MACHERIO, GIORNALI, GIORNALINI, GIORNALETTI

Il Corriere delle Sera vent’ anni fa vendeva 650.000 mila copie, oggi arranca, comprendendo il digitale, ben sotto le 300.000 mila copie. Anche la Repubblica si è dimezzata: dalle 575.000 mila del 1996 alle 240.000 odierne.
Queste per le prime due testate nazionali. A scorrere La Stampa 150.000 mila copie, Il Giornale 70.000, Il Fatto Quotidiano 40.000, il Giorno 38.000, Libero 33.000, la Verità 20.000, Il Foglio 10.000.

È da anni che si discute della crisi della carta stampata, soppiantata dalla novità di internet, molto più rapida e ricca e dal martellamento televisivo, molto più spettacolare.

Ha colpito anche un giornalino locale come Il Paese, la crisi della carta stampata? Un po’ sì; come potrebbe essere diversamente? Per fortuna, o per merito dei redattori, o per affettuosità dei lettori, o per entrambe le cose, il calo è ben lontano da quello registrato dai giornali nazionali. Un nutrito gruppo di abbonati e alcuni generosi inserzionisti ci permettono ancora, dopo tanti anni, di coprire i costi che il nostro mensile comporta: 10.000 euro circa, compreso il calendario omaggio. 

Di questo Il Paese vive, non percependo nemmeno un centesimo i volontari che lo preparano. Siamo contenti così, ma ogni tanto ci sfiora un pensierino cattivo. Bisogna subito cacciarli, i pensieri cattivi pur anche minimi, ma a parteciparli ai lettori non si fa danno a nessuno. Dunque, fino a pochissimo tempo fa diverse testate nazionali erano letteralmente tenute in piedi da sovvenzioni statali. Per fortuna le cose stanno per cambiare. 

Ora, che la cultura dell’informazione possano essere favorite dal contributo finanziario della comunità, non è affatto scandaloso. La Scala, per dire, non sarebbe la Scala senza interventi pubblici e, per passare dal grande al piccolo, la Festa di San Cassiano sparirebbe se venisse a mancare il pur modesto apporto comunale. Allo stesso modo garantire la pluralità dell’informazione è compito, dedicato, di tutti i cittadini.

Ma. Ma c’è modo e modo. Che un giornale che non arriva a vendere 10.000 copie in tutta Italia (praticamente 1 copia per Comune) ricevesse dallo Stato 1 milione e mezzo di euro e ancora nel 2014, 400.000 euro, non fa venire quel pensierino collettivo? Che si chiami Il Foglio o, se pur con tiratura decuplicata, l’Avvenire, l’Unità, la Padania, Motocross (ebbene sì, euro 224.000 per Motocross), Dolomiten (1milione), sempre soldi nostri sono.



Con le sue 700 copie che, fatte le debite proporzioni, valgono cento volte di più del giornale fondato da Giuliano Ferrara, Il Paese continua da trentasette anni a fornire ai Macheriesi un servizio, modesto secondo le nostre capacità di non giornalisti, senza aver mai chiesto e senza mai chiedere un solo euro di contributo pubblico. Insistiamo a chiedere il sostegno di chi ritiene che conoscere la propria comunità continui ad essere importante.
  

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