MACHERIO: CHI SI FERMA, CHI RIPRENDE


La vita di una comunità è fatta così. Sembra che per una infinità di tempo non si muova nulla, poi ci si accorge, improvvisamente, di cambiamenti molto significativi. Avviene quello che avviene in ogni famiglia: ci sarà sempre qualcuno che nasce, qualcuno che cresce, qualcuno che se ne va. A fine giugno ha cessato la sua attività, benemerita innovativa attività, la Banca del Tempo. Il motivo non è da ricercare nel venir meno degli obiettivi per cui era nata e neppure della volontà e dell’impegno dei promotori. 

 La ragione è nello stesso tempo più semplice e più malinconica: la mancanza di ricambio generazionale. È, se pur in misure differenti, la difficoltà di parecchie associazioni a continuare a vivere, per non accontentarsi di sopravvivere. Ma un perché tira l’altro. La mancanza di ricambio generazionale a cosa è dovuto? Sarebbe davvero troppo superficiale, oltre che ingeneroso, liquidare la faccenda addossandone la responsabilità esclusivamente ai giovani. Che non avrebbero a cuore la vita della loro comunità, che penserebbero solo a divertirsi invece che a impegnarsi. 

Una analisi del genere serve solo a evitare interrogativi più seri. Intanto, quando si parla di problema dei giovani, è perché si vuole nascondere il problema vero, quello degli adulti. Può sembrare una frase irritante. Irritante, ma vera. Può ferire chi giovane non è più. Però, a pensarci bene, è una questione innanzitutto statistica. 

Ci sono molti meno giovani di una volta e perciò è meno facile pescare tra loro chi intenda impegnarsi nell’associazionismo, compreso quello politico. Poi è cambiato, e non è detto che i cambiamenti siano sempre rivolti al peggio, il concetto stesso di associazionismo. E, ancor più, è cambiato il concetto di impegno. 

Sono cambiate in buona misura le ragioni sociali del “fare gruppo”: quanti tra gli ex giovani avrebbero mai pensato ai tempi loro di mobilitarsi per l’ambiente, il clima, l’equilibrio uomo/natura? Oppure basti pensare ai numerosi giovani che rispondono con entusiasmo agli appelli della Croce Bianca (con sede nella vicina Biassono) per prestare un servizio sempre più prezioso, tanto utile al corpo degli altri quanto utile allo spirito di se stessi. 

Che la voglia di individuare problemi comuni, per cercare di affrontarli insieme, sia ancora viva, lo dimostrano, tra gli altri, due avvenimenti recenti e pressoché contemporanei, che riguardano due realtà associative di lungo pelo, che hanno sede a Macherio, come la Combattenti e l’Arci. 

Abbiamo chiesto alla Banca del Tempo, alla Combattenti e all’Arci qualche considerazione sulle rispettive associazioni, sul loro impegno, sull’importanza dei valori da loro perseguiti.



 

14.000 ORE DI AIUTI 

La ragione stessa della Banca del Tempo sta nello scambiare, invece che denaro, ore di impegno. Di fatto, il baratto spesso vede un solo contraente: chi mette a disposizione ore del suo tempo in cambio della gratificazione di aver aiutato gli altri. Come si evince chiaramente da questa tabella riassuntiva delle attività svolte dalla locale associazione in dieci anni. 

Accompagnamenti auto 5258 servizi 5550 ore 

Consegna pasti 530 servizi 530 ore 

Aiuto compiti 2550 servizi 4340 ore 

Sportello legale gratuito 130 servizi 220 ore 

Segreteria 1900 servizi 3970 ore 

Le ore della segreteria sono servite per organizzare trasporti, aiuto compiti, sportello legale e per le varie collaborazione richieste dal Comune quali: Viaggio a Genova per fiera floreale e mostra, tornei di scala 40, feste di S. Cassiano e di Natale, comodato libri, Festa Machè Donne, aiuto ai rifugiati, Comunità della salute etc. 

La Banca del Tempo ha deciso di devolvere l’avanzo di bilancio a sostegno di iniziative di carattere sociale. Anche nell’ultimo atto dirigenti e soci hanno confermato la vocazione dell’associazione a dare una mano alle persone in difficoltà.

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