da tutto il mondo. “I miei ragazzi erano in totale trentadue e si sono divisi in diciassette comitati confrontandosi con ragazzi che provenivano ad esempio dall’India, dalla Cina e dalle Americhe, ma in generale da tutti i paesi del mondo; ogni ragazzo nei comitati era delegato dall’ONU a rappresentare un paese facente parte dell’organizzazione; e rimanevano connessi in videoconferenza, rappresentando quel dato paese, tutta la notte; il collegamento della conferenza era impostato con il fuso orario di New York. 

Questa è un’esperienza che può servire per il futuro dei miei ragazzi e sicuramente non mancheranno le presentazioni nelle loro scuole su un tale evento, che tra l’altro può valere come esperienza scuola-lavoro.” Abbiamo anche la testimonianza di due ragazze delle superiori che hanno partecipato alla conferenza: sono Giulia e Matilde, che rappresentavano rispettivamente Cuba e Germania e si sono distinte per aver proposto soluzioni efficienti per uno dei problemi più importanti, “il fracking”, ovvero una tecnica molto criticata nel mondo per estrarre gas e petrolio. 

Questo metodo sfrutta la pressione dei liquidi per provocare delle fratture negli strati più profondi del terreno ed è un metodo criticato per il negativo impatto ambientale che ne consegue. “Abbiamo proposto di utilizzare il “fracking” senz’acqua, sostituendola con altre sostanze, innanzitutto per evitare la contaminazione delle falde acquifere e del terreno” affermano Matilde e Giulia. 

La scuola si impegna anche in attività secondarie, se così possiamo chiamarle. Per i più piccoli ogni anno c’è il collegamento con Babbo Natale direttamente dal Polo Nord; si preparano lezioni di cucina con Buddy il boss delle torte dal New Jersey; si organizzano uscite, come ad esempio da Amici di Maria e viaggi studio, dedicati principalmente agli studenti; loro fanno anche conversazioni con una scuola di Londra. 

 Insomma le iniziative non mancano e continuano ad aumentare di anno in anno. Quel che è certo è che la Hampton School di Macherio non si è fatta intimorire dall’emergenza sanitaria ed è andata avanti per la sua strada, cercando anche, grazie ai più giovani, di fronteggiare problemi planetari. 

Andrea Semeraro


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