MACHERIO, STARE INSIEME



Da un lustro la macheriese Betty Colombo dirige e amministra la cooperativa sociale Èureka a Vedano al Lambro. Esperienza nella quale si è lanciata dopo aver lavorato per anni nella disabilità, anche minorile, e con le donne maltrattate. Qualcuno in paese la ricorderà, oltre che per il ruolo di catechista, anche per aver ricoperto tra il 2004 e il 2009 l’incarico di assessore ai “bisogni del crescere”. 

La sede di Èureka è in un bel condominio anni settanta nel centro di Vedano, a due passi dal parco e dalla fermata degli autobus.. Posizione strategica che come si avrà modo di cogliere dall’intervista non è accidentale,
Innanzitutto cos’è “Èureka”?
Èureka è una cooperativa sociale nata il 2 maggio 2012 il cui fine è quello di “promuovere lo sviluppo integrale della persona”. La scelta del nome non è casuale. Si richiama infatti alla nota espressione di Archimede che significa “ho scoperto”, “ho trovato”. Con questa parola abbiamo voluto esprimere, com’è specificato nella nostra carta dei servizi, “l’elemento di sorpresa, novità, stupore e di meraviglia che la vita sempre offre, anche in situazioni di oggettiva ed evidente difficoltà. È la consapevolezza e l’augurio a non perdere mai la meraviglia del vivere anche nelle situazioni più dolorose, estreme, faticose di cui la vita stessa a volte ci carica”.
Che nel vostro caso si traduce prima di tutto nella scoperta di una famiglia, di una casa in cui sentirsi accolti. 

Chi sono i giovani che vivono nei due appartamenti condominiali?
Sono in tutto dieci ragazzi, quattro femmine e sei maschi, di età compresa tra i 18 e i 50 anni con una disabilità intellettiva di grado medio, senza una famiglia alle spalle o che non possono più risiedere nel contesto familiare a causa di problematiche relazionali. Nel fine-settimana, ai dieci fissi, se ne aggiungono altri tre, di disabilità variabile, dal livello medio-lieve al medio-grave, inquadrati nel progetto di sollievo familiare. A loro è riservato un terzo appartamento. Gli appartamenti in questione sono proprietà della Piccola casa del rifugio di Milano, un tempo gestita dalle suore di Macherio. Per quanto riguarda i costi, senza entrare troppo nella specificità dei numeri, alla retta per ciascun ragazzo contribuiscono o le famiglie o il comune, il più delle volte entrambi.  

Quante sono le persone che lavorano al funzionamento della cooperativa e quali ruoli hanno?
Abbiamo quindici collaboratori, vere e proprie figure genitoriali per i ragazzi, che si alternano giorno e notte, sette giorni su sette. Tra questi gli educatori che pianificano un percorso educativo personalizzato creato ad hoc per ciascun ragazzo e il personale ausiliare cui competere la cura della persona, della casa e della cucina. L’obiettivo è quello di favorire l’autonomia del singolo e l’apprendimento delle regole di convivenza, ovvero del vivere bene insieme. Un ragazzo che ha iniziato qui il suo percorso oggi vive da solo in un monolocale, ha la patente e un lavoro! Sono progressi molto significativi. Inoltre abbiamo un gruppo di persone amiche che ci sostiene e ci aiuta nella realizzazione dei progetto, alcune delle quali proprio di Macherio. Spesso abbiamo approfittato della festa dell’otto dicembre per vendere i nostri manufatti ai macheriesi, e non, accorsi per l’occasione. Sempre parlando di autofinanziamento siamo attivi anche nella raccolta della plastica che consegniamo a una ditta di Lissone che ce la compra per pochi centesimi di euro al chilo, somma che, seppur modesta, contribuisce alle attività di Éureka. In più, per chi lo desidera, c’è la possibilità di  darci una mano mediante il 5 per mille.


Quali sono le attività che impegnano i ragazzi?
Per statuto contempliamo l’inserimento lavorativo sia nelle cooperative di tipo A, ossia produttive, sia di tipo B, non produttive. Inoltre organizziamo attività con la Fondazione Stefania, presso la cooperativa La Bottega, attività con animali cani, asini, disponiamo di un orto comunale assegnatoci dal comune di Vedano all’inizio dell’anno scorso, laboratori di cera e origami, un corso di teatro ad Arcore … come vede la rete di collaborazione con altre realtà è fortunatamente molto fitta.  Spesso frequentiamo anche la biblioteca a Lissone per il prestito di libri e dvd e una settimana all’anno andiamo in vacanza sul lago di Garda in una struttura molto attrezzata messaci a disposizione dall’Anfa.

Quali difficoltà, se ci siano state, avete incontrato sia nell’iniziale ricerca di finanziamenti sia nella convivenza con gli altri condomini?
Sotto l’aspetto economico l’inizio non è stato affatto semplice perché le banche rifiutavano di farci credito. Quello che siamo riusciti a fare lo dobbiamo all’impegno della Fondazione Stefania e al contributo dei soci della cooperativa. Sul fronte della convivenza, invece, era fondamentale evitare la ghettizzazione e permettere ai ragazzi l’inclusione in una realtà che prevedesse l’incontro quotidiano con altre famiglie, con altre persone, e la vita in condominio credo soddisfi perfettamente queste necessità. Qualche complicazione iniziale certamente c’è stata ma ad oggi possiamo dire di aver raggiunto un buon livello di integrazione. Il nostro motto, ereditato da Padre Luigi Arnoldi, a lungo missionario in Africa, è “stare insieme” e questo vuol dire, imparare giorno dopo giorno a vivere bene con gli altri e “a imparare a salvare il tempo necessario per l’incontro con l’altro, perché la forza di una cultura si manifesta nella sua capacità di accogliere altri mondi e di aprire la mente dei suoi membri e nella loro volontà di vedere le differenze e di apprezzarle”. Un altro motto di Èureka è “metti in circolo il tuo amore”, dalla nota canzone di Ligabue.

Perché?
Senza entrare nel pettegolezzo, un giorno mentre andavo a pagare il parrucchiere alle ragazze ho incontrato quello che sarebbe diventato mio marito, un mio ex compagno di liceo che non vedevo da una trentina d’anni!
C’è ancora tempo per una bella foto di gruppo con tutti i ragazzi di Èureka.

A cura di Coviello Lucia Grazia
e Andrea Sala





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