MACHERIO: WIPPERMANN: CHI ERA COSTEI?

I

Inqualità di collezionista ed appassionato di storia locale brianzola/ brianzuola/briantea/brianzesca  e con particolare attenzione affettiva a  Macherio, mi ero imbattuto anni fa in una piantina dell’IGM (Istituto Geografico Militare) del 1914 e vi trovo evidenziata l’officina Wippermann.  Cominciano le prime domande “ai miei contatti” che hanno più esperienza di me (pusé vecc) per capire di cosa si trattasse. 

Risposte quasi del tutto assenti, rimango senza risoluzione del quesito. Passa qualche anno, non demordo, fin quando vado a trovare Giuseppina Cazzaniga, mamma del mio amico Charlie alla Cassinetta di Sovico, che nel mentre si parla del più e del meno mi snocciola diverse informazioni. ” … Certu, caru ul mè bagaj che la Wippermann la gh’era. Anzi, da lì sono usciti i vecchi che poi hanno dato inizio alle attività come il  catenificio Fratelli Fossati e i fratelli Sala Biciclette.  Con l’avvento della prima guerra mondiale la fabbrica, essendo tedesca, viene sequestrata e al suo interno inizia la confezione  di materiale militare come tende, camicie, coperte ecc. 

 Inoltre i tedeschi presenti in fabbrica, visto il periodo bellico, erano ritornati alla loro patria.   Bene, con qualche informazione in più accantono solo per il momento, in quanto il mio ricercare mi porta in altre cacce.  Ma che cosa era questa ditta Wipperman? Fondata nel 1893 ad Hagen (Germania del nord) per la produzione in serie di parti di biciclette e motociclette, produce catene e pignoni e altri prodotti. 

Il tempo passa e nel mio peregrinare di ricercatore trovo in vendita su un sito internet nella Repubblica Ceca, un catalogo del 1913 della Wippermann e dopo vari tentennamenti e un po’ alla cieca decido di acquistarlo. Arriva il pacco. Sciambola, sunt in goga e magoga… Nel disegno della WippermannWerke, il marketing o la fantasia ha preso il sopravvento, modificandone la struttura e spostando addirittura i monti. L’entrata non corrisponde all’attuale Via san Cassiano. 

Nel 1911 all’Esposizione Internazionale di Torino riceve il Diploma d’onore. Dalla rivista dell’epoca “LA STAMPA SPORTIVA”  del 10 aprile 1910 compare  per la prima volta la pubblicità WIPPERMANN MACHERIO con la dicitura “CHIEDERE CATALOGO  della nuova Fabbrica  Nazionale”. Un’altra informazione l’abbiamo dal “Sindacato e corporazione: bollettino del lavoro e della previdenza - 1911” da cui si evince: “La ditta Wippermann di Macherio, fabbricante di accessori per biciclette ed automobili occupa 70 operai e cioè 42 adulti a lire 3.50, 12 fanciulli a lira 1, 14 adulte a 1.20 e 2 fanciulle a 0.80, tutti con 10 ore di lavoro; questi operai si erano uniti in lega di resistenza aderente alla lega del lavoro di Milano. A detta dei componenti la lega, la ditta non aveva veduto di buon occhio tale costituzione ed un operaio non iscritto sembra facesse opera denigratrice a carico dei compagni leghisti e godesse il favore della ditta. 

L’11 aprile tutti gli operai, reclamando il licenziamento del compagno, non iscritto alla lega, abbandonarono il lavoro dopo che la direzione non volle ricevere una loro commissione. Soltanto il 24 aprile il lavoro venne ripreso senza che l’operaio fosse stato licenziato. (Notizie dalla ditta, dai RR.CC. e dalla stampa).”    Interessante la descrizione dell’organigramma. Notare la differenza della paga oraria uomo/donna lire 3.50 contro lire 1.20 delle donne. Anche la presenza dei fanciulli non scherza (a 12/13 anni già in fabbrica a lavorare, per poter contribuire al bilancio familiare), anche qui differenza di retribuzione tra fanciullo e fanciulla. Chiusa questa piccola parentesi, possiamo dire che si tratta di una delle prime forme di sciopero d’inizio secolo scorso, anche perché intorno agli anni 1910/11 e seguenti ci furono diversi “fermenti” in Brianza. 

