MACHERIO, LETTERA DEL SINDACO DI PARIGI
Non so se avete sentito le parole
che ha pronunciato il sindaco di Parigi Anne Hidalgo cinque giorni dopo gli
attentati che hanno colpito la sua città. Parlava all'assemblea dei sindaci di
Francia. Se avete già avuto modo di ascoltarle, credo sia bene risentirle. Se
non vi è stato possibile, vi chiediamo di leggerle con attenzione.
Anne Hidalgo dice:
"Non dobbiamo avere paura dei terroristi, ma dobbiamo avere paura dei
sentimenti che gli atti terroristici potrebbero incutere in noi: il sentimento
della paura che snatura, della rabbia che sfigura e del dubbio che divide.
Non
concederemo ai terroristi l'onore della paura, della rabbia e del dubbio. Ma ci
troveranno in guardia, implacabili e attaccati a questo dialogo democratico che
tanto detestano.
Noi restiamo in piedi e resteremo noi stessi.
Quando dico 'noi', quando parlo dei parigini,
parlo di donne, uomini e bambini che sono nati qui ma spesso altrove. Parlo di
donne, uomini e bambini che sono nati all'estero.
Parlo di donne, uomini e bambini
che abitano o non abitano a Parigi che sono attaccati a quello che la nostra
città ispira a tutti loro da così tanto tempo. Questa voglia di libertà, di
vivere insieme e l'arte di vivere appassionatamente in pace.
Le parole che sento dalla sera degli attentati, incontrando i parigini nei
quartieri colpiti, non sono parole d'odio, ve lo assicuro. E quindi invito
ciascuno di voi, quale che sia la vostra appartenenza politica, ad astenersi da
ogni parola che divide e ferisce".
Dopo queste parole, si riempie di significato l'espressione "Siamo tutti
parigini, siamo tutti francesi", anche se viene detta da qui, da queste
nostre piccole comunità.
E io come sindaco di un minuscolo comune europeo invito tutti voi ad ascoltare,
a riflettere, ad accogliere, a mettere in pratica queste parole così piene di
dignità.
Le parole del sindaco di una città ferita che
ci indicano la strada da percorrere.
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