MACHERIO, SCUOLA MEDIA STOP AL TEMPO PIENO. LETTERA DEL COMITATO GENITORI


Scuole medie: basta lezioni nel pomeriggio? Quali sono le prospettive per il futuro dei nostri ragazzi?

La funzione della scuola pubblica, che, negli ultimi dieci anni è stata messa a repentaglio dalla discontinuità delle politiche regressive nazionali e dalla continua riduzione di risorse ed insegnanti, deve, o forse “dovrebbe”, garantire ed assicurare ad ogni cittadino il pieno sviluppo della persona e la partecipazione all’organizzazione politica economica e sociale del Paese e deve (o dovrebbe) evitare che si affermi una scuola di predestinati, dove ad imparare e ad essere promossi siano solo coloro che hanno le migliori condizioni di partenza.

In questi anni il taglio netto delle risorse e le recenti riforme della scuola hanno messo a repentaglio il perseguimento di questi alti obiettivi.

Di fatto, la mancanza di offerta formativa condivisa e partecipata tra tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e non, unita a scelte politiche scellerate, che tengono conto solo dei bilanci in pareggio, anche quando si tratta di un servizio istituzionale e fondamentale per tutti i cittadini e per le nuove generazioni, hanno portato ad una scuola primaria di secondo grado abbandonata a se stessa, vittima degli eventi e della mancanza di programmazione e di investimenti fondamentali.
Hanno portato ad un’offerta formativa praticamente inesistente ed irrisoria, alla diminuzione di laboratori di approfondimento e di crescita personale con la (ovvia) conseguenza di una drastica diminuzione della richiesta, da parte delle famiglie, di poter usufruire del tempo pieno, oltre alla rimodulazione dell’orario di lezione giornaliero, con una pesante ricaduta sull'apprendimento e sull'entusiasmo dei nostri ragazzi.

I risultati di questo modo di intendere l'istruzione nel nostro Paese ha portato conseguenze dirette anche nella nostra realtà familiare quotidiana.
Oggi, anche per la Scuola Media di Macherio stiamo assistendo distrattamente allo smantellamento degli sforzi e degli obiettivi formativi e di qualità raggiunti fino ad oggi, senza sforzarci nel trovare soluzioni condivise alternative.
Da settembre i nostri ragazzi saranno messi alla dura prova con l’entrata in vigore di un nuovo orario di lezione, da lunedì a venerdi, dalle 08.00 del mattino fino alle 14.00 del primo pomeriggio, togliendo drasticamente l’ultimo cimelio del tempo pieno che si svolgeva il lunedì.
E’ stato chiesto alle famiglie, dalla scuola tramite un’assemblea ed attraverso un questionario, un parere preventivo, ma in entrambi i casi, le opzioni non erano state condivise ma blindate e le spiegazioni molto approssimative e dettate dai tagli di risorse e di organico.
E’ responsabilità degli adulti nei confronti dei giovani, cercare di ripristinare una scuola di qualità, finalizzata al potenziamento dell’offerta formativa ed al potenziamento delle attività di sperimentazione: francamente, appare quantomeno curioso e opportunistico che le forze istituzionali e politiche responsabili fino a pochi mesi fa della gestione della "cosa pubblica" cerchino ora di parlare ed agire come se, quanto sta accadendo, non li vedesse responsabili di quanto sta accadendo.
 Poche domande:
  • come si è arrivati a tutto questo?
  • crediamo davvero che alcuni servizi come la scuola, possano sottostare a logiche di bilancio? Perchè non pensare con un’altra logica?
  • il taglio delle risorse può avere (come avrà) pesanti ripercussioni nell'organizzazione della vita quotidiana delle famiglie e dei ragazzi: è stato spiegato tutto ciò? E' stato inteso dai genitori?
  •  Era davvero possibile scegliere o si trattava di una scelta obbligata usata come paravento per giustificare in modo frettoloso ed approssimativo una scelta già fatta (e da non condividere, ma da imporre)?
  • L'offerta formativa è stata studiata, ponderata, valutata o semplicemente cancellata, perchè non ci sono i soldi?
A noi pare che sia necessaria una sana e rispettosa discussione, in un ambiente democratico, dove le decisionalità, per essere portatrice di buoni risultati, sia frutto di mediazione e partecipazione e non di scelte solitarie o autoritarie, celate da pseudo-questionari o indagini conoscitive, propinati alle famiglie alla ricerca di soluzioni immediate, drastiche che influiscono oltretutto sull’organizzazione programmata familiare.
E’ semplice e naturale, visto il taglio netto dell’organico e delle risorse, pensare alla riduzione e alla rimodulazione del tempo nella scuola, portando l’attenzione del problema e la richiesta di intervento al Comune, in quanto primo interlocutore istituzionale più vicino al cittadino, ma, in un quadro così pessimo, oltre all’intervento delle istituzioni, la condivisione del problema deve essere amplificata attraverso una partecipazione collettiva di tutti gli attori della scuola (famiglie, docenti, direzione scolastica ed enti locali) alla ricerca di soluzioni che non impoveriscano la funzione primaria e la qualità della stessa, che non la svalutino nei suoi contenuti e nelle offerte formative che devono sorgere dalla scuola stessa.


IL COMITATO GENITORI

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