L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI VIRUS



Un virus è una creatura talmente piccola che sfugge alla vista con un comune microscopio. Misura poche decine di nanometri. Per capire dobbiamo prendere un metro e dividerlo in un miliardo di parti. Abbiamo tutti un’idea di come sia piccolo un millimetro. 

Un chicco di riso, nella sua parte più sottile, è poco più grande di un millimetro. Bene, per fare un nanometro dobbiamo suddividere il nostro chicco di riso in un milione di parti. Se potessimo allineare centomila virus, questi occuperebbero un solo millimetro. 

I batteri, altri esseri viventi molto piccoli, sono almeno dieci volte più grandi dei virus. È la stessa proporzione che passa fra un neonato e un bambino di terza elementare. In un cucchiaino di acqua di mare, oltre al sale, altri minerali, batteri e inquinanti, possono vivere almeno un milione di virus. E sono pure furbi. 

Non sono in grado di produrre energia, di muoversi, di crescere. Essendo costituiti da semplici molecole di DNA o di RNA avvolte in rivestimenti protettivi, per vivere hanno bisogno di strutture più complesse che trovano in una cellula ospite. 

Ecco perché ci ammaliamo: i virus si riproducono all’interno della cellula che infettano, ne causano spesso la morte e possono così sopravvivere all’ambiente esterno. Sono in grado di fare tanto usando molto poco. Per questa loro capacità sono studiati e usati da una branca della medicina per poter correggere il patrimonio genetico di alcune cellule ammalate e veicolare quindi informazioni corrette che possono guarire malattie. 

Quello che gli scienziati riescono a fare solo ora, ossia creare degli organismi geneticamente modificati, quelli che chiamiamo OGM, i virus lo sanno fare da sempre, senza tecnologie ma solo per dote naturale. 

Gli scienziati ammettono che con tutta probabilità sul nostro pianeta non ci sarebbe stata la vita se non ci fossero stati i virus L’importanza di chiamarsi virus che, grazie alla loro necessità di usare materiale genetico di altri, hanno favorito il trasferimento di geni tra le diverse specie dando inizio all’evoluzione della vita in forme sempre più complesse. 

Pensate che il pianeta che noi abitiamo, la nostra Terra, potrebbe continuare la propria evoluzione anche facendo a meno dell’uomo ma non potrebbe fare a meno dei virus. 

Il mondo in cui viviamo, dove per emergere, valere, affermarsi, avere successo, devi essere un gigante, almeno così si dice nel linguaggio comune, è stato bloccato da una delle cose più piccole che possano esistere. Una cosa infinitesimamente più piccola di un granello di sabbia ha bloccato l’ingranaggio che faceva girare la nostra scontata quotidianità. 

Si è abituati a sentir dire che occorre pensare in grande, che bisogna riuscire alla grande e via dicendo, come se la misura fosse il parametro di riuscita di una iniziativa o di una azione. Prendiamo spunto per riflettere sulle piccole cose e teniamocele strette. 

Roberto Redaelli

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