UN NUOVO SERVIZIO A MACHERIO


Non si tratta di una iniziativa pubblica, statale o regionale o comunale che sia. Ma, pur se a promuoverla è un privato, il suo impatto sulla comunità sarà tale che diventa legittimo considerarla come un servizio pubblico. Servizio nuovo, e servizio importante. Perché uno dei segni da cui si giudica la civiltà di una comunità è come vengono rispettati i morti. 

Tutti prima o poi conoscono il dolore, il disorientamento e il senso di vuoto causati dalla morte di una persona cara. Tutti avvertono l’esigenza della delicatezza, in quel momento, da parte di chi deve provvedere ai risvolti pratici indispensabili per l’ultimo saluto. Una delle esperienze più tristi è quella di non poter rivolgere un pensiero o una preghiera al defunto. 

I mesi drammatici appena trascorsi in pieno covid hanno fatto avvertire come non mai il bisogno di una vicinanza, se pure impotente ma psicologicamente e affettivamente decisiva, alla persona cara che ci lascia. È stato l’aspetto più traumatico, più traumatico della morte stessa: non riuscire a colmare anche solo con la presenza la solitudine del nostro caro, fino a provare un senso di colpa, ingiustificato ma cocente, per averlo “abbandonato”. 

Speriamo che tutto questo sia ormai alle spalle. Rimane sempre il desiderio di onorare i nostri morti nel modo più dignitoso. Lasciare le salme nell’obitorio dell’ospedale o della casa di riposo spesso è l’unica soluzione concessa a chi non ha un’abitazione adeguata.

Con ciò la maggior parte di amici e conoscenti è tagliata fuori da una visita di congedo. Ecco allora l’alternativa che da qualche tempo ha preso piede in alcune città: una casa funeraria, vale a dire locali appositamente attrezzati per accogliere la salma prima del rito funebre o prima della cremazione. 

Che questa novità abbia attecchito anche in un paese piccolo come Macherio è merito della intraprendenza e della sensibilità della storica agenzia funebre Eugenio & Marco Sala: il primo fondatore, l’altro continuatore dell’opera del padre scomparso da tempo. 

Con i consigli e l’aiuto della moglie Antonella, Marco si è imbarcato in una impresa che, a giudicare dai lunghi lavori e soprattutto dai risultati, appare imponente. Potevano limitarsi ad allestire un locale per il commiato, ma proprio il senso del rispetto per i morti e della delicatezza per i vivi li ha spinti ad offrire un servizio ben più vicino ai sentimenti della comunità. 

Lo si coglie già dalla scelta del nome con cui hanno voluto chiamare la casa funeraria: Impronte. Perché Impronte? Questa è la loro risposta. “Nessuno è indipensabile, ognuno è importante. 

Ogni essere umano lascia una sua impronta: a volte lieve, a volte più marcata, ma sempre inconfondibile, originale, unica. Perché inconfondibile, originale, unica è la vita; che merita di essere rispettata e ricordata. 

Le impronte sono la testimonianza diretta della continuità della vita, che quindi non ha fine ed è incancellabile; vale per tutto il creato, a partire dall’uomo, ma anche per il cane, per il papavero, per l’ammonite che, scomparsa milioni di anni fa, è ancora tra noi sotto forma di fossile. L’ammonite racconta la perfezione e la complessità della vita e le impronte che lascia in segno di rispetto alle persone che ci lasciano e alle loro famiglie.

” Non omnis moriar, non morrò interamente, scriveva un poeta latino. Ed è vero: finché ci sarà qualcuno a ricordarmi, qualcosa di me rimarrà. E se al momento del mio commiato chi mi ha voluto bene ha avuto l’opportunità di venirmi a trovare, avrà riconosciuto l’impronta che, bene o male, io ho lasciato.

Il nuovo importante servizio ideato a Macherio sopperirà anche a una mancanza che, se pur rare volte, ha pesato sulla dignità del commiato: un luogo dove svolgere riti funebri civili. Gli ampi spazi di Impronte permetteranno un saluto come si deve e non frettoloso. 

“Lascio a te queste impronte sulla terra tenere dolci, che si possa dire: qui è passata una gemma o una tempesta” (Alda Merini)

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