Da il  “BOLLETTINO DELL’UFFICIO DEL LAVORO” - LUGLIO 1915 “Macherio (Milano) - In seguito ad una riduzione sulla tariffa della pulitura dei manubri da bicicletta, il 1 dicembre (1914) scioperarono 12 operai addetti a tale reparto della fabbrica nazionale di accessori per cicli ed automobili della ditta Wippermann. Per solidarietà abbandonarono il lavoro anche gli operai di tutti gli  altri reparti in numero di 110 circa. Gli operai non erano organizzati, ma furono assistiti dal rappresentante della federazione dei metallurgici. La Ditta peraltro mantenne il provvedimento preso e gli scioperanti, dopo l’intervento del Sindaco e di altre persone influenti, decisero la ripresa del lavoro che fu attuata il 15 dicembre, accettando le condizioni volute dalla Ditta, la quale peraltro promise che al cessare della crisi economica sarebbe stata ripristinata la vecchia tariffa. Terminato lo sciopero gli operai si costituirono in lega, alla quale subito si iscrissero in numero di 80”. 

Dal 1911 con 70 operai si è passati nel 1915 a 110 operai. Ritornando allo scopo della narrazione, nel frattempo si aggiungono altri misteri sulla storia macheriese di quel periodo, che si riallacciano a quanto mi diceva la sciura Giuseppina. Riguardo alcune cartoline di quel periodo: …volevo venirli a salutare stassera ma, … causa l’acqua non giravano i tram!! il mio indirizzo 3a Comp. 8° Fanteria Macherio - anno 1917; 8 Bufa (Bufa era un vecchio gergo militare che indicava la burba, la spina, il novellino)   2a Compagnia Macherio - anno 1918; 8° fanteria 6a compagnia - Macherio Brianza - anno 1916 - Questa cartolina è la più vecchia che pone come data probabile l’insediamento militare nella ex Wippermann, anche se, quasi sicuramente, a Macherio non si era costituita una vera e propria “caserma”, bensì un distaccamento proveniente dalla caserma di Monza dove appunto l’8° reggimento fanteria era operativa.  

Come ciliegina sulla torta, riesco a trovare le immagini tratte dalla “Caserma Militare di Macherio”- Fabbrica Nazionale Accessori per Cicli & Automobili“… essendo sempre in salute, vi offro la mia speciale caserma, sperando che voi accettate un mio piccolo bacio. Vostro Mario… (ul murus o aspirante tale)” - anno 1918  Da una Guida di Monza e del Circondario del 1917 risulta che Macherio aveva 2800 abitanti e dal bollettino parrocchiale di Sovico di quel periodo sappiamo che: “A Macherio, presso lo stabilimento Wippermann, sono alloggiate circa 600 nuove reclute di 3^ categoria che attendono all’istruzione”.    Da una descrizione dell’epoca - abile di III^ categoria: buona salute, figlio unico orfano di un genitore, oppure un riformato fatto abile per necessità e adibito a lavori sedentari, quindi si trattava di personale non operativo, probabilmente deputato  a fare la guardia allo stabilimento. 

Questo  incremento di persone sul territorio macheriese,  almeno in libera uscita, portava un bel po’ di movimento, mi viene da pensare, a quelle che erano le attività di osteria e non solo. Ho inserito diverse supposizioni, e come dice la parola stessa, sono solo ipotesi, non hanno fondamento di verità assoluta.

Queste notiziole, sopra riportate, mi e ci dovrebbero far pensare su quante realtà  sono ormai finite nell’oblio, non solo in ambito macheriese. Sperando di aver riportato alla memoria un piccolo pezzo di storia macheriese (le piccole storie sommate tra di loro contribuiscono a dare il senso alla storia Grande, auspico che  qualche lettore, un po’ avanti negli anni, possa aumentare le notizie fino ad ora narrate, magari a dar prova provata della fantomatica pista di decollo e atterraggio celata all’interno della fabbrica…, però è un’altra storia di un periodo più avanti.                                                                                                                

Il ricordare, ricercare, condividere è il miglior modo di perpetuare quanto trascorso e come custode temporaneo proseguo in  nuove vecchie ricerche… 

Angelo Cecchetti

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