MACHERIO: MA CONCRETAMNETE COSA PROPONGONO?



Martedì 1 ottobre il Giornale di Carate, in un trafiletto nella pagina dedicata a Macherio dal titolo "Opposizione", illustrava l'imminente affissione di manifesti del Centrodestra locale "sull'annosa questione del centro sportivo".

Tra le righe in un virgolettato attribuito al capogruppo del Centrodestra si diceva: «Abbiamo una zona del paese ferma. Si parlava di piscina e rugby a partire dal giorno successivo le elezioni ma abbiamo avuto un bando andato deserto. Questa Amministrazione, pur avendo già fallito in questo primo anno, vuole proseguire nelle sue folli idee: investire 1 milione 300mila euro di soldi macheriesi per aiutare un privato a costruirsi la piscina, pagare un canone annuo a questo privato, oltre a sobbarcarsi l'onere della manutenzione straordinaria.»

Il manifesto dell'opposizione locale ha avuto anteprima sui cosiddetti "social" dove si poteva leggerne il contenuto polemicamente contrario e vagamente allarmato sulla perdita di 2 anni di servizi, sullo spreco di denaro "dei macheriesi", sulla salute mentale degli attuali amministratori e sulla necessità imprescindibile di "attuare trasparente democrazia" tramite un consiglio comunale aperto.

Salvaguardando la diversità di progettualità politica e la connessa sacrosanta libertà d'espressione, c'è da chiedersi quali siano gli interventi che hanno qualificato le forze politiche dell'attuale centrodestra macheriese firmatarie del manifesto. Quali e dove sono i segni urbani dei loro progetti? Quali interventi, diretti e/o affiancati ad associazioni, hanno generato, sostenuto, agevolato e favorito servizi sociali, e/o culturali, e/o di semplice e sano intrattenimento?

Neppure vestendosi da novelli "Diogene", muniti, anche di giorno, di apposita lampada, si rischia di trovare questi segni. Non si è pensato, né tanto meno progettato, una palestra, una scuola media, un centro sociale ... o altro. Non si è intervenuti a ristrutturare edifici nel rispetto della loro storia, indipendentemente da chi (parte politica) quegli edifici ha voluto. Più precisamente, quando lo si è fatto, si sono sprecati spazi e soldi (ambulatori, Curt del Cagnat, etc.), perdendo tempo ed energie ad inseguire chimere (su tutte quelle collegate alla defunta Pedemontana).

Ma perché tutto ciò? Sicuramente, tra vari motivi minoritari, spicca chiaramente una inestirpabile “ideologia politica". Bisognava e bisogna andare contro perché quelli che propongono e tentano concreta realizzazione "sono comunisti". Questa attuale destra locale, in linea con un recente passato, nei suoi proclami, nei suoi progetti (fumosi? e/o generici? e/o privi di enunciata fattibilità?) non tocca mai accettabili livelli di "concretezza politica". Concretezza che ti obbliga, se vuoi essere "Amministratore", a pensare e dare priorità per mettere in fila interventi capaci di favorire il "massimo possibile di socialità", per favorire il "massimo possibile di educazione alla cittadinanza".

Conoscendo il fastidio, a volte davvero insopportabile, di comportamenti irrispettosi della libera convivenza civile e riconoscendo, perciò, l'eventuale necessità dell'azione repressiva e sanzionatoria di detti comportamenti e dei loro autori, occorre da parte di tutti convincersi che la strada da percorrere, pur faticosa e difficile, per una auspicabile buona vita cittadina passa inevitabilmente dall'educazione ad essa.
Agli amministratori, di maggioranza o di opposizione che siano, spetta pertanto il dovere di creare le condizioni più articolate, dove possa svilupparsi questa "educazione civica", perché, unitamente a tutte le altre componenti di una comunità (famiglia, parrocchia, scuola, associazioni, etc.) si possa appunto realizzare il miglior vivere possibile, che necessita, oltre alle regole, di interventi che, al di là di passate, dogmatiche e anguste logiche "pubblico-privato", cerchi collaborazioni capaci di produrre servizi ai cittadini.

A me pare che il contenuto del manifesto rimanga purtroppo confinato in quella logica "ideologica" che rischia concretamente di svilire la funzione e l'efficacia di un'azione amministrativa. E' la logica, purtroppo, che, perfettamente in linea con l'andazzo a livello nazionale, costruisce le proprie azioni su un quadro ideale asfittico che produce sostanzialmente contributi inutili, se non addirittura dannosi.

A me pare che sul tema "piscina" prima di qualsivoglia giudizio di localizzazione e/o di costi e/o di struttura ci si debba esprimere "sull'utilità sociale" dell'intervento; sulla stimata possibilità che questo bene sia potenzialmente in grado di contribuire positivamente, soprattutto per i cittadini più piccoli, ad un peculiare ampliamento della pratica sportiva, sotto più aspetti: fisico, aggregativo e, perché no, competitivo.

Ricordo che in passato si è tentato più volte di realizzare una struttura siffatta, sia a livello consortile (l'ultima, localizzata a Bareggia, con Biassono, Sovico e Lissone capofila) sia in collaborazione col privato (bando cancellato dall'ultima maggioranza amministrativa del centrodestra macheriese), ed è un ricordo che fa male e che rafforza la convinzione che anche l'attuale opposizione locale non vuole la piscina (definita sprezzantemente: "tinozza", oppure: piscina ad uso di interessi privati) e non ha da dare nessun contributo reale, migliorativo o sostitutivo, a quella che è "la vita sociale di una comunità".

E sì !!! piaccia o no, questo nostro centrodestra locale non è purtroppo distante da una logica di potere e da un comportamento politico nazionale che, disatteso un contratto (!!!???), piuttosto che affrontare le fatiche dialettiche e inevitabilmente compromissorie del governare, buttano per aria il tavolo, alla faccia degli italiani, delle criticità economiche, del diritto-dovere delle istituzioni pubbliche e non di essere gestite.


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