MACHERIO: UN PAESE CON TANTI AMICI
È cominciata così. Uno confida
a un altro che gli piacciono i fiori e gli piacciono le poesie. Le
poesie sui fiori poi... Il cerchio
si allarga e spunta (è il caso di
dirlo) l’idea di creare aiuole di
tulipani, dalie, mughetti, biancospini e compagnia floreale, accompagnate dai versi omaggiati
loro da poeti italiani e stranieri.
Dopo, si sa, ci si prende gusto,
ad aggiungere bellezza e, ancor più, ad aggiungerla in compagnia di amici. E perché non
piantare anche alberi? Chiediamo all’amministrazione comunale, dato che dobbiamo operare su spazi pubblici, se è d’accordo.
Come si fa a non essere d’accordo con cittadini che prestano
gratuitamente la loro opera per
migliorare il paese? Magari ce
ne fossero tanti altri.
L’ora alla settimana che ci si era
prefissati (“l’ura verda”) raddoppia, triplica, ma non è un problema. Finita l’operazione alberi, prevalentemente da frutto, c’è
un intero bosco da far rivivere,
disseppellendolo dalle sterpaglie
(regalo della natura) e dalle immondizie (regalo dell’uomo) che
lo soffocano. Questo è un lavoro
lungo, faticoso, minuzioso; beh, se ci si impegna a farlo, si fa.
Mentre si disbosca, l’occhio corre
sui rettangoli di verde posti proprio lì di fronte, all’ingresso del
cimitero.
Non sarebbe meglio
riempirli di fiori? Al più “giardiniere” della compagnia scappa detto che tutti quei crisantemi
destinati, una volta terminato il
loro compito di ornare le tombe
nei giorni dei morti, a finire nei
bidoni possono servire ancora.
Sono come l’araba fenice, che risorge ogni volta dalle sue ceneri.
Basta saperlo, e basta soprattutto aver voglia, per raggiungere due scopi con un’unica azione:
abbellire il posto più frequentato e rispettato dai Macheriesi e
concorrere alla buona pratica del
riuso, che di questi tempi - ma
dovrebbe essere di tutti i tempi
- è pratica preziosa.
Ogni tanto, girando per il paese, si annota dove è il caso di
sistemare qua, aggiungere là, davanti alle scuole, nei giardinetti
di via Matteotti e di via Manara, a copertura del lungo muro
di via Mascagni, insomma dove
c’è da migliorare.
Adesso, dopo questo po’ di esperienza, ci si appresta al grande
salto.
Gli “Amici del Paese” hanno deciso di fondare un’associazione tutta nuova e aperta a tutti. Il nome? È già lì bell’e fatto:
“Amici del Paese”, il paese di
Macherio e il giornale omonimo.
Ma allora dove sta la novità? La
novità c’è ed è di quelle importanti. L’associazione continuerà
sì a interessarsi di fiori e piante,
ma allargherà la sua sfera d’azione a un sacco di altre cose,
fin dove e fin quando lo permetteranno le capacità inventive e il
tempo messo a disposizione da
chi vorrà aderire.
Per iniziare, sono stati individuati tre campi di intervento: oltre
all’ambientale, il culturale e il sociale. Ma non esistono già associazioni con queste finalità? Sì e no.Non sono pochi i volontari
che, singolarmente o in gruppo,
si danno da fare per la comunità.
I nuovi arrivati ci metteranno del
loro, che sicuramente non sottrarrà un grammo di impegno agli
altri, ma al contrario aggiungerà
energie e creatività.
Un paese si deve solo augurare
che i volontari aumentino; vuol
dire più idee, più attenzioni, più
risultati. Per stare in argomento,
più verde, più apertura, più solidarietà. Nessuna concorrenza,
dunque, che sarebbe stupido;
nessuna sovrapposizione, che
sarebbe inutile.
Gli “Amici del Paese” hanno in
testa un obiettivo e un metodo
ben chiari: abbellire Macherio
e offrire occasioni di incontro e
confronto a se stessi e agli altri. Come e quando? Aprendosi
al contributo, di idee e di energie, di chiunque condividerà le
proposte, si tratti di singoli o di
associazioni.
È questione di poco tempo, quello
necessario a completare le pratiche burocratiche, indispensabili
per garantire la solidità dell’associazione, e verrà diffuso il comunicato ufficiale della nascita
degli “Amici del Paese”.
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