MACHERIO: QUALE PGT?


Il 20 Aprile si è svolto un incontro per sviluppare l’argomento. Amministrazione e Sindaco assenti

PGT. Un acronimo che per i cittadini Macheriesi potrebbe sembrare un rebus da risolvere, un rompicapo da decifrare. Certo è che la giunta Porta proprio non viene in aiuto. A differenza di molti paesi limitrofi (e non solo), l’Amministrazione, in questi anni di governo, non ha mai trovato il tempo per un dibattito-dialogo aperto alla cittadinanza per spiegare la materia e soprattutto per esplicitare le proprie linee guida che sono essenziali per lo sviluppo del territorio, per la salvaguardia ambientale e della salute delle persone.

Proprio in questi mesi in cui ogni singolo Comune sta procedendo all’approvazione del proprio Piano di Governo del Territorio (PGT), e chi lo ha già fatto sta proseguendo alla sua attuazione, in Macherio tutto questo si trasforma in silenzio tombale, se non in pochissime delibere poco argomentate della VAS (Valutazione Ambientale Strategica).

Se chi dovrebbe farlo è fermo e silenzioso, qualcuno si deve sostituire e muoversi prima che sia troppo tardi, prima che qualcheduno stili un PGT senza discussioni, senza far capire e sapere di cosa si tratti.
A questo ci ha pensato l’Associazione ambientalista ormai nota sul territorio di Macherio, Torrette Bini Dosso Boscone, che in data 20 Aprile ha indetto un incontro aperto al pubblico sul tema PGT ed in particolar modo centrato su un Piano Sostenibile.
All’incontro svoltosi presso la biblioteca di via Roma, hanno partecipato due primi cittadini, noti per essersi impegnati, in prima persona, ad un PGT che poneva fermo il paletto del non utilizzo del territorio per nuovI edifici, Domenico Finiguerra, Sindaco di Cassinetta di Lugagnano e Francesco Colombo, Sindaco della vicina Ronco Briantino. Erano presenti anche Damiano De Semine, Presidente di Lagambiente e Paolo Conte, docente universitario e coordinatore di  Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile”.

Ma cosa significa elaborare un PGT sostenibile. Cosa significa sostenibile? Come si può non edificare in aree naturali/agricole mantenendo in attivo il bilancio pubblico?
Davanti ad un pubblico di 60/70 persone, il dibattito si è concentrato proprio alla risposta di queste domande in maniera semplice, educativa e attraverso esperienze concrete.

Primo a prendere la parola, sostenuto dalle immagini, Paolo Conte, che ha cercato di  riaffermare la rilevanza di concetti basilari che negli ultimi decenni sono stati persi per strada. Primo fra tutti l’importanza del suolo, che contribuisce a determinare un paesaggio, la vegetazione naturale, le coltivazioni ed anche gli insediamenti umani di un territorio.
Pensare al suolo, alla terra sotto i nostri piedi, alle coltivazioni o ai boschi, secondo dei criteri fondamentali per ciascuno di noi, come una risorsa che è esauribile, non incrementabile, soggetta al consumo e al degrado. Ed è proprio per questi motivi che non si può pensare al continuo utilizzo del suolo per nuove costruzioni industriali o civili, fregandosene dell’equilibrio che deve esistere fra aree agricole e aree preposte ad insediamento. Un terreno edificato non può tornare ad essere coltivato.

Alcuni studi sostengono che oltre al 35% di territorio urbanizzato, o consumato, il suolo nel suo globale risulta in seria difficoltà e perde le sue capacità drenanti, compromettendosi. Arrivati al 50% vengono compromessi gli equilibri naturali e non ci sarà modo di ritorno allo stadio precedente.
Il territorio Macheriese è “consumato” al 64%, mediamente in linea con il territorio della nuova provincia di Monza e Brianza.

Particolarmente significativo l’intervento del Sindaco di Ronco Briantino, Francesco Colombo, che entrando nel merito della questione amministrativa di un comune, sia pur più piccolo di Macherio, ha voluto portare esempi pratici.
Ronco Briantino è un paese nel quale di verde c’è ne abbastanza. Verrebbe facile ingolosirsi e costruire qualsiasi cosa pur d’incassare, i cosi detti, Oneri di Urbanizzazione, che tradotto significa soldi nelle casse del comune. Ma la scelta della Giunta Colombo è andata nella direzione opposta, cioè elaborare un PGT in cui non si doveva utilizzare nessuna area agricola in più, dando al verde esistente un valore da preservare, ricchezza da mantenere.

La domanda viene spontanea: ma come avrà fatto a sostenersi il Comune senza nuovi introiti?
E’ lo stesso Colombo a rispondere, appoggiato anche dal collega di Cassinetta di Lugagnano, Finiguerra. La ricetta non può essere uguale per tutti i comuni ma sicuramente il potenziamento dell’ufficio tributi risulta fra le priorità, per poter permettere d’eseguire più verifiche minuziose e scoprire mancate tasse, quindi più recuperi tributari e più liquidità al Comune.

