MACHERIO: IL LANCIO DEL CAPPELLO
Me li ricordo, i primi giorni di
scuola di cinque anni fa, in occasione del saluto di inizio anno
scolastico, quando avevo loro
consegnato una matita come
gesto di benvenuto nella nuova
scuola.
Piccoli, ancora disorientati, seduti
nei loro banchi.
Li ho visti crescere in cinque anni. Ora, al termine della classe quinta, non ci si
poteva scordare di loro. Non si
poteva negare quell’ultimo saluto ai compagni, alle insegnanti,
alla loro quotidianità vissuta per
un lungo periodo, e improvvisamente interrotta dalla pandemia
i primi giorni di marzo.
Avevano tutto il diritto di vivere
l’ultimo giorno di scuola, di salutarsi dopo cinque anni trascorsi
insieme in quella scuola diventata
la loro seconda casa che da settembre non frequenteranno più,
di incontrare fisicamente le loro
maestre , i compagni che hanno
fatto parte della loro vita.
Hanno instaurato dei rapporti affettivi importanti per la loro età,
insieme hanno appreso, hanno
anche giocato, hanno vissuto
esperienze quotidiane fatte di gioie, di risate, ma anche di piccole preoccupazioni, di successi e
insuccessi che li han fatti crescere.
Era doveroso tener conto delle
loro emozioni e lasciarsi, attraverso un video , a distanza, non
avrebbe avuto lo stesso significato della presenza.
Ecco perché abbiamo voluto farli incontrare e organizzare un
momento finale collettivo, nel rispetto delle norme.
Erano tutti presenti, suddivisi per
classe, secondo orari ben precisi per non creare assembramenti
contanto di mascherina. Si sono
posizionati a distanza, nel parcheggio antistante la palestra,
gli alunni delleclassi quinte della
scuola Manzoni e nel parcheggio della scuola quelli del plesso Rodari.
Si sono presentati accompagnati
dai genitori. Ad attenderli erano
con me l’Assessore Silvia Vitagliani e tutte le loro insegnanti.
Li ho ringraziati per il loro comportamento, per aver rispettato
le norme rimarcando le rinunce
a cui sono stati sottoposti: rinunce agli amici, alla scuola, agli
sport preferiti, ai giochi all’aperto e consegnato una pergamena
ricordo all’interno di una busta
contenente anche due mascherine.
La stessa busta che è stata
recapitata a tutti gli alunni delle nostre scuole, grazie alla disponibilità dei rappresentanti di
classe e dei volontari.
Le insegnanti hanno dedicato un
pensiero personalizzato ad ogni
alunno accompagnato da qualche emozione e da tante raccomandazioni, prima di liberare i
palloncini colorati e di lanciare, per il gran finale, il cappello che ognuno indossava, tradizionalmente nero, come il tocco
di laurea.
Sono mancati certamente gli affettuosi abbracci e i baci, rigorosamente vietati; una rinuncia
sofferta che traspariva dai loro
sguardi, ma anche da quelli d
gli insegnanti.
“In un momento particolare è
bello essere consapevoli di far
parte di una comunità in cui le
istituzioni sono presenti in prima
persona” è stato il commento che
un genitore mi ha inviato, e che
a mia volta ringrazio per aver
colto il senso dell’iniziativa.
Perché la comunità, nelle sue variegate articolazioni, e a partire
dalle istituzioni, deve essere alleato fondamentale della scuola e
dell’educazione, anche attraverso
questi gesti concreti, semplici, ma
significativi per i nostri piccoli.
Al termine degli esami ripeteremo
l’iniziativa anche con i ragazzi
del terzo anno della scuola secondaria che, da settembre, lasceranno il nostro plesso scolastico per intraprendere un nuovo
percorso di studio alle scuole
superiori. Un motivo in più per
non far mancare il saluto finale.
Mariarosa Redaelli
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