MACHERIO, UNA COMUNITA' A DIMENSIONE UMANA
Il mese scorso
attraverso le pagine del nostro giornale, abbiamo iniziato una serie di
interviste a partire dalla scuola e i suoi progetti grazie alle risposte date
dall’assessore alla Istruzione Silvia Vitagliani. Continueremo le interviste
con altri assessori e in questo numero daremo voce all’assessore ai Sevizi
Sociali Fabio Bonacina, mettendo l’accento verso i minori e la scuola e le
varie problematiche che possono riguardano problemi relazionali causa un uso oltre
il limite di internet e dei social e fragilità famigliari.
Assessore Bonacina, il suo assessorato è certamente meno visibile per la
cittadinanza confronto ad altri ma sicuramente molto importante per conoscere
al meglio il tappeto sociale del paese. Quanto investe l’amministrazione del
bilancio sul tema Sociale?
Credo che il mio assessorato si possa dire
meno visibile poiché strutturale all’equilibrio della comunità. L’assessorato
che deve esserci, che pensa alla risoluzione di eventuali problemi, deve
amministrare gli interventi tecnici/professionali per aiutare i più bisognosi.
Quei bisogni che sono sempre degli altri, che non riguardano la quotidianità di
ognuno. Mentre altri assessorati riguardano più le individualità dei molti.
Forse effettivamente ci si accorge della sua esistenza, necessità quando poi ci
si trova ad averne bisogno. Certo è che rimane un assessorato importante se non
altro per la spesa che genera. Infatti nel 2016 la spesa sociale del nostro
comune è stata di 938.853.21 € pari al 22.61% della spesa totale del bilancio
che è di 4.153.210,52 €. Ma la spesa in se non rappresenta nulla se non la si
analizza e si cerca di capire a cosa corrisponde. Da anni come amministrazione
abbiamo sempre considerato (dal punto di vista ideologico, filosofico) la spesa
sociale, non come nella realtà del bilancio spesa corrente, ma come spesa di
investimento. Fin dall’inizio della nostra esperienza amministrativa abbiamo
aumentato servizi e personale nell’area minori (nuove assistenti, psicologa,
pedagogista, educativa scolastica, educativa domiciliare), successivamente
abbiamo investito in strutture e servizi per disabili (Centro Diurno Disabili
CDD) e in fine sulla famiglia (Centro per La Famiglia CPF). Ci siamo dotati di
organizzazione, strutture e servizi al fine di investire per una Macherio
migliore solidale e inclusiva dove tutti possono avere occasione di rispondere
hai bisogni delle persone. L’obiettivo
è stato, e lo è tuttora, di dar vita ad una comunità con una dimensione umana,
attenta ai bisogni dei più deboli attraverso la realizzazione di servizi
creando occasioni di incontro.
Quali sono le maggiori problematiche che si notano tra i giovani minori,
quando la maggior parte del loro tempo viene passata su internet e sui social?
Io parlerei di difficoltà o fragilità più che di problematiche.
Questa distinzione potrebbe sembrare una sottigliezza ma non lo è, in quanto la
differenza sta nella volontà di agire, il problema rimane
finché lo si contempla senza l’intenzione di agire, ma si trasforma in qualcosa
che dà difficile può essere analizzato fino a diventare risolvibile, con
l’aiuto dell’azione e di una strategia. L’altra precisazione
che farei è che il fenomeno dei social non è collegabile
alle difficoltà dei giovani minori; infatti le cause delle difficoltà sono
da collocare non in se ad un fenomeno, ma ad una serie di motivi legati
all’individuo al suo nucleo familiare e alla sua realtà sociale, cioè a tutto
quello che riguarda la continua ricerca di identità attraverso la relazione con
gli altri. Quindi non in se al fenomeno social, ma
alla capacità di relazionarsi con quello che è il contesto, i social sono un
modo di stare nella realtà oggi, in altri periodi storici ce n’erano altri. Direi
che occorre intervenire tenendo conto del fenomeno e non che il fenomeno sia la
causa. Credo che la vera fragilità stia nella capacità di gestire questo
percorso di crescita nel rispetto della personalità e della storia di ogni
ragazzo.
