MACHERIO, IMPRONTE DI MARIANNA GASPERINI


Impronte
sacro e profano 
opere di Marianna Gasperini

dal 23 marzo al 7 aprile 2013
Inaugurazione: Sabato 23 MARZO ore: 17,30

a cura di: Luigi Consonni
in collaborazione con: AIDO Macherio
patrocinio: Comune di Macherio
presso: sala mostre “Corte del Cagnat” -
Via Roma, 38 - 20846 Macherio (MB)

Orari: giovedì, venerdì: 16:30 – 18:30
sabato e festivi: 10:30 – 12:00 / 16:30 – 19:00
Ingresso libero. Informazioni – prenotazioni visite scolaresche e gruppi - tel. 320.5788799 istruzione@comune.macherio.mb.it tel. 039.20756.204


“Impronte quotidiane”, storie raccontate attraverso il vetro, la sabbia, il nero del carboncino su carta. Nelle opere esposte emerge una sensibilità  piccatamente femminile nel cogliere e raccontare poeticamente gli aspetti del reale. L’opera “Impronte” gioca con l’assenza, le impronte di un neonato sulla sabbia riproducono un frammento di memoria di ciò che era e che adesso non è più. Una possibile riflessione sulla fragilità delle cose comunque soggette al trascorrere del tempo. E’ il gioco dell’innocenza, della spontaneità, dei primi passi, le prime impronte lasciate sul bagno asciuga.
Le forme irregolari di vetro trasparente, come pozzanghere si animano nell’elemento naturale della sabbia dando vita ad una armoniosa danza. Non si sa dove iniziano e non si sa dove vadano, ma, tutti ci hanno giocato e hanno riso degli schizzi dell’acqua e della piacevole sensazione di sprofondare nella sabbia e di lasciarci le impronte.
Nell’opera “Croci”eseguite con la tecnica Sand Casting (Vetro fuso in stampi di sabbia) vi troviamo frammenti del corpo: mani, viso, ombelico che si fondono in un unico elemento. Una  interpretazione femminile della croce.
L’opera “E vidi le gambe in su tenere” prende a prestito, le parole pronunciate dal sommo poeta per descrivere la figura di Lucifero, angelo ribelle cacciato dal Paradiso che si trova conficcato a testa in giù al centro della Terra, al confine tra Inferno e Purgatorio. Analogamente, l’installazione di Marianna Gasperini si presenta come una serie di moduli rettangolari raffiguranti delle gambe capovolte, frutto di un meticoloso quanto emotivamente partecipata ricerca che l’artista ha operato, partendo dallo studio anatomico della figura per giungere alle profondità più remote dell’animo umano. Marianna si avvale della tecnica del disegno a carboncino per dare forma a quel gioco di ombre e luci che agitano il nostro subconscio, mettendo in risalto, soprattutto, quei “nodi” irrisolti che caratterizzano il nostro vissuto.

Luigi Consonni

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