MACHERIO, A TUTTO GAS


Trentanove piloti posizionati in  griglia di partenza nella categoria Superstok 1000 tra cui ventuno ragazzi italiani e tra questi il ventiduenne Brianzolo cittadino sovicese Roberto Mercandelli. Il nostro giornale come è  accaduto altre volte di intervistare diversi sportivi, ha avuto il piacere di  intervistare anche Roberto giovane talento delle due ruote, pilota che corre con la Kawasaki ZX-10R  per il Team Pedercini   e il padre Gianfranco Mercandelli che accompagna il figlio insieme alla madre durante le gare.


Come e quando è nata la passione per i motori?

L’interesse per la velocità mi è stato trasmesso da mio padre, quando all’età di cinque anni per gioco, mi fece provare Go-Kart girando alla domenica nei piazzali di paese. In seguito vedendo che mi appassionavo sempre di più, abbiamo deciso di girare sempre per gioco nelle varie piste. All’età di sette anni, ho partecipato al campionato Brianza Karting vincendo alcune gare.
Quando hai deciso di passare alle due ruote?

Ho iniziato con le mini-moto a nove anni ma senza fare nessun tipo di gare. Successivamente ho partecipato al Trofeo Moriwaki con la prima evoluzione della Moto 3 nel 2009 facendo le prime piste importanti  il tutto con un Team formato da mio padre e amici appassionati di moto, con i quali  siamo riusciti a toglierci belle soddisfazioni arrivando quarti nel trofeo, mettendo dietro scuderie blasonate. Successivamente con la squadra RGP di Arcore, ho partecipato per due anni al Trofeo Cup R6 ottenendo dei podi e delle ottime prestazioni. Con la moto 600  di cilindrata ho gareggiato per due anni nel Campionato Italiano facendo anche il record della pista a Monza, e sempre nella stessa categoria il secondo anno sono arrivato quarto in classifica ottenendo una vittoria diversi podi e vari piazzamenti mai sotto il quinto posto. Sono poi approdato da quest’anno nella Superstok 1000 un mondiale veramente durissimo in cui tutti vanno a tutta.  Con la mia Kawasaki Zx-10R  del Team Pedercini uscita questo anno, cercherò di dare il massimo sapendo che comunque la moto essendo nuova ha bisogno di essere migliorata.

Come avvengono i passaggi da una categoria all'altra?

È indispensabile dare il massimo sempre, raggiungere le migliori posizioni a fine campionato e farsi vedere come prestazioni ad ogni gara. I piloti all'incirca si equivalgono tranne alcuni casi dove prevale anche l’esperienza. . A fine campionato se si è  raggiunto un buon piazzamento, arrivano proposte di contratto dalle diverse case motociclistiche e i diversi sponsor.
Quanto sono importanti gli sponsor?

Più sponsor hai meglio è, soprattutto quando sei giovane e non ancora professionista come me. 

Che modello di vita deve tenere un pilota?

La forma fisica e l’attenzione ad ogni dettaglio sono fondamentali per un pilota come me che deve salire in sella a una moto che sfreccia a 300 kmh. Oltre ad una alimentazione corretta, faccio allenamenti facendo Supermotard sulle piste vicino al Pavese e quattro volte alla settimana mi alleno in palestra.

Cosa si prova a salire su una moto e viaggiare su bolidi a 300kmh?

Ogni pilota è abituato a correre ed è incredibile come ci si abitua ad andare a quelle velocità.  Solo guardando dal muretto i colleghi si capisce quanto si vada forte oppure quando si cade.

Il genitore cosa prova vedendo il figlio correre a certe velocità?

Come genitori, si provano grandi soddisfazioni a vedere il proprio figlio in griglia di partenza con piloti importanti e forti. Quando inizia la gara dal muretto dei box, si hanno ansia e  preoccupazioni, con la speranza che non accada nulla. Credo che questi pensieri anche dopo aver visto molte gare non si placheranno mai.

Vi ringrazio per l’intervista augurandovi un grande successo.

Alessandro Casiraghi

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