MACHERIO: UN RAPPER A MACHERIO
Cresciuto con la passione per il calcio come tanti ragazzi, ha saputo coltivare e sviluppare l’amore per la
musica e più precisamente per il rap; stiamo parlando del cantante chiamato Fudok.
Fouad Magrouti,identificato con il nome d’arte Fudok,è un semplice ragazzo ventiduenne di Macherio che ha
fatto della sua passione per la musica un lavoro.
Questo ragazzo attraverso le sue canzoni sta tagliando traguardi importanti e possiamo dire che si sta
facendo conoscere in tutta la nostra penisola.
Abbiamo voluto perciò conoscere la sua persona e il suo interesse per la musica più a fondo realizzando
un’intervista grazie anche alla partecipazione dei suoi due produttori, Ivan Beretta e Mattia Russo ma anche
al Manager Alessandro Beretta.
In molti tuoi video musicali inquadri Macherio, che valore ha per te questo paese?
Provenendo da una famiglia marocchina ,una delle prime ad insediarsi a Macherio,ho e avrò per sempre nel
cuore Macherio, perché mi ha permesso di crescere come uomo, di conoscere molti ragazzi,dandomi la
possibilità di frequentare tutte le scuole a partire dall’asilo quindi di ricevere un istruzione.
Sei consapevole che sempre più ragazzi stanno conoscendo te e le tue canzoni e che molti di loro ti vedono
come un modello da seguire? Che cosa vuoi trasmettere nelle canzoni?
Nell’ultimo periodo sono moltissimi i ragazzi che mi seguono e il mio obiettivo è quello di trasmettere loro un
buon esempio. Alcune persone vedendo dei video rap con collane, pantaloni stracciati, macchine di lusso o
altro, pensano che questo mondo sia alcool, droga ma il rap non è questo, è un modello musicale che
manda segnali positivi educativi e su questo voglio lavorare. Fare musica è una passione, qualcosa che si
coltiva nel tempo e io con il mio staff dopo un lungo periodo che abbiamo lavorato senza avere particolari
riscontri musicali ed economici, stiamo ora cominciando a cogliere qualche soddisfazione. E’ importante non
arrendersi mai, coltivare le proprie passioni senza lasciarsi influenzare da altri che magari ti scoraggiano non
vedendo risultati.
Il modo di fare musica è cambiato nel tempo, ci puoi spiegare in linea di massima il processo con il quale si
realizza una tua canzone tipo?
La creazione di una canzone, nasce a volte dal modo in cui mi alzo la mattina, da un mio “mood” e dal tipo di
messaggio che voglio metterci in una determinato testo. Il tempo con il quale realizzo una canzone è molto
relativo perché alcune nascono in due settimane altre in due giorni, dipende anche molto dal contenuto. Il
testo della canzone sboccia nella mia testa, poi ci sono alcune cose dove chiedo dei consigli alle persone a
me più fidate.
Il tuo percorso è iniziato con la canzone Rais cosa ti ha spinto nel lontano 2015 a provarci nel mondo della
musica?
Quando ho iniziato io a fare musica il rap non era molto ascoltato, ho cominciato un po’ per gioco perché io
come molti della mia compagnia, ci vestivamo da ragazzi rapper americani con pantaloni strappati e via
dicendo… Io non volevo neppure fare il rapper, ma nel 2015 ho provato a fare una canzone; abbiamo girato
un video con i miei amici e mi è piaciuto. Negli ultimi tre anni ho fatto diventare questa mia passione in una
professione mettendoci anima e corpo e passandonci gran parte del mio tempo. Tutto ciò di buono che
stiamo raccogliendo è grazie ad un importante lavoro di squadra con i manager e i miei produttori che ogni
giorno mi aiutano a migliorarmi dedicando tutta la giornata.
Per certe persone questa nuova forma di fare musica ha poco valore.
Cosa ti piacerebbe dire a queste
persone che principalmente appartengono a generazioni diverse?
Durante gli ultimi anni il rap è cambiato molto lanciando dei messaggi educativi e positivi, ma magari
guardando dei video le persone ricevono un messaggio impattante negativo; è certamente un tipo di musica
che si rivolge ad un pubblico in gran parte giovanile. Il lavoro importante che bisogna fare è quello di
abbattere il muro dei pregiudizi e capire che il mondo sta cambiando e di conseguenza anche il modo di
concepire la musica.Il ritmo e la musicalità sono alla base di questo tipo di canzoni. Stiamo creando poi
grazie a Kaddo una serie di gadget e vestiti con la scritta Khoya che significa fratello in arabo, da vendere ai
fans nel 2020; un modo per mandare un che un messaggio di vicinanza a tutti.
E’ stato l’ambiente in cui sei cresciuto che ti ha trasmesso questa passione per la musica?
La gente quando ho iniziato nel 2015 mi prendeva in giro ma io ho voluto continuare nella mia idea. Ho
sempre creduto in quello che faccio e in ciò che porto avanti tuttora, ora dopo tutti i grandi sacrifici dei primi
anni, passeggiando per il mio paese, i ragazzi mi salutano e mi conoscono per Fudok il rapper e questa per
me, ma anche per tutta la mia squadra è una grande soddisfazione.
Andrea Semeraro
Alessandro Casiraghi
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