Quando questo percorso di crescita, legato alla ricerca dell’identità, subisce
dei traumi, più o meno gravi, iniziano le difficoltà che possono, a seconda
della necessità, essere affrontate in varie forme e procedure. Certo è che se
l’argomento è, il riconoscimento di identità in relazione con gli altri, la
difficoltà di un minore è una cosa che riguarda tutte le persone con cui entra
in contatto. Dico questo perché il successo o il fallimento di un percorso è
responsabilità di tutti. Occorre che ciascuno faccia i conti con la responsabilità
del proprio ruolo (cittadino, genitore, insegnante, coetaneo, operatore), chiaramente con responsabilità diverse ma
che possono concorrere in maniera positiva o negativa. Infatti tutti possono
contribuire ad essere adulti o giovani pensanti,
positivi, che ci sono, che ci tengano ai ragazzi, che escano dall’ansia del “bisogna
fare qualcosa” o del giudicare. Occorre dotarsi di abilità efficaci per affrontare i problemi
quotidiani, migliorando l’adattamento alla vita e facendo scelte più sane e adottare comportamenti positivi e
pro-comunitario.
Le difficoltà
che nascono dal mancato riconoscimento sono comportamenti sociali devianti, ansia,
difficoltà di apprendimento, che possono influire a volte con la sicurezza, il clima,
l’armonia della comunità, causate dalla
disattenzione delle altre persone che, ignorandolo non ne facilitano l’ingresso
nelle dinamiche solidali della comunità.
Come comune da anni abbiamo investito molto nell’area minori, l’investimento
economico è stato, è e sarà importante, infatti nel 2016 il 44,30% (415.498,00
€) della spesa sociale (22,16% della spesa corrente) è sui minori. Da subito abbiamo fatto nostro il pensiero che maggior
investimento sui minori poteva garantire migliori adulti in futuro, con
conseguenti ricadute positive nella vita sociale del paese. Oggi abbiamo un’ assistente
sociale dedicata con il supporto di alcune ore alla settimana di una psicologa,
la possibilità di utilizzare educatori che intervengono a domicilio, a scuola e
nel tempo libero attraverso una gara con una cooperativa. Nei casi estremi si
arriva anche all’uso di comunità minori e affidi. Anche la scuola è considerata
protagonista nelle scelte amministrative; avere pensato un assessorato
dedicato, alla presenza di una pedagogista, all’attenzione alle strutture e
l’inserimento della scuola spesso nelle progettualità dell’amministrazione è
per noi segno di attenzione.
Quale ruolo ha il CPF per i ragazzi e quanto viene sostenuto per la sua
importanza dalla amministrazione’?
Come già
spiegavo prima, il CPF rappresenta un
pezzo qualificante della politica realizzata in questi anni, l’occuparsi delle
persone in difficoltà, rimane la maniera più alta per esprimere valore civico. L’aver pensato alla realizzazione del CPF è stata un
esperimento che nel tempo
ha dato e dà continui frutti positivi. La struttura è ben utilizzata e punto di
riferimento per gli operatori del comune e le istituzioni scolastiche, soprattutto
per l’intero territorio. Anche quest’anno è previsto il rinnovo della
Convenzione dopo sollecitazioni di tecnici e amministratori di tutto il
distretto di Carate e dintorni. Per i ragazzi che lo frequentano è un punto di
riferimento, un’occasione per crescere e per entrare nella Comunità.
L’amministrazione in questi anni ha sempre dedicato tempo e attenzione al
progetto sia da un punto di vista economico rispetto agli interventi educativi,
sia da un punto di vista strategico. Sia il mio assessorato sia quello
all’istruzione hanno tessuto relazioni che nei 10 anni di attività hanno dato
vita ad una esperienza positiva.
