MACHERIO, STORIE DI TRAGEDIE E SPERANZE




Paura e angoscia si mescolano a felicità e serenità due facce della stessa medaglia per gli immigrati che quasi quotidianamente sbarcano nella lontana Lampedusa dopo un viaggio terrificante e disperato, per giungere e trarre sollievo sulle coste italiane. Da qualche mese nel nostro paese sono arrivati, indirizzati dalla Prefettura, alcuni ragazzi Pakistani chiamati ad integrarsi nel nostro territorio attraverso un progetto di completamento.

Grazie all’aiuto del loro Case Manager Sergio Resnati, colui che li segue passo passo, cogliamo l’occasione di conoscere le loro storie e di raccontarle attraverso il nostro giornale.


Prima di iniziare l’intervista, non possiamo però dimenticare come alcuni politici, continuino a speculare sugli immigrati, sparando a zero sulle loro vite, gridando al respingimento dei gommoni, dimenticando che su quelle zattere del mare non ci sono oggetti ma uomini, donne e bambini che rischierebbero la vita se non fossero immediatamente salvati. Il tutto viene programmato per cercare un ritorno politico, nel tentativo di riuscire ad ottenere consenso sempre di più maggiore. 

Anche a Macherio, naturalmente non potevano mancare questo tipo di polemiche prima ancora dell’arrivo dei ragazzi Pakistani senza neppure sapere le loro storie, dalle diverse forze di destra e in modo irresponsabile anche da chi è forza di opposizione a Macherio.

‘Pericolo Ebola a Macherio! ’ gridava il movimento vicino a Forza Italia non sapendo neppure la provenienza dei profughi, cercando di allarmare la cittadinanza e di inasprire il clima tra cittadini e amministrazione. ’ Aspettiamo che il Sindaco trovi lavoro anche per 10 macheriesi’ tuonava il sempliciotto capogruppo degli amici di Forza Italia dopo che i ragazzi profughi fecero dei lavori volontari per il comune. E ancora: ‘ Graveranno sulle casse comunali’, quando invece sono a costo zero, urlavano anche gli mici della Lega di Macherio, in cerca di un posto al sole dopo essere stati mesi alla porta dagli elettori alle ultime elezioni.

Ecco, come abbiamo detto è ora di fare un po’ di chiarezza e lo faremo con il responsabile colui che segue i rifugiati:
      
Da qualche mese sul nostro territorio sono presenti i ragazzi profughi assegnati dalla Prefettura. Proviamo a conoscerli meglio attraverso le loro storie, da dove provengono?
Dieci sono i ragazzi di età intorno ai 23 e 25 anni con luogo d'origine il Pakistan,  tutti richiedenti asilo politico e non emigranti per motivi economici.
Sono arrivati in Italia partendo dalla Libia paese in cui hanno vissuto per alcuni anni e oggi sono nel nostro paese grazie alla operazione Mare Nostrum iniziata dopo che, ad ottobre 2013 nelle vicinanze  del porto di Lampedusa avvenne un  naufragio di un'imbarcazione Libica usata per il trasporto di migranti. Il naufragio provocò: 366 morti e circa 20 dispersi con 155 superstiti salvati.
In seguito a tale disgrazia del mare, il governo Italiano, guidato dal presidente del consiglio Letta, decise di rafforzare il dispositivo nazionale per il pattugliamento del Canale di Sicilia autorizzando l'operazione Mare Nostrum, una missione militare e umanitaria. I ragazzi oggi presenti a Macherio, seguono un progetto di integrazione con la nostra Cooperativa Meta, con una importante collaborazione attiva anche della amministrazione Macheriese e di questo siamo veramente felici.


Per giungere in Italia partendo dalla Libia i ragazzi  rifugiati hanno dovuto pagare una somma per il loro viaggio?
Prima di partire per il nostro paese come abbiamo detto inizialmente hanno vissuto per circa 3 / 4 anni in Libia quando ancora era governata dal colonnello Gheddafi, lavorando e percependo uno stipendio di circa 900/1000 dinar libici circa 600/ 700 euro mensili. Dalla morte del colonnello, fino ad ora il paese è sempre di più diventato ingovernabile, tanto che oggi vige l’anarchia più assoluta. Molti di coloro che risiedevano in Libia provenienti anche da altri paesi, oggi si trovano costretti a scappare. Il viaggio è tutt’ altro che confortevole con una buona probabilità di non raggiungere le coste Italiane. Il tragitto destinazione Italia sui gommoni ha certamente un costo e in media i ragazzi hanno pagato circa 1.000/ 1.200 euro. Alcuni di loro sono arrivati a Napoli mentre altri a Siculiana.



