SEMPRE PIÙ STRA.
È l’evento in effetti più stra all’interno della nostra comunità. Diciamo nostra in quanto, al di là delle bizzarrie della storia che si è divertita a tagliare in due una frazione, Bareggia è anche Macherio.
Tanto più che il taglio conta solo sul piano formale dell’appartenenza amministrativa. Di fatto non c’è più nessuno che sta a rimarcare differenze tra i Bareggesi del nord (Macherio) da
quelli del sud (Lissone).
Sviluppatasi soprattutto negli ultimi decenni, ma in modo armonioso e coerente, senza la fregola della cementificazione anonima (vedi, ad esempio, l’equilibrio tra costruzioni e verde di via Graziella Fumagalli), Bareggia ha conservato, e migliorato, alcune caratteristiche proprie: si pensi all’amore per la musica, di antica tradizione e moderna esecuzione.
E si pensi, per l’appunto, alla vera e propria invenzione della Strabareggia, giunta quest’anno alla trentaduesima edizione. Solo in un paio di occasioni la
si dovette cancellare dal calendario: durante il covid e l’anno scorso, a causa della scomparsa dell’anima della Strabareggia, Vito Motta.
Una ragione in più, quest’anno, per ringraziarlo di quella sua fortunata intuizione, attorno alla quale seppe radunare un folto gruppo di amici. A nostro parere, il riconoscimento annuale
assegnato dal Comune al cittadino benemerito, Vito se lo merita tutto, se pure alla memoria.
Organizzare un avvenimento di tale portata è tutt’altro che semplice; basti pensare che l’edizione 2023 vide la partecipazione di ben 1680 tra camminatori tranquilli, giovani entusiasti e atleti nel vero senso della parola.
A fronte di così numerosi iscritti, si mobilita anche una serie di sostenitori, che permette di coprire le spese organizzative e di garantire significativi premi.
Perché va ricordato che lo scopo della manifestazione, che si articola su un percorso di 10 chilometri o, in alternativa per i meno preparati, di 5, è sì di offrire un’occasione di relazioni
intergenerazionali e interetnici (basta dare un’occhiata ai primi al
traguardo in una manifestazione
che pur si definisce non competitiva), ma anche di sostenere, con il ricavato, iniziative benefiche.
È stato così anche la sera del 12 settembre di quest’anno. Una partecipazione da record, sia quanto a iscritti (ben 1870) che al contorno di spettatori e famigliari, che hanno affollato gli spazi dell’oratorio, godendo
della cucina e dei punti-bevanda
presi d’assalto.
Una macchina organizzativa impeccabile, a dimostrazione che gli eventi più significativi e riusciti hanno bisogno, più che di competenze professionali, di tan-
ta passione disinteressata.
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