Quanti sono i ragazzi e le famiglie che frequentano il CPF e da quale paese
arrivano oltre che Macherio?
Nella realizzazione dei 15 interventi, si
alternano all’interno della struttura 195 ragazzi macheriesi e 90 di latri
comuni per un totale di 285 presenze qui di seguito mettiamo una tabella
esplicativa.
MACHERIESI FREQUENTANTI IL CPF
|
||||||||
MACHERIESI
|
ALTRI
|
TOTALE
|
%
|
|
|
|||
ALTRO TEMPO
|
||||||||
1
|
Centro prima infanzia
|
12
|
5
|
17
|
70,59
|
17
|
70,59
|
|
2
|
Spazio Gioco
|
17
|
19
|
36
|
47,22
|
36
|
47,22
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||
PICCOLO PUZZLE
|
||||||||
3
|
Comunità diurna 5/13 anni
|
3
|
13
|
16
|
18,75
|
|
||
|
|
|
|
|
|
|
||
DOPO SCUOLA
|
||||||||
4
|
degli 8/3 sono di Bareggia di Lissone
|
16
|
8
|
24
|
66,67
|
24
|
66,67
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||
CENTRO CLINICO
|
||||||||
5
|
Psicoterapia/sportello
genitori/
spazio
neutro/counseling
|
17
|
14
|
31
|
54,84
|
31
|
54,84
|
|
CREST
|
|
|
|
|
|
|
||
6
|
Piccoli Ago.-Sett.
|
14
|
4
|
18
|
77,78
|
18
|
77,78
|
|
7
|
Grandi Lug. - Ago. - Sett.
|
16
|
2
|
18
|
88,89
|
18
|
88,89
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||
NUOVO GIARDINO
|
||||||||
8
|
Bambini/ragazzi con mamma/
|
5
|
8
|
13
|
38,46
|
|||
Papà/entrambi i genitori
|
||||||||
|
|
|
|
|
|
|
||
CAFFE'
|
||||||||
9
|
merende e laboratori tutti pomeriggi
|
15
|
2
|
17
|
88,24
|
17
|
88,24
|
|
10
|
corso english fun*
|
4
|
6
|
10
|
40,00
|
10
|
40,00
|
|
11
|
feste compleanno pomeriggio
|
37
|
0
|
37
|
100,00
|
37
|
100,00
|
|
12
|
giornate associazioni
|
9
|
1
|
10
|
90,00
|
10
|
90,00
|
|
13
|
feste famiglie
|
20
|
5
|
25
|
80,00
|
25
|
80,00
|
|
14
|
feste classi scuola infanzia
|
3
|
0
|
3
|
100,00
|
3
|
100,00
|
|
ADM/ADH
|
||||||||
15
|
educatori per piccole attività
|
7
|
3
|
10
|
70,00
|
10
|
70,00
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||
TOTALE
|
195
|
90
|
285
|
68,42
|
256
|
76,17
|
||
|
|
|
|
|
|
|
Sono stati pensati o sono in via di realizzazione progetti per una migliore
educazione civica e di relazione nella società macheriese? Visto che a Macherio
sono presenti i profughi, non potrebbe essere una idea interessante quella di
avvalersi di alcuni ragazzi per alfabetizzare gli stranieri?
