MACHERIO, NON PERCHÉ' IL DOCENTE LO DICE L'ALUNNO LO APPRENDE



SONO  NECESSARIE STRATEGIE E STRUMENTI PER UN REALE MIGLIORAMENTO DEL LAVORO DEGLI INSEGNANTI E DEGLI ESITI DI APPRENDIMENTO DEGLI STUDENTI.

Ho sempre pensato che l’apprendimento avvenga attraverso il “piacere” il bambino impara a stare al mondo, attraverso il gioco ( cosa molto seria ).

Ho sempre sperato che i miei figli potessero incontrare insegnanti che facessero loro da registi con i quali  muoversi per scoprire per auto educarsi insomma una scuola ricca di laboratori dove poter imparare apprendere senza l’ansia del giudizio.


Mi piacerebbe una scuola dove gli alunni immersi in ambienti ricchi di stimoli possano raggiungere gli obiettivi richiesti attraverso strumenti vari dove la valutazione dell’insegnante si distacchi dal semplice giudizio dell’alunno sul risultato/prodotto ma centri la verifica sul soggetto/produttore ma soprattutto una scuola che rispetti i tempi e i ritmi sia endogeni che esogeni di ogni bambino.

Forse la nostra scuola di Macherio esprime ancora al suo interno una contraddittorietà laddove la griglia ministeriale è sufficientemente rigida per impedire percorsi formativi di ampio respiro ma non cosi’ strutturata da non permettersi un miglioramento in direzioni che siano “oltre” e “avanti” rispetto alla pura tradizione pigra e accomodante.
Non esiste un modo unico, stereotipato per apprendere; ognuno impara a suo modo, con i suoi tempi.

Parecchie sono le scuole statali, primarie e secondarie, in Brianza che hanno creduto nel cambiamento come opportunità, offrendo un insegnamento veicolare della lingua inglese (CORSI CLIL) tenendo conto delle trasformazioni sociali e tecnologiche, con uno sguardo sempre orientato al futuro, con la preoccupazione di fornire un’offerta formativa all’altezza dei tempi, di non perdere il treno, di provvedere un’istruzione che corrisponda al fabbisogno della gente e della società, senza discorsi criptici e retoriche insulse.




L'acronimo «Clil»Content and Language Integrated Learning è un grande ombrello che racchiude tutta una serie di metodologie innovative a tutti i livelli di scolarità e formazione in cui l'acquisizione delle lingue straniere non viene considerata un fine ma un mezzo, un veicolo per pensare e fare, per parlare e comunicare i contenuti di scienze, geografia e tutte le altre discipline, nessuna materia esclusa.








Il CLIL, oltre a sviluppare competenze linguistiche e comunicative usando la lingua in modo naturale e innovativo, consente agli studenti di aumentare la motivazione.

Il CLIL permette un uso significativo della lingua per raggiungere risultati immediati, legati alla vita reale e lo sviluppo di una consapevolezza multiculturale.

Si ritiene che questa modalità didattica possa favorire la preparazione per il futuro formativo e lavorativo in un contesto sempre più globale. 

L’innovazione che il CLIL porta con sé è “l’ambiente di apprendimento”. 
Si impara una lingua non tanto perché, a scuola o a casa, si passa del tempo a fare esercizi, a studiare elenchi di vocaboli e di espressioni, ad esercitasi in attività scritte e orali. Anche. Sono soprattutto le occasioni che vengono date per usare una lingua in contesti significativi che rendono l’apprendimento efficace.

Infatti non si tratta tanto di imparare una lingua ma di imparare ad usare una lingua.
Inoltre, non dimentichiamo che, tra i fattori che possono contribuire a rendere l’apprendimento significativo, gioca un ruolo di primo piano tutto ciò che ci circonda, ciò che ci entusiasma, ciò che interessa e stimola la nostra curiosità, ciò che aumenta la motivazione ad imparare. L’ambiente di apprendimento diventa, quindi, di primaria importanza per lo sviluppo di una delle competenze chiave di cittadinanza, ovvero l’imparare ad imparare: imparo una lingua attraverso un contenuto disciplinare, ma imparo anche come si impara

La metodologia di insegnamento non è uguale per tutte le classi. In prima gli alunni hanno poca conoscenza della lingua inglese, ma molta curiosità e pochi preconcetti. Si favorisce un approccio «ludico»; la maggior parte delle lezioni si svolgono in palestra dove gli alunni imparano ad eseguire istruzioni in inglese – ossia imparo giocando.

In seconda si favorisce invece un approccio più indirizzato all’ascolto di storie, di musiche, oppure si lavora sulle immagini.

In terza si segue in lingua lo stesso percorso delle materie obbligatorie – geografia, scienze ecc. L’insegnante CLIL, in stretta collaborazione con l’insegnante di materia, rafforza i concetti già assimilati dagli alunni con piccole varianti – l’intera lezione si svolge in lingua inglese, quindi i concetti già assimilati sono ripresi con lessico e mezzi di comunicazione diversi.

In quarta e quinta si prosegue il lavoro già iniziato in terza, consolidando e rafforzando sempre più la materia di base, e allo stesso momento offrendo agli alunni l’opportunità di interagire in inglese.

Non possiamo sapere se sia la risposta migliore possibile dal punto di vista didattico o solamente la più sostenibile dal punto di vista economico, ma oggi il metodo CLIL, è una possibile risorsa della scuola e come tale non deve essere sprecata. È compito del mondo della scuola sperimentare le modalità per rendere sempre più efficace, efficiente e innovativa la didattica.

UN GENITORE DI MACHERIO.

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