MACHERIO, IL PAESE ALL'INCONTRARIO

Che le unioni civili, dopo le grandi città, sarebbero approdate anche nelle comunità di dimensioni minori, era scontato. Infatti, dopo Biassono, dopo Triuggio, è stata la volta di Macherio. C'è sempre una prima volta, che qualcuno attende con interesse, qualche altro con curiosità, molti con atteggiamento giustamente neutro.

Alla seconda sicuramente non se ne accorgerà neppure il giornale alla caccia di colore, ma pazienza se la novità suscita commenti perplessi. Perché stupirsi, dunque, se anche a Macherio la prima cerimonia non sia passata in silenzio?

Lo stupore deriva dalla costatazione opposta: che non al bar, non il cittadino in vena di confidenze, ma un consigliere comunale di opposizione, quindi un uomo delle istituzioni, si è scagliato contro non l'esibizione, ma la riservatezza che ha caratterizzato il fatto.

" E' vergognoso non averlo reso noto ai cittadini", quello che io contesto al sindaco è la mancanza di trasparenza e correttezza. Veniamo a scoprire di un'unione civile non resa pubblica. Il Sindaco non ha il coraggio delle proprie azioni?" 

Chi può aver sostenuto una tesi tanto strampalata, che è il sindaco ad dover

pubblicizzare un'unione piuttosto che un matrimonio o un divorzio? 

Una scommessa con i lettori: avranno pensato, che so, a un radicale, a un portavoce gay, comunque a un sostenitore  accanito della legge sulle unioni civili.

Acqua, acqua. A cercare visibilità sulla stampa è il capogruppo di opposizione, dal quale ci si aspetterebbe casomai una protesta se si desse troppa pubblicità all'evento, non al contrario. Autogol che neanche il mitico Niccolai.

Se possiamo permetterci, consigliamo al sindaco di farci una risata e, capitasse ancora, di dare almeno un colpo di telefono al capogruppo dell'opposizione; magari ci tiene a far da testimone.