MACHERIO, DUE CHIACCHERE CON LUIGI CONSONNI
Nuovo
assessore alla cultura e allo sport dopo il rimpasto di giunta, Luigi Consonni
è noto a buona parte della popolazione macheriese per la dedizione con cui da
anni cura le mostre in paese. All’esordio in questo ruolo, approfittiamo della
sua gentilezza per porgli qualche domanda.
Partiamo dalla cultura, parola che
suscita quasi fastidio per quanto è stata strumentalizzata. Qual è la Sua idea
di cultura?
La
cultura è per me nutrimento imprescindibile per la crescita dell’individuo
perché insegna al bello, alla passione del fare. La fatica dell’apprendimento,
dello studio come mezzo per conoscere sé stessi e migliorarsi è fonte di
felicità troppo spesso sottovalutata. Senza tener conto del ruolo cruciale che
la cultura ha sempre giocato nel favorire l’emancipazione dell’individuo, nel
fargli alzare lo sguardo e indicargli nuove prospettive.
Se dovesse descrivere in una parola lo
stato di salute della cultura a Macherio per quale opterebbe?
Limitata.
E come risolviamo questo problema?
La
parola d’ordine deve essere continuità. Con le poche risorse economiche disponibili
dobbiamo dare il massimo per incoraggiare nella popolazione “un’abitudine alla
cultura”, anche poco alla volta, evitando la curiosità momentanea dettata dai
grandi eventi. Con le mostre, ad esempio, che curo da tempo, cerco di portare
esperienze diverse che possano per così dire “gettare il seme” sia tra gli
adulti sia specialmente tra i giovani sperando che qualcuno possa poi coglierlo
e coltivarlo.
Una mano importante, in questo, può
arrivare dalle associazioni.
Il
loro aiuto è, senza dubbio, fondamentale. Per questo è urgente recuperare, con
le molte associazioni presenti sul territorio, un rapporto di fiducia e di
dialogo che si traduca in qualcosa di concretamente collaborativo. Evitando,
come spesso è avvenuto negli anni della precedente amministrazione, che vengano
trattate come semplici e meccaniche esecutrici di deleghe piombate dall’alto.
Lei si occupa anche di sport. Qui in che
acque navighiamo?
Se
mettiamo un attimo da parte il discorso relativo al calcio e al centro sportivo,
possiamo affermare, senza sbilanciarci troppo, che le altre società godono relativamente
di buona salute. Progetti sovra-comunali come l’ “MB501” per il basket sono
esperienze partecipative molto interessanti dalle quali poter trarre
ispirazione anche per altri ambiti come quello culturale, ad esempio. Per il
problema relativo al calcio e al centro sportivo, dopo due gare d’appalto
andate deserte lo scorso anno, la soluzione più ragionevole, a questo punto,
sarebbe trovare dei finanziatori privati.
Infine, quando si pensa alla cultura il
pensiero corre subito ai libri. Ci sono stati libri che più di altri hanno
condizionato il suo modo di pensare, la sua visione della vita e del mondo?
Nessuno
in particolare. Diciamo che vado a periodi, ma sia che si tratti di arte o di
informatica sono portato ad approfondire l’argomento, a mantenere uno sguardo
tecnico-critico anche rispetto a un’attività spesso considerata di svago come
la lettura.
Lucia Coviello
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