Come funziona il progetto in cui aderiscono i profughi per una buona integrazione?
I ragazzi arrivati a Napoli e Siculiana dopo circa 20 giorni, sono stati spediti in aereo a Milano per poi essere assegnati alle varie Provincie. Da qui il Prefetto gestisce la situazione inviandoli nei diversi comuni. Nel territorio di Monza e Brianza, esistono due Consorzi: Cooperativa C&L e il Consorzio Comunità MB che racchiude i paesi di Monza, Macherio, Villasanta e Seveso. Il Consorzio MB si avvale della Cooperativa Meta che amministra il tutto tra cui il compito di cercare alloggi per i profughi e attraverso la figura del Case Manager che segue i ragazzi o altri profughi sul territorio.
I rifugiati in questi mesi hanno da subito iniziato attività di collaborazione con il centro diurno disabili Sotto Sopra tutto volontariamente e attività di cucina e giardinaggio. A Macherio nel periodo invernale quando è caduta la neve i ragazzi sono usciti a spalare la neve sui vialetti e dei marciapiedi anche questo tutto in modo volontario. Da poco hanno distribuito il cibo in mensa e altre attività verranno attivate in collaborazione con il Comune grazie ad una Giunta fantastica.
Il nostro scopo è quello di cercare grazie ad una collaborazione di tutti gli enti, di avvicinare e di integrare il prima possibile e in modo migliore i ragazzi con il territorio con la popolazione attraverso attività lavorative volontarie che possano dare aiuto e beneficio alla comunità.

Come si gestisce economicamente il tutto?
I soldi per affrontare sia la questione di integrazione che di organizzazione, arrivano dal Fondo Europeo per il periodo 2014 /2020 come infatti prevede decreto 504/2014 della Unione Europea approvato il 16 aprile del 2014 con una quota totale di circa 3 miliardi di euro circa, utilizzabile da tutti i paesi della comunità per i richiedenti asilo, la migrazione e l’integrazione e la lotta alla criminalità.
I Ragazzi Pakistani risiedenti a Macherio, in un alloggio privato, ricevono 16 euro settimanali a persona per la spesa più una somma per i loro ‘ svaghi’. Oltre a questo per i ragazzi bisogna calcolare una quota per affrontare le varie spese: affitto abitazione, gas e luce e di costo personale della cooperativa. Viene fornito loro anche un kit igienico e per lavarsi e lavare mentre per gli indumenti ci affidiamo alla Caritas.

Numerosi sono stati i commenti delle varie forze politiche locali. Quanti ‘politici’ di Macherio hanno voluto conoscere personalmente i ragazzi?
Gli unici a farsi avanti sono stati gli assessori e il sindaco, altri esponenti politici non si sono visti.

Che tipo di rapporto intercorre con il vicinato?
Premesso che non possono accogliere e incontrare nessuno all’interno della abitazione essendo per loro come una zona militare, i ragazzi hanno un ottimo rapporto con tutto il vicinato anche con chi inizialmente era scettico.

Vi descriviamo ora alcune storie vere senza identificare il nome per motivi di sicurezza tralasciando appositamente anche date e luoghi.

Partiamo con la storia del più ‘anziano’ del gruppo colui che, all’età di 20 anni fu costretto a lasciare il Pakistan. Il ragazzo rimasto solo con lo zio dopo la morte di entrambi i genitori, oltre a lavorare in una industria tessile, frequentava anche la scuola. L’insegnante davanti ai numerosi omicidi effettuati dai talebani nel proprio villaggio, sosteneva a gran voce durante le lezioni che i talebani davanti a numerose uccisioni non potevano essere di religione mussulmana. Un giorno proprio il gruppo armato irruppe nella scuola uccidendo in un agguato l’insegnante e ferendo numerosi alunni tra cui il nostro ospite. Fu così costretto accompagnato dallo zio, ad andare in ospedale dopo di che la Polizia locale consigliò a tutti i ragazzi rimasti salvi alla sparatoria, di non tornare in paese perché avrebbero rischiato di essere uccisi. Il giovane partì come molti altri per la Libia con l’aiuto anche dello zio che pago il viaggio. Rimase per 4 anni nel paese del nord Africa prima di partire per l’Italia per poi arrivare a Macherio all’età di 25 anni.

La seconda storia si basa sul più giovane della compagnia che oggi ha 22 anni.   Il padre nel paese in Pakistan assistette ad una sparatoria per un regolamento di conti tra bande si presume per droga. Volle collaborare con la polizia, denunciando il fatto combattendo l’omertà un grande gesto in un paese certamente pericoloso dove alcuni gesti vengono vendicati dai criminali. Infatti, il padre venne gambizzato ma non ucciso, ma promisero all’uomo ormai anziano che gli avrebbero ucciso il figlio. Costretto a scappare in Libia rimase anch’egli tre anni per poi partire per il nostro paese.

Vi abbiamo riportato due storie diverse ma tragicamente uguali, racconti come molti altri profughi costretti a scappare dal loro paese in cerca di aiuto per non essere uccisi, come i giovani arrivati a Macherio, che lasciano giovanissimi il proprio paese e i propri cari, per affrontare una vita dal futuro incerto tutto da scrivere.

Alessandro Casiraghi    
   








Commenti

Post popolari in questo blog

MACHERIO, PENSIERI SULLA PACE DEGLI ALUNNI DI MACHERIO

MACHERIO : E ADESSO RICOMINCIAMO

MACHERIO: PASSEGGIANDO PER IL PARCO DI VILLA BELVEDERE

MACHERIO, POLIAMBULATORIO, A DUE ANNI DALL'APERTURA...

MACHERIO: SCUOLA OLTRE L'OCEANO