MACHERIO: GRAZIE GIUSEPPE
Non appena Il Paese espresse sul suo sito le condoglianze
alla famiglia, amici e conoscenti si associarono con espressioni di grande stima e affetto.
P.D. - Macherio ha perso con lui
un pezzo di storia.
F.R. - Sicuramente un uomo che
merita di essere iscritto nel pantheon dei Macheriesi illustri. Ti sia
lieve la terra.
E.M. - Un vero signore, colto, modesto, critico generoso sia con
l’arte sia con le persone e le storie del suo paese.
A.C. - Ciao, Peppino. Mi mancherai tantissimo! Ciao, buon viaggio.
R.C. - Una persona colta e appassionata che ha lasciato un segno
indelebile.
E tanti, tanti altri.
Se li è meritati tutti, questi attestati di riconoscenza. Come si era meritato gli
attestati di riconoscimento, primo
fra tutti il simbolico “premio” di
Cittadino benemerito, consegnatogli dal Sindaco.
Anche il nostro giornale ebbe a “decorarlo”
come redattore di lungo servizio.
Ma la notorietà di Giuseppe
Casiraghi affonda le radici da
molto lontano. Si può dire, senza esagerazione alcuna, che
l’intera sua vita è stata contrassegnata dalla presenza creativa nella comunità macheriese.
Consigliere comunale negli anni
sessanta nelle file della Democrazia Cristiana, si distinse sempre
per le sue aperture sia nei rapporti interpersonali sia nell’avvicinarsi progressivamente alle
posizioni di cristianesimo sociale, approfondite anche grazie alla sua frequentazione del
gruppo di Fontanella, promosso
da padre David Maria Turoldo.
È stato tra i promotori della formazione di Progetto Macherio, a cui
ha offerto consigli preziosi, sostegno intelligente e una collaborazione indimenticabile nel campo
della promozione culturale.
In questa sua attività che, una volta raggiunta la pensione diventerà
quasi un nuovo lavoro, Giuseppe
Casiraghi ha espresso il meglio di
sè. Appassionato cultore di ogni forma artistica, principalmente della pittura, si è prodigato in modo
spassionato, vale a dire per il solo
piacere di regalare agli altri la
bellezza a cui si era accostato.
Innumerevoli le mostre da lui organizzate. Per limitarci a quelle allestite a Macherio, nella bella sala
espositiva di Curt del Cagnat (non
vedeva l’ora che venisse completata la biblioteca per avere uno
spazio adeguato ai suoi progetti
e quando, nel 1995, venne inaugurata, la sua gioia era palese),
il numero degli artisti invitati è
impressionante.
Ma, ancor più della quantità, la
qualità; Giuseppe, oltre alla competenza, poteva contare sulla conoscenza diretta e spesso amichevole con molti pittori e scultori.
Quelli della zona, naturalmente
e giustamente, per valorizzare i
talenti locali; ma anche tanti artisti di livello e fama nazionale e
internazionale.
Dobbiamo limitarci solo a qualche
nome: Parma, Oltolini, Monguzzi, Di Prata, Saltarelli, Moscatelli,
Triacca, Orazio.
Con lui la sala espositiva di Macherio incominciò ad avere una
risonanza pari a gallerie di città ben più grandi ed alcune sue
proposte dal nostro si trasferirono, in un percorso itinerante, ad
altri paesi.
Due in particolare:
una raccolta di tele di 33 pittori
a tema “La Crocifissone”; tra gli
altri, Carnà, Cassinelli, Fettolini,
Meloni, Malfer.
Una seconda grande intuizione
prese spunto dal trentennale della Resistenza.
Per celebrarlo degnamente, scelse i dipinti anche
in questo caso di 33 artisti, tra
cui Gueggia, Marcarini, Saruggia, Stradella, Terenghi.
Con alcuni artisti instaurò un
rapporto di collaborazione e in
qualche caso di amicizia. Citiamo: Aligi Sassu, Filippo De Pisis,
Ernesto Treccani, Trento Longaretti, Wanda Guanella Gschwind,
Georges Secan.
Ma l’attivismo di Giuseppe Casiraghi spaziava in molti altri campi. Presidente e animatore dell’Aido (donatori di organi), dirigente
per molto tempo della Macheriese Calcio di cui, già che c’era,
riportava la cronaca delle partite
sul Cittadino, al quale collaborò per una infinità di anni.
La sua facilità di scrittura, unita
alla condivisione di gioie e dolori
della comunità macheriese, trovò
un ampio e naturale spazio sulle
pagine di questo giornale. I suoi
“Profili” di persone non necessariamente in vista (anzi, le sue
scelte erano, come lui, democratiche, casomai con una evangelica
predilezione per gli umili) erano
attesi da molti lettori.
Sui prossimi numeri lo riavremo
tra noi con alcuni dei suoi scritti più incisivi.
