MACHERIO: MA CHI E' CHE COMANDA


Mi sono recato presso gli uffici comunali per delle informazioni. Ho trovato persone gentili e preparate, ma non ho capito bene quali decisioni vengono prese dai capiufficio e quali dal sindaco e dai suoi collaboratori. Insomma, chi è che conta di più?   
s.m. 

La domanda è chiara e semplice, oltre che discretamente maliziosa; che si possa rispondere in modo altrettanto semplice non è, scusi il bisticcio di parole, affatto semplice. Speriamo di essere perlomeno chiari. 1)   Ogni cinque anni i cittadini vengono chiamati a scegliere il loro sindaco e i consiglieri comunali. Questo avviene dal 1995. Brevemente: 

il consiglio comunale (a Macherio composto da 16 membri: 12 di Progetto Macherio Bareggia; 3 di Centrodestra per il cambiamento; 1 di Cittadini per Macherio, oggi Fratelli d’Italia) esercita poteri di indirizzo e di controllo sull’operato dell’esecutivo. 2)  L’esecutivo, cioè chi esegue il programma votato dal consiglio comunale, è composto dal sindaco e dagli assessori (a Macherio sono 4), nominati direttamente dal sindaco al fine di collaborare a raggiungere gli obiettivi fissati. 3)  Il sindaco rappresenta l’intera comunità ed è a capo di tutta l’attività amministrativa. Per limitarci alla domanda postaci dal lettore, ricordiamo che, tra le tante sue funzioni, ha anche quella di nominare i responsabili di servizio (quelli che il lettore chiama capiufficio). 4)  La legge impone la separazione netta tra politica e gestione. 

La parte politica deve indicare gli obiettivi, la parte tecnica deve provvedere a raggiungerli. Detta così, la faccenda è non solo chiara, ma giusta. Un solo esempio: il politico/amministratore ha scelto di costruire una scuola, il tecnico penserà ai bandi di gara per la costruzione; guai, ma guai seri, per quel sindaco che interferisse nella fase della gara. 5)  Quali sono i vantaggi e i limiti di questa separazione di poteri? E quali sono i vantaggi e i limiti dei compiti affidati ai responsabili di servizio? I vantaggi risultano evidenti: impedire che i politici favoriscano, come purtroppo è successo e succede, amici della propria parte; per i responsabili c’è un vantaggio economico ricevendo un compenso più elevato degli altri dipendenti e un vantaggio professionale potendo decidere su un gran numero di problemi. 

Limiti: abbiamo visto che è il sindaco a nominare i responsabili, ma c’è un ma, anzi più di un ma. In un Comune con 300 dipendenti, il sindaco potrà scegliere tra diversi aspiranti al ruolo di responsabili; se un Comune ha 30 dipendenti, come Macherio, la scelta sarà ristretta e in qualche caso vanificata, dato che per svolgere quel compito occorrono requisiti che escludono i più. 6)  L’altro “ma” riguarda proprio i responsabili di servizio, che in Comuni come il nostro possono essere cinque o sei o poco più. Sono responsabili in tutti i sensi, anche sotto il profilo penale e finanziario. Se si lasciano, ad esempio, tentare dal favorire una impresa appaltatrice, ne rispondono penalmente. Se commettono errori che procurino un danno finanziario al Comune, ne rispondono di tasca propria. Come sempre, da una misura giusta può nascere una conseguenza negativa. 

È umanamente comprensibile come il timore di incorrere in qualche svarione, spesso in agguato nella giungla di norme di complessa interpretazione, a volte rallenti la decisionalità dei responsabili, suscitando il malumore dei cittadini interessati e il disagio degli amministratori. 7)  Il sindaco è in qualche modo il responsabile dei responsabili. E in effetti i cittadini, quando chiedono o sbuffano o protestano, non si rivolgono ai responsabili, che magari neppure conoscono, ma agli amministratori, in primis al sindaco. 

È il sindaco a essere stato votato, quindi è il sindaco che deve rispondere. Spesso, troppo spesso, la pretesa è che risponda di atti non di sua competenza, ma addirittura vietati al suo intervento. Un esempio: se presento il progetto di ristrutturazione di casa mia, a verificare se risponde alle norme vigenti è il responsabile e solo il responsabile; tentare di coinvolgere il sindaco o l’assessore è inutile per sé e pericoloso per loro, se irresponsabilmente si lasciassero prendere dalla voglia di aiutare un cittadino. 

Conclusione. La grande differenza che esiste tra una azienda privata e un ente pubblico come il Comune sta nel fatto che il privato persegue, logicamente, lo scopo di ricavare un utile dalla sua attività; di conseguenza, valuterà i suoi dirigenti dalla capacità o meno di fare risultato. L’ente pubblico persegue lo scopo di fornire servizi utili alla comunità, naturalmente senza scopo di lucro; valutare i responsabili, in assenza di un dato oggettivo come guadagno o perdita di denaro, diventa tutt’altro che facile, anche tenendo presenti le osservazioni esposte precedentemente.

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