Ma non solo. A fronte di un irrigidimento dei controlli, si deve mantenere l’impegno costante nel ricercare opportunità di finanziamento pubblico, per esempio da fondi non utilizzati da anni dallo Stato, ed erogati a specifici progetti. Il sistema è semplice: il Comune scova il fondo di finanziamento (bussando alla tanto cara Roma), elabora un progetto, lo propone ed incassa il denaro.
Così Ronco ha potuto riqualificare interi quartieri del centro, riproponendo abitazioni in più che prima non esistevano, con classe energetica migliorata oppure ha potuto coprire le spese al 60-70% per una casa di riposo per anziani, sempre nel perimetro edificabile o, ancora, risistemare campi da calcio con nuove illuminazione a Led.
Ma non è finita qui. Ronco ha cercato anche di risparmiare. Bandite le megalomanie che molti Sindaci s’inventano solo per lasciare un segno del loro mandato e del loro nome, portando in crisi il bilancio.
Ma soprattutto, ha interloquito con i vari operatori privati presenti sul territorio in modo da farli convergere verso interessi comuni. Ha cercato di avvicinare il pubblico e privato sul medesimo progetto e utilità per tutti.
Il Comune ha così risparmiato sulla gestione giornaliera dell’esercizio, o addirittura sulle bollette.

Non ultimo punto, è il coinvolgimento dei cittadini. Ogni cittadino deve sentirsi parte integrante della vita del paese, deve partecipare alle manifestazioni, ai dibattiti, dev’essere ascoltato e valorizzato.
Si deve sviluppare il volontariato a favore delle persone meno abbienti o anziani: a Ronco, Sindaco e assessori sono i primi a rimboccarsi le maniche e partecipare alle opere di volontariato, avvicinandosi ai loro concittadini e aiutandoli in prima persona.

L’elenco delle attività che un comune può mettere in atto per sostenersi possono essere molte e svariate, alle quali ci può arrivare anche con un po’ di fantasia.
Che un’altra strada è percorribile lo è il Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, Domenico Finiguerra: primo cittadino di un paesino alle porte di Milano, facente parte del comprensorio della Valle del Ticino, edificato solo per il 19%. Percentuale mantenuta fin dal 2002 quando Finiguerra fu eletto Sindaco: nove anni in cui la linea del suo governo per il territorio è stata una sola, crescita urbanistica zero, lo sviluppo avviene solo all’interno del Paese recuperando risorse.

A Macherio, alle persone presenti al dibattito, non ha avuto il minimo disagio nel sostenere che ha aumentato le tasse nel Paese in cui governa, non potendo usufruire dei  trasferimenti dallo Stato; d’altra parte senza consumare il suolo pubblico per nuove case, centri commerciali, capannoni, quindi senza avere nessun’altra risorsa. Finiguerra è riuscito a mantenere l’equilibrio fra verde pubblico, comprensivo di aree agricole/boschi, e bilancio locale: le casse del comune non sono mai andate in rosso.

Questo è l’evidenza che un’altra strada è percorribile, tangibile e reale. Si parla di Comuni che hanno voluto uscire dal sistema, ormai radicato, per cui un centro commerciale farebbe le fortune dell’impresa edile, del comune e, si dice, anche dei cittadini.
Non è vero. Un complesso di case sorte dal nulla in un’area agricola non fa le fortune dei cittadini, ma solo dell’intreccio Comune - Impresa. Peggio ancora se le case non hanno requisiti energetici di più alto livello.

Purtroppo, ad un dibattito così estremamente interessante e costruttivo, in Macherio, nel quale si è potuto toccare con mano quale possano essere le strade maestre per una svolta radicale, mancavano il Sindaco e/o esponenti dell’amministrazione preposti a sviluppare il PGT.
Si, dimenticavamo che era stato indetto un Consiglio Comunale. Chissà perché, pur sapendo dell’evento (perché d’evento si tratta in Macherio) proprio il 20 Aprile.
Il Sindaco ha così di fatto declinato l’invito, non presentandosi nemmeno dopo la chiusura del Consiglio Comunale.
Ci chiediamo, dunque, e se lo chiedono tutti i cittadini e organizzazioni quale possano essere le idee in merito al PGT dell’amministrazione, a che punto è lo sviluppo, quale strada vorrà scegliere la Giunta, perché non sono state individuate aree agricole in Macherio, forse si costruiranno altre abitazioni laddove ci sono zone agricole/verdi, con la Pedemontana che sventrerà il Paese non sarà forse il caso di pensare ad un’altra Macherio, più vicina alle persone, ai bambini, agli anziani e meno alle auto o alle imprese edili?

Sindaco, quale PGT?

Andrea Casiraghi

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