Pubblichiamo alcune dediche:
La perdita di un amico
Giuseppe è stato una persona che ha
sempre destato in me ammirazione e
affetto; lo abbiamo conosciuto un po’
tutti, chi più chi poco meno e credo
condividiate con me queste mie parole.
La sua non era solo gentilezza e cortesia, era fondamentalmente tenerezza e
bontà d’animo che esprimeva coinvolgendo chiunque.
E l’impegno per la sua passione, l’arte,
non può che confermare questi suoi
tratti distintivi.
Con me ha sempre avuto parole di riguardo e attenzione, ma lasciava trasparire anche l’affetto reale come lo
si fa con un amico: credo senza ombra
di dubbio che ognuno di noi riconosca
queste sensazioni se non di più.
Ecco perché la sua mancanza è la perdita di un amico, quella che ci lascia sbilanciati sull’orlo delle emozioni, che ci
colpisce dentro e si fatica ad accettarla.
Grazie Giuseppe.
Gianfranco Lucchini (Gruppo Rumori)
Presidente indimenticabile.
Presidente A.I.D.O. fino al 1996, subentrato al Dr. Sandro Barni, ha guidato
con passione e competenza la sezione
macheriese.
Su sua insistenza nel 1996 fui nominata
io presidente, con la promessa che mi
sarebbe stato accanto, soprattutto nella
realizzazione delle manifestazioni.
Parecchie le iniziative da lui organizzate: serate culturali, mostre di vario genere e in modo particolare si è dedicato
all’allestimento di mostre d’arte, di scultura e di pittura. Passione quest’ultima
che ha coltivato con grande competenza e maestria.
Come non ricordare le Rassegne Nazionali di Pittura, di cui si è svolta nel
2014 l’ultima edizione, per la precisione la 30°? Si vivevano quasi con angoscia i mesi antecedenti le Rassegne, ma
noi soci A.I.D.O. e A.V.I.S. con piacere
aiutavamo nell’allestire la mostra e nel
contribuire alla sua realizzazione.
Durante il periodo d’Avvento, già di per
sé pieno di cose da fare, si aggiungeva
anche la “Rassegna Nazionale di Pittura”, con le lettere da inviare, sponsor da
contattare e poi c’era la serata della premiazione… chi chiamare per intrattenere
pubblico e partecipanti, per alleggerire
e rendere piacevole la serata?
Io priva di idee e conoscenze, ma Casiraghi aveva sempre “un asso nella manica”.
Risolveva ogni situazione e, con la
sua famosa parlantina, riusciva a rendere
la premiazione piacevole ed interessante
grazie alla presenza e animazione di artisti, lettori, cantanti e musicisti.
Le prime volte che ho frequentato casa
sua, in occasione dell’organizzazione di
queste famose Rassegne di Pittura, mi
hanno colpito le molteplici opere appese alle pareti del suo studio e di altri
locali, che con diligenza e puntigliosa
descrizione mi illustrava, arricchendo i
racconti di piacevoli aneddoti, orgoglioso di essere stato amico dei vari artisti.
Con grande entusiasmo e costanza ha saputo coniugare la passione per la pittura
con gli scopi associativi dell’A.I.D.O.,
finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, promuovendo la cultura della donazione.
Addio Giuseppe, o forse è meglio dire
arrivederci, perché penso che difficilmente ci dimenticheremo di te.
Ti saremo sempre riconoscenti e resterai
per sempre nella nostra memoria.
Carola Maria Cazzaniga
presidente A.I.D.O. Macherio
Solo luce Credo che Giuseppe sia ora nella luce.
Credo che sia stato accolto dalla tenerezza del
Padre e che per lui sia stata fatta una gran festa.
Credo che ora veda il volto di Dio, lungamente
atteso, appassionatamente cercato.
Credo che ora conosca la verità degli uomini
e delle cose, degli astri del cielo e degli spazi infiniti.
Credo che ora sappia il senso ultimo di tutto
questo essere e di tutto questo decadere.
Il senso del nascere e del morire.
Perciò non credo che ci sia bisogno di pregare per lui, a meno che pregare non significhi
gioire della sua gioia, credere che per lui non
ci sia più pianto, non più tristezza, non più
attesa, ma solo luce.
Prego per noi, che dovremo fare a meno di lui
e cercare senza di lui il volto di Dio, nei giorni
che ci restano.
Dovremo abituarci a vivere senza
la sua umanità profonda e appassionata, senza
la sua attenzione per i piccoli e i poveri, senza
la testimonianza della sua fede libera e forte.
È questo che vogliamo ricordare di lui in modo
speciale, soprattutto in questi tempi bui in cui
siamo chiamati a mostrare nei fatti cosa significhi la libertà dei figli di Dio.
Ti ringraziamo Padre, perché hai accolto il nostro amato Giuseppe nella tua pace.
Amici di Fontanella Sotto il Monte Giovanni XXIII
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