MACHERIO, CHI E' PROPRIETARIO, CHI E' INQUILINO



Dire Arci e dire Casa del popolo non è la stessa cosa. Proprietaria dell'immobile è la cooperativa Casa del Popolo; l'Arci è solo l'associazione che affitta i locali adibiti a bar. Sono due realtà distinte, non solo formalmente: una è la proprietaria, l'altra l'inquilino.

Naturalmente, trattandosi di una Cooperativa e di una Associazione con chiare origini politiche, tutto farebbe presupporre che la comunanza di intenti, dettati dal resto dai rispettivi statuti, permetta di unire le forze per proporre insieme attività sociali, culturali, politiche a favore della cittadinanza.

Così in effetti è avvenuto per molto tempo. i mutamenti che si sono susseguiti e si stanno susseguendo, in questi anni in ogni campo non potevano risparmiare, nel bene e nel male, un paese piccolo come Macherio e una piccola realtà come la Casa del Popolo. Ma qui è necessario fare un passo indietro e tornare alle origini.

L'edificio venne costruito nei primi anni trenta per ospitare l'allora partito/stato con i suoi satelliti; non per nulla si chiamava Casa del Fascio. Che seguì la sorte di tutti gli immobili legati al fascismo: caduto il regime, venne occupato  da chi del regime si era liberato, in particolare da partiti e associazioni di sinistra.

La proprietà però per legge, passò al Comune che, pur con qualche dibattito, decise di regale in rapporto con gli occupanti, stabilendo una quota di affitto che teneva conto degli scopo sociali a cui gli inquilini si richiamavano.

Passano gli anni e a fine degli Ottanta il Comune decide di vendere l'intero immobile mediate un asta pubblica. E' a questo punto che alcuni volenterosi fondano una Cooperativa, al preciso scopo di partecipare all'asta e, nel caso di vittoria di proseguire nelle attività storiche, che consistevano sì nella gestione del bar, ma pure nell'offrire ospitalità al Pci, all'Anpi, più tardi al nostro giornale Il Paese e a Progetto Macherio. 

I cambiamenti a cui si accennava sopra cambiarono pure l'esistenza di sedi e iniziative, anche per l'abitudine sempre più diffusa a comunicare attraverso i nuovi mezzi tecnologici. Unico a rimanere immutabile, il bar. Affittato come abbiamo visto, all'Arci, in tutti questi anni è riuscito  a reggere economicamente grazie alla disponibilità dei volontari che si sono succeduti  dietro il bancone e nella direzione. Anche il numero dei tesserati è aumentato progressivamente.

La situazione odierna si presenta anomala. Da una parte c'è una Cooperativa non operante, ma solo proprietaria dell'immobile; dall'altra c'è una associazione operante, ma solo affittuaria per gestire il bar: un doppione inutile. da qui la decisione di mettere in vendita l'immobile, offrendolo prima ai dirigenti dell'Arci. In tal modo si risolverebbe il problema della doppia responsabilità e dei doppi organismi decisionali.

Pezzi di storia si diceva. Ma la storia si chiama così proprio per il fatto che niente può restare immutabile, a parte le mummie. Una comunità che vuole continuare a vivere, senza rinnegare il proprio passato ma senza rimanere prigioniera, prende la rincorsa, facendo qualche passo indietro, per spiccare il salto in avanti. Salto triplo è il caso di dire. 

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