MACHERIO, GRAZIE MARCO
Qualche giorno fa ho incontrato Marco. E’ un alunno della
scuola elementare, era in Comune con la mamma che credo avesse sbrigato qualche
incombenza con gli uffici. Ci siamo incontrati e salutati.
Con quei suoi occhioni chiari mi ha chiesto, mentre
casualmente passavo, se poteva parlarmi. Alla sua richiesta, mi sono fermata e
la mamma si è silenziosamente messa in disparte. Era lui il protagonista che
voleva pormi alcune domande.
Mi sono messa di fronte a lui, in atteggiamento di ascolto,
curiosa di sentire le sue richieste. Lui in piedi, io seduta, in modo che
nessuno dei due prevalesse anche in termini di altezza. Io e lui, alla pari, in
un momento confidenziale. Ci potevamo guardare dritti negli occhi. La mamma
aveva fatto un passo indietro e semplicemente osservava.
In modo deciso, ma perfettamente concentrato sulle parole,
mi ha rivolto la sua prima domanda. “Quando sarà sistemata la piramide?” Gli ho
spiegato che ormai si tratta di avere ancora poca pazienza, perché l’intervento
è già stato commissionato.
Poi ha voluto raccontarmi la scorrettezza dei ragazzi grandi
che causa danni ai giochi nuovi,
recentemente posizionati e mi ha anche espresso il desiderio di vedere
installati alcuni giochi all’oratorio . Ho convenuto sulle sue parole e spiegato
che le conseguenze dei danni sono costose, causano disagi e che il rispetto è
un valore fondamentale; gli ho anche brevemente spiegato gli ambiti di
intervento comunale e motivato l’impossibilità di tradurre in pratica la sua
proposta.
Mi ascoltava, attento e concentrato sulle mie risposte. Non
abbiamo avuto tempo di approfondire la conversazione: lui doveva tornare a
scuola e altri cittadini mi stavano attendendo.
Prima di salutarci gli ho chiesto quale classe frequentasse.
Non è la prima volta che incontro bambini e alunni delle
scuole; mi capita e mi piace entrare nelle classi per un saluto, per qualche
invito, anche a volte per rimarcare attenzione e rispetto delle cose e delle
persone, ma quest’ultimo incontro mi ha suscitato il desiderio e l’importanza
di fare di più. Tutti i giorni ascolto tante persone, tanti punti di vista, ma
troppo raramente sento il punto di vista di quella parte di piccoli cittadini
che mi sta molto a cuore: i bambini.
Per questo mi piacerebbe iniziare un percorso che potrà
permettere ai tanti Marco di esprimersi e offrire proposte, di dare consigli,
di essere più partecipi e coinvolti nella vita amministrativa e della comunità.
Rispetto al come, quindi sulle modalità organizzative io e
il mio Assessore abbiamo già fatto una riflessione: si potrebbe far
riferimento a esperienze consolidate di
Consigli comunali dei ragazzi, che prevedono la nomina di rappresentanti delle
diverse classi, ma che non possono
prescindere da una capillare organizzazione e condivisione del corpo docenti
per non ridursi a momenti
istituzionalizzati, ma scarsamente efficaci.
Credo si possa iniziare anche da esperienze limitate a un
piccolo gruppo, laddove sia presente una certa sensibilità delle insegnanti già
impegnate nel loro percorso didattico sui temi relativi al rapporto tra scuola
e ambiente in cui si vive.
Io e il mio Assessore condividiamo questo percorso, ne siamo
convinte e ci proveremo perché si comincia da piccoli a essere buoni cittadini.
Si comincia da piccoli a prendere conoscenza delle istituzioni e consapevolezza
di una comunità. I bambini sono la nostra speranza e del loro entusiasmo
abbiamo bisogno per ricordarci che una comunità è fatta di persone e di
relazioni che devono essere rafforzate per migliorare insieme, e che ognuno
deve essere educato a vivere il paese
come fosse suo e a proteggerlo.
Noi incominciamo a seminare, vedremo se raccoglieremo con
soddisfazione.
Sindaco
Mariarosa Redaelli
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