MACHERIO, CHE LA FESTA COMINCI


La prossima festa di San Cassiano sarà probabilmente ricordata per essere stata l’ultima a celebrarsi nel tradizionale mese di agosto. A dire il vero già nel 1949 il sacerdote di allora, don Cesare Casati, constatava “come in questi anni molti non sono a casa per la festa che ricorre nel periodo delle ferie di ferragosto. Si comincia [così] a ventilare la proposta di spostare la festa a data più opportuna, ma molti sono contrari e per ora non si fa nulla”. 

Nel 2017, anno in cui tra l’altro saranno centocinquant’anni che la chiesa di Macherio custodisce le reliquie di San Cassiano, nello specifico la testa, naturalmente in accordo con la parrocchia, si tenterà l’esperimento. Dall’ultima domenica di agosto alla prima di settembre. Come andrà, se ci sarà la partecipazione auspicata, lo scopriremo vivendo.

Nonostante gli alti e i bassi (il programma civile della festa ha conosciuto prima del 1981 un periodo di latitanza) questa ricorrenza ha sempre rappresentato, nel corso dei decenni, per non dire dei secoli, un’importante occasione di ritrovo per l’intera comunità.

Esempi se ne possono recuperare andando anche molto indietro nel tempo. A partire dal lontano Ottocento. Il 13 agosto 1874, terminati i lavori di ampliamento del cimitero e il restauro dell’oratorio, il parroco don Giovanni Casati benedì il nuovo altare e celebrò la messa. La funzione fu ripetuta, dieci giorni dopo, proprio in occasione della festa di S. Cassiano alla presenza di un folto gruppo di fedeli giunti persino dai paesi limitrofi. Il 17 agosto del 1880 fu il turno del collaudo delle opere di ampliamento della chiesa. 

La cerimonia di benedizione si tenne la domenica successiva che “essendo la quarta domenica del mese suolsi dedicare a S. Cassiano”. Benché “piovesse a dirotto – racconta don Tancredi Vassalli – fu immenso il concorso di pubblico accorso dai vicini paesi”. In molti approfittarono per visitare le reliquie del santo. In altre parole, volendo definire questa prassi con un proverbio, “si prendevano due piccioni con una fava”. Con l’arrivo del nuovo secolo questa consuetudine non viene meno. Sarà sempre in prossimità della festa che il 25 agosto del 1928 viene benedetta la chiesa, reduce da un travagliato lavoro di ampliamento durato anni. 

Lo stesso avviane per la cupola nel 1953, quando, a due anni dal noto crollo, i macheriesi poterono ritornare ad ammirarla “tanto bella e artistica che fu oggetto di ammirazione ed invidia anche per centinaia di forestieri dei paesi vicini”. Potremmo proseguire ancora ma ci fermiamo qui. Passano gli anni, le mode cambiano, ma la festa di San Cassiano continua a coinvolgere macheriesi e non solo. In parte anche grazie alle numerose associazioni locali che ogni volta spendono tempo ed energie per la buona riuscita della ricorrenza.

Quest’anno, in sintonia con il clima olimpico, lo sport sarà protagonista del programma civile. Diverse iniziative saranno organizzate un po’ ovunque nel paese. Dal Karate alla scherma, in piazza lavatoio. Al minibasket e al roller, alla parete d’arrampicata allestita dal Cai, in via Italia. Passando per i giochi dei “tempi che furono” alle macchinine teleguidate nel parcheggio dell’ex “Compra bene”. 

Non mancheranno le consuete mostre che avranno come protagonisti i mosaici di Carla Daturi e le fotografie del gruppo “Immaginaria”. E naturalmente le serate d’intrattenimento che vedranno scendere in pista il tango e le canzoni dei due Lucio più famosi della musica italiana. Sempre ai fuochi, spettacolo offerto dalla Pirotecnica Verga e dalla parrocchia, il compito di chiudere e dare appuntamento alla prossima. 

Coviello Lucia Grazia







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