MACHERIO: " NON ERA ABUSO "


Il titolo è virgolettato perché non è una considerazione nostra, ma la conclusione a cui è arrivato il TAR, il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia. A proposito di che? e di chi? Bisogna fare non il classico passo indietro, ma due, tre, quattro. 

Ecco, risale a quattro anni fa (e questo la dice lunga su due cose: su quanto tempo il cittadino deve attendere per avere giustizia e su quanto costi la mania di ricorrere alle vie legali anche quando non è necessario) il pastrocchio finito oggi in un niente. Riassumiamo. 

“A fronte di una segnalazione da parte di un consigliere comunale, che faceva presente l’esistenza di ”, così è ricordato nella sentenza, il 14.3.2016 viene effettuato un sopralluogo presso l’Arci di Macherio da parte degli uffici comunali, che rilevano lavori eseguiti senza permesso. Dove? Nel piccolo porticato adiacente alla costruzione principale. 

Si tratta di: “sostituzione del manto di copertura (in eternit) con lamiera, nuova pavimentazione in ceramica, chiusura luci con tende in pvc trasparenti, scivolo di accesso con parapetto in tubolare”. 

Il giorno dopo la Coop. Casa del popolo, proprietaria dell’immobile, presenta istanza di sanatoria e, su richiesta del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, integra la documentazione fornita. 

Lo stesso Ufficio Tecnico ammette che bisogna “ritenersi superati taluni motivi che ostano all’accoglimento della domanda”, ma ciononostante nega la sanatoria. 

Alla Cooperativa non resta che la strada del ricorso al Tar, ed eccoci alla conclusione: REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso proposto da Casa del Popolo Soc. Coop. contro Comune di Macherio nei confronti Giancarlo Porta non costituito in giudizio per l’annullamento del diniego definitivo di istanza di sanatoria edilizia adottato dal Responsabile dello Sportello Unico per l’Edilizia del Comune di Macherio in data 30.5.2016 e dell’ordinanza di demolizione. Dopo la descrizione dei fatti e le relative motivazioni, Il Tar, definitivamente pronunciando accoglie il ricorso nei limiti di cui in motivazione e annulla il diniego di istanza di sanatoria e l’ordinanza di demolizione. 

Cos’altro aggiungere? Che la questione fu usata subito politicamente, con la richiesta di dimissioni dell’allora assessore al territorio Franco Verga. I consiglieri di opposizione la motivarono così: “In quanto direttore de Il Paese non poteva non vedere l’abuso alla Casa del Popolo”. 

Uno di loro specificò: “Voglio essere chiaro e pretendo che queste mie dichiarazioni vengano messe agli atti, non si può sicuramente attribuire a Verga nessun coinvolgimento diretto circa la realizzazione del manufatto incriminato”. Come poi abbia fatto a chiederne le dimissioni resta un mistero della fede. Politica. 

Del resto, in quanto a denunce di presunti abusi edilizi, il centrodestra macheriese si era già esercitato l’anno precedente, addirittura tentando di far dimettere il Sindaco Mariarosa Redaelli per una “tettoia di orto didattico” innalzata gratuitamente da alcuni pensionati. 

Oltre al solito esposto in Procura, presentato dal solito consigliere e che non ebbe naturalmente nessun seguito data l’inconsistenza della cosa, l’opposizione sparò un manifesto in technicolor titolato “Un Sindaco traditore”, che ha “messo in crisi un’intera comunità”. 



Anche in questo assurdo caso, alla denuncia si accompagna una spiegazione contradditoria: “È senza dubbio un atto innocente fatto a fin di bene, eretto per essere utilizzato dagli studenti delle elementari”. Se è fatto a fin di bene, il Sindaco può essere un “traditore”? Insomma, si ammette in entrambe le circostanze che non c’era niente di male, ma nello stesso tempo si cerca di sfruttare politicamente, facendo un gran baccano, situazioni poi dimostratesi quello che erano: “innocenti” per usare le loro stesse parole. 

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