MACHERIO, FIGLI DIGITALI-OPPORTUNITÀ O RISCHIO
E’ ormai riconosciuto che la
modalità migliore per aiutare i ragazzi ad affrontare le difficoltà della
crescita sia quella dello sviluppo delle “Life
Skills” cioè delle competenze e
capacità individuali, sociali e relazionali che permettono loro di affrontare
efficacemente le esigenze e i cambiamenti della vita quotidiana.E’
importante per gli adulti riconoscere i propri punti di forza e di debolezza
per non isolarsi quando si sentono in difficoltà di fronte ai cambiamenti
naturali degli adolescenti, per proporsi come modelli positivi in grado di problematizzare e affrontare le criticità.
La comunicazione sociale è sostenuta
oggi da moderni strumenti che consentono di superare le barriere e i vincoli di
tempo e di spazio e, fra i nuovi modi di comunicare, Internet è certamente uno
dei mezzi che offre maggiori opportunità.
I ragazzi passano sempre più tempo
“connessi”, in collegamento costante coi loro amici, coi loro compagni, tramite
gli smartphone o i computer, usando le piattaforme di social networking,(le più
diffuse Watsapp e Facebook), per scambiarsi messaggi, stati d’animo, canzoni,
fotografie. Anche nel passato i
ragazzi raccoglievano pensieri, messaggi
e fotografie nelle agende e diari, ma ora il mezzo di comunicazione è diverso e
questo fa differenza.
La rete ha potenzialità eccezionali,
e può essere soprattutto un incredibile strumento di apprendimento, ma cosa fanno i ragazzi online? come
impiegano il tanto tempo che trascorrono in luoghi (o non-luoghi…) che gli
adulti conoscono e frequentano molto poco?
Quando navigano in
internet non sappiamo dove vanno e se qualcuno li avvertirà dei pericoli e dirà
loro come prevenirli.
In
altre parole, istruire un ragazzo ad accedere alla
rete, scaricare musica, registrarsi su facebook (cosa peraltro non
consentita ai minori di 13 anni!),è facile ma diverso è attrezzarlo per
fronteggiare i potenziali rischi a cui la rete, insieme alle molte opportunità
lo può esporre. E’ come insegnare ad andare in motorino... la tecnica è
semplice e si impara subito, ma poi bisognerà assicurarsi che i ragazzi mettano
il casco, conoscano i segnali stradali, i rischi dei differenti percorsi.
Gli adulti che
accompagnano i ragazzi nella loro crescita (genitori, insegnanti, educatori,
allenatori sportivi ecc.) spesso non conoscono queste piattaforme, ne ignorano
le potenzialità e i rischi, non hanno idee su come mettere in atto strategie
educative che da un lato possano tutelare la ricchezza e la quantità di stimoli
e di apprendimenti disponibili in rete, e dall'altro possono mettere a rischio
la loro privacy e la loro immagine.
A 11-12 anni avviene il primo massiccio approccio all’uso del cellulare,
internet, social network, videogiochi; è questo il momento per realizzare
azioni di Media Education.
Nella
serata del 28.11.2014 è prevista una iniziativa, presso la sede dell’Istituto
Comprensivo “G. Rodari” di Macherio promossa dall’Amministrazione Comunale di
Macherio, in collaborazione con il Servizio Dipendenze dell’ASL Monza e Brianza
e Spazio Giovani, la Scuola ed altri Comuni del
Distretto di Carate , sull'utilizzo
Verranno affrontati alcuni fenomeni
che stanno dilagando sempre più tra i giovani tra cui:
- “cyberbullismo” ovvero gli atti di bullismo e di molestia
effettuati tramite mezzi elettronici, la messaggistica istantanea, i blog, i
telefoni cellulari, e/o i siti web. Pur
presentandosi in forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare delle foto: spiacevoli o inviare mail contenenti
materiale offensivo può costituire un danno psicologico. In Italia, secondo l’Indagine nazionale sulla
Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011 [fonte:
Eurispes, Telefono Azzurro, 2011] un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet
informazioni false sul proprio conto
-“sexting” ovvero la moda
tra i giovani allo scambio di messaggi sessualmente espliciti e di foto e
video a sfondo sessuale, spesso realizzate con il telefono cellulare che, anche
se inviate a una stretta cerchia di persone, spesso si diffondono in modo
incontrollabile e possono creare seri problemi alla persona ritratta nei
supporti foto e video.
Per questo scambio di immagini
spesso si usa la tecnica del “selfie”,
una forma di autoritratto fotografico realizzata principalmente attraverso uno
smarthphone, un tablet o una fotocamera
digitale, condiviso sui social network quali soprattutto Instagram, Snapchat,
Tumblr, Facebook ed altri.
Il Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione
all’Informazione e alla Tecnologia dell’Università di Milano) ha somministrato
a 1800 ragazzi e ragazze della Provincia di Monza e Brianza tra i 14 e 18 dei questionari ed è risultato che
il 20% dei ragazzi posta messaggi a
contenuto sessuale per divertimento o per fare colpo, l’11,6% per essere
popolare e l‘8;7% per prendere in giro qualcuno, per ricevere attenzione o per
ricevere commenti positivi dai ragazzi o dalle ragazze. Sulle 778 interviste a ragazzi e
ragazze, 1 su 4 ha già provato almeno una volta il sexting.
Purtroppo i ragazzi pensano che ci sia totale impunità per ciò che
si divulga in rete e che non si possa ferire nessuno.
Occorre avvicinare i preadolescenti-adolescenti a un utilizzo
positivo di internet e ai social network, come opportunità di relazioni e di
divertimento ma anche come potenziamento della didattica, della cittadinanza
attiva, prevenendo al contempo i rischi di un uso distorto e rischioso.
La prevenzione è responsabilità degli adulti e l‘unico mezzo di
contrasto di questi fenomeni è l’agire
appunto sui presunti rischi e ricondurre la maggior parte dei giovani ad un uso
corretto e responsabile di questi strumenti di comunicazione.
Auspichiamo un ulteriore sviluppo di iniziative di partecipazione
e coinvolgimento dei cittadini come protagonisti della loro salute.
Marzia Tornaghi
Emilia Tedeschi Psicologa
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