DOMANDE SEMPLICI, SEMPLICI RISPOSTE
Spett. Redazione,
anche se il vostro giornale si è già occupato della Pedemontana, ci pare doveroso ritornare sul tema, adesso
che sono iniziati i lavori preparatori,
che destano più di una perplessità.
Cimitero e Scuola di Bareggia sfiorati dal percorso, alberi tagliati senza pietà (ed esprimere soddisfazione per aver risparmiato due pini marini è tragicomico), territorio compromesso, qualità della vita messa in discussione.
Speriamo che tutte queste cose negative siano compensate da vantaggi futuri, che per ora ci sfuggono. Grazie per l’attenzione un gruppo di cittadini
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“Temo i Greci anche quando portano doni”. Ma il povero Laocoonte non venne ascoltato e gli ingenui Troiani accettarono quel bel regalo del cavallo di
legno, che segnerà la loro fine.
Oggi i doni hanno diversi nomi e uno ricorrente nella nostra zona è “compensazioni ambientali”.
Due semplici paroline. Se si compensa, vuol dire che prima c’è stato un danno. Il problema, allora, dovrebbe porsi in questo modo:
1) Sul piatto della bilancia tra
costi e benefici, la compensazione pesa quanto il danno?
2) Quanto tempo intercorre tra
danno arrecato e compensazione promessa?
3) Di quale natura è il danno e di quale la compensazione?
E qui entra in gioco la seconda
parolina: ambientali. Che l’ambiente subisca uno sfregio, un grosso sfregio, è sotto gli occhi di tutti. Dividiamo, per onestà, la questione in due tempi: il prima, il A DOMANDE SEMPLICI, SEMPLICI RISPOSTEtempo dei lavori di preparazione, e il dopo, quando tutto sarà finito.
È ovvio che negli anni previsti per i lavori di cantiere si vedranno solo gli svantaggi, che sono certi; per gli eventuali benefici occorre attendere. Se ci saranno (minor
tempo di percorrenza sulle nostre strade, risparmi per l’economia globale), saranno proporzionati agli svantaggi attuali?
La domanda è legittima, anche se per niente nuova. Il rapporto costi/benefici va sempre tenuto in considerazione quando si introduce una novità, che si tratti di nuove strade, di nuovi metodi didattici, di nuovi farmaci.
Così come va tenuto in considerazione il rapporto prima/dopo,
preparazione/esecuzione; senza i disagi ineliminabili dei lunghi tempi di allestimento non si sarebbero mai costruiti ponti, scavati tunnel, collegati nord e sud d’Italia.
Ma qui, e ora, non è più così semplice accettare sacrifici in attesa di vantaggi tutt’altro che certi.
Non è semplice, soprattutto, perché nel tempo un altro rapporto, il più importante, il rapporto uomo/ambiente è profondamente mutato; non in meglio, va da sé. Oggi, molto più che in qualunque momento del passato, si sente l’esigenza di salvaguardare l’ambiente naturale finora scampato alle grinfie dell’homo oeconomicus.
I favorevoli alla realizzazione
dell’autostrada Pedemontana assicurano che i disagi legati al cantiere verranno, appunto, “compensati” da successive piantumazioni, che supereranno in numero gli alberi oggi sacrificati. Gli ostili vedono i tagli odierni e temono di non vedere le fioriture di domani, anzi di dopodomani. Gli scettici hanno la quasi certezza che tutto finisca ancora una volta all’italiana: promettere costa poco,
sapendo per di più che con il tempo ci si dimentica facilmente.
È vero che il percorso non in superficie (come era nel progetto originale) ma interrato fa presupporre un domani tutto sommato non così traumatico, ma è altrettanto vero che quanto vediamo
oggi, e vedremo ancora per parecchio tempo, lascia alcuni perplessi, i più spaventati.
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