MACHERIO, COSTO QUADRUPLICATO
Ogni
anno il Comune delibera il Piano al
diritto allo studio, cioè l’insieme dei servizi che l’amministrazione
comunale mette a disposizione delle scuole, comprensivo dei costi. La delibera
comprende il servizio mensa, il
trasporto, gli interventi a sostegno dell’attività didattica, quindi i progetti
didattici proposti dalla scuola, e gli interventi a sostegno degli alunni
svantaggiati. I consiglieri comunali
sono chiamati ad esprimere una valutazione sulla proposta dell’amministrazione,
attraverso il voto. Progetto Macherio per Bareggia ha sottolineato il mancato
intervento dell’amministrazione in merito al comodato d’uso dei libri di testo alla scuola media.
Non
è ammissibile prendere semplicemente atto della decisione compiuta dal
consiglio di istituto che ha portato, di fatto, ad eliminare un servizio, da
decenni in uso a Macherio, che consente un notevole
risparmio economico alle famiglie intenzionate ad utilizzare la formula del
prestito libri e a non accollarsene le spese di acquisto. Oltre a ciò, il
comodato racchiude in sé un importante valore
educativo. Alle osservazioni dei consiglieri di Progetto Macherio ha
replicato l’assessore Caspani, sottolineando che la scelta ha trovato d’accordo
anche i genitori, in quanto questa componente è rappresentata in consiglio
d’istituto.
Una
risposta povera che si commenta da sè. Forse dovrebbe pronunciare queste stesse
parole ai genitori e alle tante famiglie che oggi si trovano in difficoltà e
faticano a trovare i duecento/trecento
euro per acquistare i testi di una scuola dell’obbligo che non dovrebbe gravare
sulle tasche degli utenti. Avrebbe potuto e dovuto l’amministrazione
convocare le componenti scolastiche ed affrontare il tema coinvolgendo i
genitori per trovare una soluzione, insieme, attraverso la collaborazione. Non
ci si può giustificare limitandosi ad affermare: “Avevo chiesto un incontro con il consiglio d’istituto, ma non c’è stata
risposta”.
Una amministrazione comunale si deve
sentire in dovere di proporre modelli di collaborazione e servizi funzionali
alle famiglie e alla comunità. Deve avere a cuore il suo paese.
Altre
osservazioni sul diritto allo studio sono state espresse da Progetto Macherio
per Bareggia in merito al servizio trasporto alunni. Questa amministrazione ha
deciso di esternalizzare il servizio per affidarlo ad una ditta privata. La
conseguenza è stata un esponenziale aumento del costo trasporto che grava
sull’intera comunità.
Per
essere chiari:
Con il pulmino comunale (dati
riferiti al consuntivo anno scolastico 2010/2011). Totale
uscite 25.460,20 euro con una differenza a carico del Comune di 11.673,70 euro (45,85%) e una
quota a carico dell’utenza di 13.786,50 euro (54,15%). Con l’attuale pulmino privato (dati
riferiti al consuntivo anno scolastico 2011/2012) Totale uscite 60.032,46 euro con una
differenza a carico del Comune di 48.107,46
euro (80,14%) e una quota a carico dell’utenza di
11.925,00 euro (19,86%).
Questa
spesa grava sul bilancio delle spese correnti che è formato dalle entrate
derivanti per la
maggior parte dalla tassazione dei cittadini. È ovvio allora che per mantenere
questi aumenti di
costi si devono chiedere altri soldi alla comunità, altrimenti non si potrebbe
più mantenere l’insieme dei servizi. E così, tanto per fare un esempio si aumenta
l’IMU. Un altro punto sottolineato in consiglio ha riguardato l’importanza
educativa di ripristinare il servizio“Pedibus”, il modo più sano, sicuro,
divertente ed ecologico per andare e tornare da scuola.
Al
di là delle valutazioni espresse dal sindaco (“la precedente amministrazione l’aveva organizzato per propaganda, non
funzionava”) che non vale la pena di prendere in considerazione, singolare
è risultato l’intervento del consigliere Paschetto:
“Adesso è l’amministrazione che deve dire
a un genitore se mandare il proprio figlio a scuola a piedi o in macchina?!”
Questo è il livello. A voi lettori ogni considerazione. Progetto Macherio ha
inoltre sottolineato la necessità di aprire sezioni primavera (quelle destinate
ai bambini di due anni), un modo per far risparmiare alle famiglie il costo di
un anno di asilo nido.
Da
qui la necessità di approfondire la questione perché se, come ha sostenuto
l’assessore, la proposta
non è realizzabile per scelte ministeriali, si prendano in considerazione altre
modalità previste
dalla normativa, per permettere l’accesso alla scuola materna anche ai bambini
che ancora non abbiano compiuto i tre anni. Anche questa esperienza era stata
avviata qualche anno fa con la precedente amministrazione.
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