MACHERIO, LA TOLLERANZA HA IL SEGNO +, NON -


Puntualmente, come le tasse e la vaccinazione antinfluenzale, a ogni inizio d'inverno torna il tormentone: ma fare il presepe non è che possa turbare chi è di religione diversa della cristiana?


Di solito lo scrupolo viene a chi non è di religione diversa dalla cristiana o a chi non professa alcuna religione; fatto salvo qualche raro caso di islamico, per dire della seconda fede italiana, che teme influssi negativi per il proprio pargolo alla vista di un altro povero pargolo riscaldato da un bue e un asino.

E' chiaro che non si può, e non si deve, irridere a nessun tipo di credo; neppure quando il credo rasenta l'isteria. Ma, proprio per prendere sul serio, e rispettare, le idee, i comportamenti, i sentimenti di ciascuno, non è il caso che ciascuno faccia un piccolo sforzo per accettare, o almeno tollerare, quelle manifestazioni che caratterizzano dai tempi dei tempi un popolo?

Che fastidio può dare la rappresentazione di alcuni scalcagnati pastori che, passando tra un paio di zampognari, un improbabile mescolatore di polenta, una filatrice all'aperto, conducono le loro pecorelle fino all'ingresso di una grotta?

A meno che a spaventare sia il seguito della storia, con quel bambino che si sa, una volta adulto, ne dirà di tanto da finire su una croce. Ma allora non si tratta di equidistanza tra religioni e tanto meno di rispetto per le diversità; il rispetto quello vero non sottrae ma aggiunge, non  vieta ma invita, non cancella il confronto ma lo favorisce.

Mezzo secolo fa uno scrittore, tra il divertimento e il preoccupato: "Da tutti i presepi venne tolto, per decreto, il re moro" ( Elias Canetti). Non è che adesso, rovesciando la balorda decisione, dobbiamo togliere tutto il resto.

Eliminando il presepe, che lo voglia un preside o un genitore o una associazione, come urlano i fanatici di una mal studiata civiltà occidentale, che non si accorgono in tal modo di bestemmiare, equiparando il presepe a manifestazioni folkloristiche come il carnevale o la giubiana, eliminando il presepe, si elimina una proposta: una proposta di vita fatta da uno destinato per questo a morire di morte violenta.

E non è, questa, una rappresentazione che, al di là dell'ingenuità di certe figurine di cartapesta, parla di tutti, siano cristiani o buddisti o mussulmani, credenti o non credenti? O dubitanti, come sembrano essere i partecipanti più numerosi e più entusiasti agli incontri resuscitatati dell'amministrazione comunale, intitolati " Venite, discutiamo"; dove si va e si discute: di Bibbia.


Franco Verga

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