MACHERO: ERA IL 17 GENNAIO 1981


A qualcuno può venire la curiosità di sapere come, dove, perché un sabato di quarant’anni fa, se si preferisce 440 numeri fa, se si vuole essere pignoli 8594 pagine fa, nacque proprio a Macherio un giornalino tutto pensato e scritto da Macheriesi, che parlava solo di Macherio.


Non sono in moltissimi a ricordarlo, perlomeno per ragioni anagrafiche. La curiosità di chi allora non c’era è legittima e va soddisfatta.

Erano tempi in cui ci si incontrava spesso, ci si incontrava in tanti, si discuteva molto. Erano tempi in cui ci si interessava attivamente della propria città, della polis: in cui si faceva, quindi, politica.

In un ambiente politico, nelle affollate riunioni del partito di sinistra, che all’epoca si chiamava Pci,      qualcuno osservò che, sì era bello mettere a confronto idee e proposte sul futuro di Macherio, ma sarebbe stato molto più bello allargare il giro, coinvolgendo chi per i motivi più vari non faceva parte della cerchia dei politicizzati.

La prima forma di coinvolgimento è, da sempre, l’informazione. Se uno non è informato, come fa a decidere, come fa a scegliere tra una proposta e un’altra? Dunque, bisognava mettere in piedi qualcosa che arrivasse nelle case dei Macheriesi per invitarli e incitarli a interessarsi anche loro alla vita della comunità.

Si fa presto a dirlo, ma un conto è aggregarsi a un giornalone già affermato, un altro conto creare dal nulla un giornalino solo locale ma che garantisse continuità, serietà, disinteresse privato e interesse
pubblico.

Si formarono subito due posizioni. Alcuni intendevano mandare in stampa un foglio di contenuto esclusivamente e tradizionalmente politico: articoli sugli avvenimenti internazionali, a seguire i nazionali, poi i territoriali, infine i macheriesi. Un giornale-bonsai, magari un po’ meno dogmatico e sintetico di un volantino.

Altri si appassionarono a una diversa impostazione. Se giornale doveva essere, occorreva spaziare in tutti i campi della vita comunitaria: quello amministrativo d’accordo, ma anche quello culturale, il sociale, l’ambientale. E poi, se giornale locale doveva essere, occorreva riconoscere i propri limiti e rinunciare a trattare argomenti di livello superiore in quanto a territorio.

Ci sono dei Macheriesi che hanno conservato il primo numero di quel gennaio 1981. Sfogliandolo, è facile comprendere quale posizione ha prevalso. Si passa dal promesso risanamento del centro alla paventata vendita di Belvedere (articolo che provocò il primo tentativo di intimidazione con una denuncia, poi ritirata), dalla presentazione del Comitato pensionati alla presentazione della Scuola di musica dell’Arci, dalla cronaca del Consiglio Comunale al boom del Basket Macherio.

Ora, 14610 giorni dopo; 10 tornate amministrative dopo; dopo che Macherio ha cambiato faccia dotandosi di biblioteca, palestra, scuole, piazze, giardini, ambulatori, posta, farmacia, centri per famiglie e per disabili; dopo i 2000 Macheriesi in più nati nel quarantennio e i 2000 in meno, deceduti; dopo i 9000 in più arrivati a Macherio e gli 8000 in meno partiti; dopo i 200 articoli sulla storia del nostro paese e le 130 pagine sul dialetto del nostro paese; sperando di poter dire presto: dopo il covid; dopo tutti questi rivolgimenti, possiamo dire di aver garantito continuità, serietà, disinteresse privato e interesse pubblico? Lasciamo ai lettori la risposta.


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