MACHERIO, TUTTI A CASA
È
avvenuto tutto in rapida successione. Progetto Macherio aveva indicato da tempo
la strada delle contemporanee dimissioni della maggioranza dei consiglieri (9) per
porre fine allo stucchevole teatrino di una maggioranza ripiegata su se stessa
ed ormai incapace di rispettare il mandato dei cittadini, ammesso che l’avesse mai
fatto.
Già
dai suoi primi atti questa Giunta ha mostrato, infatti, supponenza ed
irrispettosa volgarità nei rapporti con la cittadinanza e con la minoranza
(rappresentativa del 48% dei cittadini), nonché inaccettabili comportamenti di
litigiosità da "primedonne”. Nella vita macheriese, non solo dell’ultimo
ventennio, raramente si sono visti tanti occasionali “parvenu”, senza arte né
parte, trovatisi lì per caso a gestire una comunità, e raramente si è potuto constatare
una così marcata assenza di quella cultura amministrativa di base che caratterizza
prima che i singoli, i gruppi ed i partiti che li esprimono.
Assenza
culturale, peraltro, in linea con una crescente, distorta mentalità politica
che, in generale, privilegia nelle formazioni partitiche il fiorire di “deus ex
machina” e/o veri e propri “padroni”, anziché il formativo ed educativo
confronto democratico interno tra gli iscritti e i simpatizzanti.
L’impegno
di amministrare un comune, anche piccolo come il nostro, non può prescindere da
un gioco di squadra, attento alle relazioni e rispettoso delle diversità (sia
di competenza che di ruolo). Solo una squadra di teste, che individuano e
condividono valori e passioni della e nella propria comunità civile, riesce a
realizzare quegli interventi e a consolidare e migliorare quei servizi, che
favoriscono una crescita, la più equilibrata possibile, del vivere comune.
«Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio.
Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia» (don Milani)». Al contrario dello sforzo di attuazione dell’intrinseco “valore”
della politica (con la “P” maiuscola), così come indicato da don Milani, non è
forse vero che anche a Macherio si è ha assistito, in questi tre anni, al festival
“dell’avarizia” (personale e di gruppo)? E non sono forse i fatti a sancire
ciò?
Pensare
che questa anticipata fine del quinquennio amministrativo sia dovuto solo alle
incompatibilità caratteriali degli attori chiamati a governare Macherio è, non
solo limitativo, ma falso. Le litigiosità sono primariamente figlie dell’ignoranza
del valore della politica, ovviamente comprensiva di quella amministrativa, che
ha generato: una povertà di idee, un’inesistenza di programmi e una manifesta incapacità
operativa. Ed è naturale che oggi sancisca, con la fine
anticipata del quinquennio, il proprio fallimento.
Questa
maggioranza nel suo complesso, in tre anni di vita, non ne ha azzeccata una. Partita immobilizzando un’eredità di 2 milioni di euro (regalata
di fatto allo Stato), ha via via sprecato i pochi soldi introitati per gli
investimenti con interventi cervellotici, spesso inutili e/o dannosi e/o non
prioritari (esempio: “cessi” pubblici, piste ciclabili fatte e rifatte).
Ha
snaturato e sprecato spazi pubblici (curt del Cagnat, ex scuola media, ecc.). Ha
presentato un Piano Generale del Territorio (adottato ed in attesa di
approvazione definitiva) senza rispetto: per i tempi (ogni rvento immobiliare è
bloccato), per la storia urbana di Macherio (bella e/o brutta che sia), per il
verde esiguo rimasto che non può più essere diminuito.
Ha
attuato un “generico” aumento del carico fiscale diretto ed indiretto senza
interventi di razionalizzazione e contenimento della spesa corrente. A tale
proposito ed ad esempio emblematico di ciò, è sotto gli occhi di tutti la scomparsa
totale di interventi culturali e ludici nella vita del nostro paese.
Questa
maggioranza è giusto che vada a casa per palese e reiterata
inefficienza. Ora apriamo una nuova pagina nella vita macheriese.
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