I Visconti di Modrone acquistarono il parco con la casa di campagna da Carlambrogio Maggi nel 1872. Era trascorso quasi un
secolo da quando la proprietà era passata
da Girolamo Cittadino appunto ai Maggi.
Una testimonianza di come si presentava l’edificio ci è fornita dall’acquerello di Alessandro Greppi, databile al 1874.I Visconti di Modrone erano presenti a Macherio almeno dal Seicento. Le loro radici
affondano nei tempi dei tempi.
Nell’Ottocento e nel Novecento la famiglia Visconti ha segnato notevolmente la vita della comunità
macheriese, al punto che lo stemma del biscione è stato incorporato nello stemma comunale. In particolare, sia il Duca Guido che il figlio Uberto ricoprirono le cariche di Sindaco di Macherio, oltre che
di Senatore del Regno e di Presidente del Teatro alla Scala. L’ultimo della dinastia fu il Duca Marcello.
Dopo l’acquisto, i nuovi proprietari intendono valorizzare villa e parco, affidando il progetto a uno dei
nomi più prestigiosi: l’architetto Emilio Alemagna, specializzato anche in allestimenti di giardini (come
quelli di Via Palestro a Milano). L’Alemagna non si limita ad innovare; rivoluziona: la casa di campagna viene trasformata in una grande villa, nello stesso tempo antica e nuovissima per i più confortevoli servizi annessi.
“Lo stile architettonico, che ė il barocco, venne adottato tanto per l’esterno che per le decorazioni interne. Esternamente le facciate sono assai semplici, ma la proporzione delle masse e la correttezza
delle linee rendono tale semplicità assai elegante”, annoterà qualche anno dopo l’inaugurazione (1906)
la rivista “Edilizia Moderna”.
“Le decorazioni interne, a stucchi e dipinti, sono di rilevante ricchezza, resa ancor maggiore dai mobili, dai tappeti cosparsi a profusione, dai lampadari di Murano o in ferro battuto, nonchè dai quadri d’autore e dai numerosi oggetti artistici che costituiscono una vera e preziosa raccolta.”
Immediato fu l’interesse per la nuova residenza. Molte le cartoline
dedicate alla splendida
dimora dei
Visconti di Modrone.
La villa con le sue numerose sale e il grande parco (116.000 mq) ospitarono illustri personalità, ma in
particolari occasioni anche la popolazione macheriese.
Luigi Ghirri ebbe a scattare diverse fotografie a villa e parco. Una di queste venne scelta come la più
rappresentativa tra le oltre settemila partecipanti al concorso indetto dalla Provincia di Milano.
Quando i Visconti di Modrone lasciarono Macherio, iniziò la decadenza. Villa e scuderie vennero letteralmente spogliate di arredi e oggetti preziosi; il parco, abbandonato per decenni, sopravvisse a stento.
L’acquisto da parte della Provincia di Milano fece sperare in una rinascita e in un utilizzo pubblico, ma
dopo alcuni anni l’intera proprietà fu messa all’asta, vinta da una immobiliare della famiglia Berlusconi.
Nei primi anni Novanta si procedette al recupero totale sia dell’edificio che del parco, affidato alle cure
dell’architetto del paesaggio Patrizia Pozzi. Allora quasi magicamente rispuntò da sotto le erbacce e i
rovi il bellissimo giardino come era stato concepito a inizio secolo.
“
Né si deve tralasciare di ricordare come a rendere anche più dilettevole il soggiorno, si sieno creati nei giardini dei piccoli chalets, dei tempietti, dei luoghi di ritrovo nei punti più ombreggiati o dai
quali si possa godere delle migliori visuali.”
“Ai boschi dalle piante annose si sono aggiunti gli splendidi giardini all’italiana e all’inglese ricchi di
statue, di balaustre, di vasi, di piedestalli.”
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