MACHERIO, I VOLTI DEI MACHERIESI
“Per la nostra gente, il volto della
Repubblica è quello che si presenta nella vita di tutti i giorni: l’ospedale,
il municipio, la scuola, il tribunale, il museo. Mi auguro che negli uffici pubblici e nelle istituzioni possano
riflettersi, con fiducia, i volti degli italiani.
Sono parole che il
nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha esternato nel suo
discorso di insediamento, incentrato sul ritrovare l’unità del popolo italiano, individuando negli uffici pubblici
il luogo in cui principalmente nasce e si alimenta (o purtroppo deperisce) il
senso della comunità perché lavorare in uno degli Enti statali, regionali,
provinciali, comunali regola e influenza
la vita di tutti noi cittadini.
Anche il nostro
Comune è chiamato in causa. Il cittadino quando si rivolge all’Amministrazione
Comunale e agli Uffici deve sentirsi a proprio agio, deve essere aiutato a trovare
risposte adeguate alla soluzione dei suoi problemi. La cura nei rapporti con i
cittadini è il principio basilare che riflette il volto dell’istituzione. A noi
Amministratori spetta il compito di
onorare il patto pro tempore sottoscritto con la comunità intera che ci ha eletti e di far in modo che, non
solo sindaco e assessori, ma l’intero Ente sia effettivamente al servizio della
comunità e ad esso si rivolga con fiducia.
Solo i cittadini possono valutare se questo
avviene, non tocca a me tale giudizio. A noi, che abbiamo la responsabilità di
amministrare, spetta invece il compito di creare le condizioni perché questo
avvenga nel miglior modo possibile. Un impegno non semplice, vista l’attuale
situazione.
Oggi le
modalità operative con cui si confrontano quotidianamente i dipendenti comunali
sono in continua evoluzione e diventano sempre più complesse; norme e
regolamenti da rispettare diventano sempre più impegnativi in termini di tempo,
di aggiornamenti e di formazione, le richieste da parte dei Ministeri sono sempre più frequenti nel rispetto della
trasparenza, dell’anticorruzione, della semplificazione e della digitalizzazione:
tutti elementi certamente importanti e significativi in nome dell’ innovazione,
della modernizzazione e dei controlli della Pubblica Amministrazione, che però
vanno a sommarsi alle già numerose
scadenze da rispettare e gravano in modo
significativo sul lavoro quotidiano.
E’ ovvio che
a sentire maggiormente il peso di queste novità siano i Comuni di piccole
dimensioni come il nostro, dove non si può certo parlare di personale in
sovrannumero, dove la struttura organizzativa si affida soltanto ai responsabili di servizio
che continuamente aggiornano competenze e professionalità per stare al passo con
i tempi e si trovano, di conseguenza, a chiedere sempre di più ai loro collaboratori.
A questa
realtà sono da aggiungere gli obiettivi programmatici che l’Amministrazione si
pone e che vengono concretizzati dal personale degli uffici. In nome del
contenimento della spesa a cui siamo obbligati non ci possiamo permettere nuove
assunzioni né tanto meno consulenze e ci vediamo costretti a chiedere sempre maggiori
sforzi e impegni: a esigere.
Noi
amministratori che quotidianamente viviamo la macchina comunale comprendiamo
bene le diverse situazioni e le difficoltà che, di questo passo, potrebbero
rendere meno fluide le tempistiche e gli approfondimenti che le istanze dell’intera
comunità richiedono. Ecco perché, all’interno della struttura organizzativa,
Collaborazione è la parola chiave che
aiuta ad affrontare la complessità del momento ed
è quanto viene richiesto agli operatori. Se non ci fosse tutto sarebbe ancor più
difficile.
Ancora una volta fare squadra e unire le
competenze risulta la formula migliore.
Nel frattempo, di fronte alle complessità, vanno individuate all’esterno dell’Ente, tutte
le forme possibili per lavorare meglio e non abbassare il livello di fiducia
che ancora oggi i cittadini dimostrano nell’Istituzione a loro più vicina, a
cui chiedono a gran voce risposte celeri e semplici.
Penso alla Provincia,
oggi Ente di secondo livello composto da sindaci, in cui l’Assemblea dei
Sindaci ha una funzione importante, che può svolgere un ruolo fondamentale:
diventare il punto di riferimento dei Comuni, soprattutto di quelli delle
nostre stesse dimensioni, e mettere a disposizione le competenze e le
professionalità di cui dispone per farsi carico delle complesse e lente
procedure che oggi ingessano le nostre realtà. Così sarà in grado di essere
veramente la Provincia dei Comuni e di avere un ruolo che i cittadini potranno comprendere.
Ma penso
anche che la tanto annunciata aggregazione
dei comuni, già presente in alcune piccole realtà, possa essere la nuova strada da intraprendere per un nuovo modello
organizzativo rispondente alle esigenze e alle sfide dell’oggi e del
domani. Lavorare in tal senso è compito di noi sindaci che non potrà
attendere a lungo e su cui dobbiamo iniziare a confrontarci per non lasciar
cadere le parole del nostro nuovo Presidente.
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