La venuta delle persone richiedenti asilo
a sicuramente segnato le abitudini, i pensieri delle persone del nostro territorio
italiano. Anche Macherio ha e continua ad avere la presenza di queste persone,
da subito l’amministrazione comunale le ha accolte e si è fatta carico di un
dovere civico che le compete. In questi anni ha cercato di organizzare alcuni
momenti del tempo che queste persone hanno e della volontà di riconoscimento
nei confronti del nostro paese che li ha accolti. È chiaro che ogni iniziativa
che possa porre le persone in una situazione di relazione e aiuto reciproco è
ben accetta. Va di contro, che come accennavo prima, i possibili interventi
devono avere la partecipazione attiva di più soggetti oltra
all’amministrazione, la scuola, le associazioni i singoli cittadini. La
proposta da lei fatta può sicuramente essere presa in considerazione come altre
che sono già state realizzate. In questo momento è in fase di realizzazione un
progetto civico con le scuole medie, attraverso il quale alcune classi si
impegneranno alla manutenzione di alcune panchine del territorio. Progetteranno
disegni poi da verniciare sulle panchine nella realizzazione della verniciatura
ci sarà anche il coinvolgimento dei richiedenti asilo. Lo scorso anno in
occasione del progetto scuola aperta, realizzato per coprire la mancata
possibilità del tempo pieno, sono stati organizzati tre pomeriggi alla
settimana con l’apporto di associazioni del territorio (La Grande casa C.P.F.
-aiuto compiti-, Coop La bottega -sistemazione biciclette-, Associazione Libera
-beni confiscati-, Teatro dell’Elica -Narrazione, giocoleria con oggetti,
musica con strumenti-, Associazione Gaetano Osculati -esploratori con i viaggi-, Emergency –le
guerre nel mondo-, Orteria –un modo diverso di fare verdure-) anche questa è
stata l’occasione per realizzare progetti civici.
Quali prospettive ha per il futuro per una attenzione sociale verso i
minori?
Credo che fino ad oggi molto è stato
fatto, anche da un punto di vista finanziario, tutt’ora ci si sta impegnando.
In futuro, visto la scarsità di risorse, si cercherà di mantenere la qualità
dei servizi che stiamo offrendo e di razionalizzare gli interventi pensando a
forme diverse di azione. Si tratta di rinnovare
tessuti di senso e di relazione che possono dar vita ad altri modi di agire. Pensare
interventi, più che servizi, percorsi di de istituzionalizzazione attraverso
nuove invenzioni istituzionali. Si tratta di valorizzare i processi e non le
strutture o i contenitori, nel tentativo di essere più efficaci, andando verso
i bisogni di tutti: del malato, del povero, dello straniero. Infatti le persone
in stato di fragilità hanno sempre più bisogni di risposte singolari, di essere
protagonisti dei percorsi di cura. Sono soggetti originali ed unici che hanno
bisogno di relazioni. La scommessa è di cambiare rotta, le istituzioni con i
loro operatori dovranno sempre più essere meno autocentrati e più in grado di
unire tutte le risorse (economiche, tecniche, umane, strumentali), già
esistenti, mettere insieme quelle pubbliche, private e ufficiose delle persone
di buona volontà. Questo è possibile attivando capacità di ascolto nelle
persone e nel territorio conseguentemente le future azioni dovranno andare in
questa direzione; a tal proposito come amministrazione stiamo pensando alla
attivazione di un progetto, “FINESTRA DI ASCOLTO” con lo scopo di favorire buone
relazioni tra i cittadini, gli operatori istituzionali e del terzo settore.
Se le ha avute, quali sono state le maggiori soddisfazioni affrontando il
tema sociale e in particolare quello dei ragazzi e le varie famiglie?
Intanto
inizio col dire che mi sento molto fortunato nell’avere avuto la possibilità di
vivere queste esperienze amministrative. Soddisfazioni ne ho avute molte le
prime sono legate alle relazioni che ho avuto con operatori del comune,
operatori del terzo settore, utenti, collaboratori, associazioni le quali hanno
permesso la realizzazione delle strutture e dei servizi. Ma la soddisfazione
più grande è quella di aver partecipato ad un percorso, un tentativo di cambiamento
un sogno di un paese più giusto e inclusivo dove ci siano più legami comunitari,
dove favorire buone relazioni,
dove incentivare protagonismo e assunzioni di responsabilità
promuovendo il ruolo attivo di cittadini. In poche parole un processo
identitario. Con la consapevolezza che molto è stato fatto molto c’è da fare,
soprattutto in questo momento ci recessione.
Commenti