MACHERIO: CERCASI MANUTENZIONE "CASE DELL'ACQUA"


Era il giugno 2009 e, prima del termine del mandato amministrativo, la ex amministrazione di Progetto Macherio, aveva realizzato due strutture destinate a Casa dell'Acqua. Una sul territorio di Bareggia e l'altra a ridosso del parcheggio di via Mascagni. Il progetto rientrava nelle politiche ambientali che la ex amministrazione targata Progetto Macherio aveva messo in atto, riferite in particolare all'attenzione e al rispetto delle risorse.

Attraverso piccole attenzioni e semplici comportamenti, si diceva, anche noi, nel nostro piccolo, possiamo dare una mano al nostro ambiente.
Si voleva promuovere il consumo dell’acqua pubblica, un'acqua buona, sicura e controllata. Si voleva offrire il nostro piccolo apporto alla riduzione di quelle tonnellate di involucri di plastica da smaltire e dell’inquinamento generato dal trasporto su mezzi pesanti che attraversano l'Italia per portare a spasso le bottiglie d'acqua.
Perché chi beve l’acqua delle “Case” contribuisce alla riduzione dello smaltimento di milioni di bottiglie di plastica che diversamente finirebbero nei rifiuti. Perché l’acqua in bottiglia è ad alto impatto ambientale, viaggia su gomma e viene spesso venduta in luoghi distanti da quello d’origine. Perché le acque in commercio hanno un costo e l'utilizzo dell'acqua pubblica può costituire anche un piccolo risparmio per le famiglie.

Si era optato per la realizzazioni di costruzioni in muratura, esteticamente piacevoli, che potessero diventare anche punto di socializzazione e informazione per i cittadini. Proprio per questo si era pensato anche a un pannello come elemento di comunicazione con i cittadini, una sorta di bacheca elettronica che proponesse informazioni sull'attività del nostro Comune.
Le Case dell'Acqua infatti, hanno anche un valore sociale e diventano spesso luogo di incontro, dove si fanno due chiacchiere.
Questo era nei progetti degli ex amministratori.

Oggi purtroppo, a distanza di un paio d'anni, non resta che constatare l'atteggiamento di disattenzione totale dell'Amministrazione comunale nei confronti di tali strutture.
Ormai da troppo tempo un avviso informa che l'acqua frizzante non funziona e siamo allo stato di incuria totale. Si giustifica l'Assessore dichiarando problemi col gestore e annunciando la revoca del contratto, ma  la questione non può e non deve essere liquidata così semplicemente. 
Se si crede nel valore di una Casa dell'Acqua, si possono trovare altre soluzioni per ovviare anche le  difficoltà di un gestore che non rispetta il contratto stabilito. E soprattutto non si lascia la struttura in uno stato di degrado che ha come unico scopo quello di disincentivarne l'utilizzo.
Se ci si crede veramente si mettono in campo azioni di sensibilizzazione, si propongono campagne educative  finalizzate al consumo corretto, si coinvolgono le scuole che, si sa, risultano un sensibile veicolo di trasmissione di messaggi, si sensibilizzano le Associazioni e si sa che a Macherio ce ne sono di già sensibili. Senza chissà quali costi, solo con un po' di impegno.

Nulla di tutto questo è mai stato realizzato in questi due anni di nuova amministrazione.
E così si lascia lentamente morire un progetto. Con tutte le conseguenze di carattere ambientale – educativo- sociale, ma anche economico, che una simile scelta comporta. Perchè? Forse per il solo motivo che l'idea è stata di altri?
Del resto l'assessore Gatti, sin dal dicembre 2009, attraverso le pagine dell' Informatore comunale, lamentava i costi di manutenzione delle nostre “Case dell'Acqua”, riteneva che “lo stesso risultato si sarebbe raggiunto con costi dimezzati per la comunità, distribuendo ad ogni famiglia una caraffa depurante con carboni attivi”.
Bastano queste sue parole per capire quanto né lui, né i suoi collaboratori avessero compreso il senso di tale progetto.
Non si deve spiegare che è ben speso il “nostro” denaro per restituire a noi stessi, quindi alla collettività, un servizio di interesse collettivo.
Non si deve spiegare che una amministrazione ha anche un sacrosanto dovere educativo nei confronti dei suoi cittadini e deve essere in prima fila per  stimolare atteggiamenti di responsabilità che permettono la crescita di cittadini consapevoli.

Ma forse ai nostri amministratori va spiegato, visto come vanno le cose...

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