MACHERIO, DAI PRESEPI AI MASSIMI SISTEMI


In principio fu Pinocchio … no, troppo biblico come inizio. Ci si aspetterebbe quasi di veder comparire da un momento all'altro Charlton Heston con indosso “un vestituccio di carta fiorita, un paio di scarpe di scorza d'albero e un cappellino di midolla di pane”.  Meglio rifarsi a Collodi. 


Allora ricominciamo: “C’era una volta un pezzo di legno …” . Ebbene sì, l’inizio calza a pennello tanto a quel capolavoro senza tempo quanto a questa piccola storia di casa nostra. L’otto dicembre di vent'anni fa fu proprio Pinocchio, insieme naturalmente ai suoi numerosi compari, a inaugurare gli spazi della sala mostre di Curt del Cagnat. 

Ricordare quante mostre si sono susseguite da allora è compito arduo anche per le memorie più elefantiache per cui limitiamoci all'oggi. Tra le molte iniziative che fanno da corollario ai festeggiamenti per il ventennale dall'apertura della biblioteca nella sede attuale, non possiamo dimenticare la mostra del Minilibro. 

Nella sala trovano ospitalità alcune delle numerose illustrazioni di Titta Casati e degli ori di Luigi Mariani, lavori che, per quanto diversi per tecnica e materiali impiegati, sono accomunati dalla cura e dalla passione con i quali sono stati realizzati. Non penso sia azzardato affermare che il filo rosso che guida il visitatore attraverso le opere in esposizione sia la poesia. 

I versi di Alda Merini si armonizzano perfettamente con la poesia in acrilici e foglie d’oro di Luigi Mariani. Gli inchiostri francesi di Titta Casati s’incontrano con gli Haiku giapponesi, poesie dalla metrica precisa ed essenziale. Piccoli gioielli (piccoli per dimensioni e consistenza perché, per la maggior parte, si tratta di libri di una o due pagine di cui esistono non più di trenta esemplari riprodotti rigorosamente a mano) che nascono dall’ispirazione di un verso … “medito un verso, uno per tutti, ma non basta” e il pennello lo completa donandogli corpo.


Ad accompagnare i minilibri e a traghettarci verso il Natale l’esposizione di un centinaio di presepi provenienti da tutto il mondo, parte (corre voce abbia lasciato a casa i pezzi inguardabili) della collezione privata del macheriese Andrea Sala. Ce ne sono di grandi e piccolissimi, sacre famiglie in eccedenza tricologica e altre che, al posto della tradizionale capanna, preferiscono ambienti più kitsch. Insomma la fantasia non manca e la materia pare prestarsi volentieri.

Coviello Lucia Grazia





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