MACHERIO, DOVE ERAVAMO RIMASTI?


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Quattro anni buttati. Dal giugno 2009 al giugno di quest’anno Macherio non è stata amministrata praticamente da nessuno. Un continuo andirivieni di assessori e consiglieri della maggioranza Lega&Pdl, cacciati, dimessi (in tutti i sensi), dentro e fuori il loro gruppo di partenza. Uno solo pareva inamovibile: il sindaco, prima leghista doc, poi espulso da bossiani e maroniani per una volta d’accordo, poi convertito al liberalismo, poi beccato a tentare una improbabile scalata in una lista di centrosinistra.

Inamovibile lui; movibili, e come, le sue idee politiche. Finalmente tutto questo è cessato. I Macheriesi dopo quattro anni, dei cinque previsti per legge, possono correre ai ripari e ridarsi una amministrazione composta da persone serie, competenti e unite.
Da quando è in vigore la norma che ha messo direttamente nelle mani dei cittadini la scelta del loro sindaco e della maggioranza utile a sostenerlo, si sono tenute quattro tornate elettorali. Per le prime due (nel 1995 e nel 1999) il primo cittadino voluto dai Macheriesi fu Franco Verga, leader del gruppo, allora neonato, denominato “Progetto Macherio”. Nel quinquennio successivo fu la volta di un’altra esponente dello stesso gruppo, Mariarosa Redaelli, la prima donna nei 150 anni trascorsi dall’unità d’Italia a reggere le sorti della nostra comunità.


Alla quarta chiamata al voto, i Macheriesi preferirono cambiare, affidandosi a una coalizione che sulla carta doveva essere di ferro, sommando la forza della Lega e della destra berlusconiana. I fatti hanno dimostrato una verità assai semplice: che le idee camminano sulle gambe degli uomini e, prima ancora, trovano ospitalità nelle loro teste. Soprattutto in realtà come la nostra, dove le azioni degli amministratori sono facilmente verificabili e l’assenza di interventi qualificati pesa quotidianamente sulla qualità della vita della comunità, l’inconsistenza della giunta, unita alla testardaggine indisponente del sindaco e al vuoto ancora più penoso che pauroso di programmazione, ha portato là dove era scontato si arrivasse: alla dissoluzione della maggioranza, con conseguente scioglimento del consiglio comunale e decadenza della sindaco dalla sua carica. 

Adesso siamo al dunque. Manca poco più di un mese alle elezioni comunali del 26/27 maggio e ancora non si sa in quanti correranno per ricoprire il ruolo di primo cittadino. Si dice che si ripresenterà lo stesso sindaco cacciato e artefice primo del disastro di questi anni. Incredibile, vero?
Conoscendo il tipo, non più di tanto. Staremo a vedere.

Un suo ex assessore, cacciato pure lui, ha annunciato di voler partecipare. Una partecipazione non si nega a nessuno. Buio pesto sulle intenzioni dei due partiti che avevano raccolto il maggior numero di consensi, il Pdl e la Lega. Dovranno prima o poi sciogliere le riserve, decidendo di allearsi o di presentarsi separati. Ma, appunto, c’è un prima e c’è un poi: che finora non abbiano ancora deciso nulla, la dice lunga sul loro stato di confusione e sulla mancanza di rispetto per i Macheriesi.

Il primo gruppo che si è espresso e si è presentato ai cittadini è anche il primo gruppo che ha amministrato il nostro paese. Progetto Macherio Bareggia ha indicato in Mariarosa Redaelli il sindaco capace, in base alla sua esperienza, al suo entusiasmo e l’aiuto di tanti collaboratori, vecchi e nuovi, di chiudere la parentesi quadriennale di vuoto amministrativo. È già stata presentata anche la lista dei dieci candidati al consiglio comunale.

Questi i nomi:
Alessia Chierico
Michele Mosca
Maddalena Clapis
Luca Zappa
Silvia Vitagliani
Nino Recalcati
Marzia Tornaghi
Rino Caspani
Carola Cazzaniga
Luigi Consonni

La squadra è composta per metà da donne e per metà da uomini; tre hanno ricoperto l’incarico di consigliere comunale nell’ultima tornata e sette si presentano per la prima volta; la particolare disposizione geografica del Comune è rispettata nella scelta dei candidati; l’età media si mantiene al di sotto dei quarant’anni.

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