MACHERIO, PER NON CHIUDERE GLI OCCHI
Nel mondo ogni 8 minuti viene assassinata una donna. In Italia ne viene
uccisa 1 ogni 2 giorni. La violenza contro la donna rappresenta una delle
principali cause di morte delle donne in tutto il mondo, di ogni età, livello
di istruzione e classe sociale.
Il fenomeno dei maltrattamenti
contro le donne nel nostro Paese ha ormai grande rilevanza: sono stimate in
quasi 7 milioni le donne italiane tra i 16 e i 70 anni che hanno subito nel
corso della vita, dentro o fuori della famiglia, una forma di violenza, fisica
o sessuale; 1 milione 400 mila donne hanno subito forme di violenza sessuale
prima dei 16 anni; oltre 7 milioni di donne hanno subito o subiscono violenza
psicologica.
Anche in Brianza il fenomeno
della violenza contro le donne è in aumento. Lo riferiscono i dati del CADOM,
il Centro di aiuto alle donne maltrattate con sede a Monza che, in occasione
della giornata del 25 novembre 2014, ci ha onorato della presenza presso la biblioteca
del nostro paese ad un incontro informativo sullo stalking e sul lavoro dei centri antiviolenza.
Il CADOM è uno spazio di donne
volontarie che si pongono a fianco di altre donne in difficoltà adeguatamente
formate, che offrono aiuto e sostegno durante il percorso di uscita dalla
violenza, offrono accoglienza telefonica per ricevere le prime richieste di
aiuto, colloqui di accoglienza e consulenza psicologica e legale.
Le donne seguite dal CADOM nel
2013 sono state 288 contro le 243 dell’anno precedente. Già nel mese di
settembre 2014 le segnalazioni giunte al centro CADOM sono arrivate a 200. Il
numero di minori coinvolti nel 2013 era di 225 e nel 2014, purtroppo, 263 .
Anche la Procura di Monza rileva
un aumento di casi di donne che hanno subito violenza o maltrattamenti rispetto
all’anno precedente. Sembrerebbe che una delle cause dell’aumento del fenomeno
sia anche la crisi che amplifica le situazioni di disagio presenti nel
territorio con conseguente disagio espresso dalle figure maschili.
Quasi sempre i maltrattamenti alle
donne hanno luogo all’interno delle mura domestiche e la violenza si può presentare
in varie forme non sempre identificabili: proviamo ad identificarne alcune.
Stalking: la chiamano
“sindrome del molestatore assillante” ovvero una serie di comportamenti
ossessivi con appostamenti, finalizzati
al sequestro psicologico di una vittima che non sempre conosce il suo stalker.
Lo stalker potrebbe essere un ex partner rifiutato, un cliente insoddisfatto,
il corteggiatore inadeguato o il predatore (il più pericoloso per i rischi di
natura sessuale e a volte omicida per la vittima).
Violenza domestica: un
comportamento abusivo del partner con uso della coercizione psicologica, economica
e sessuale contro l’altro sesso ricorrendo spesso alla violenza fisica reale
con botte o l’imposizione di rapporti sessuali. La violenza verbale e
psicologica rispetto alla violenza sessuale occasionale è spesso ripetuta nel
tempo e tende alla cronicità, è quella meno riconosciuta dalle donne e dal
contesto sociale creando tuttavia gravi problemi di salute a medio e lungo
termine.
Violenza fisica: sono
esemplari le aggressioni che possono avvenire con un contatto diretto (pugni,
calci, graffi, bruciature), l’immobilizzazione, la separazione fisica dai
figli, l’impedire l’accesso alla porta di casa o al telefono per chiamare aiuto
anche senza torcere un capello o sfiorando appena il partner, creando paura e
terrore. Oppure aggressioni fisiche senza contatto diretto (l’avanzare
minacciosamente facendo indietreggiare la vittima, urlarle in faccia, mettere
una mano davanti al viso o alzare la mano facendo il gesto di voler picchiare
il partner…) Molto spesso, nella violenza fisica, i figli ne sono spettatori.
Abuso sessuale: un altro
tipo di violenza che si realizza quando il partner offende e impone il sesso,
anche di fronte a condizioni fisiche debilitanti dell’altro partner come una
malattia oppure addirittura durante il sonno. Per le donne nel matrimonio è
difficile parlare di abuso sessuale perché prevale l’idea che sia dovere
coniugale.
Violenza economica: gli
autori della violenza economica hanno il controllo delle finanze, decidono come
vanno spese le risorse della famiglia, controllano la spesa della donna ed
intervengono per colpevolizzarla su quanto si è speso negandole spesso il
diritto di cercare e/o di mantenere un lavoro.
Negli anni è stato rilevato che
l’intensità della violenza nella vita quotidiana e tra le mura domestiche aumenta
fino allo scoppio della tensione a cui segue
un periodo di calma, fino a episodi di minacce, alternati a umiliazioni,
percosse pentimenti e…. omicidi. Purtroppo la speranza che il proprio uomo cambi
è la ragione per cui per anni le donne vittime di maltrattamenti rimangono al
fianco del partner violento, nascondendo ciò che le sta accadendo, nonostante i
figli vedano la madre tacere e subire.
E’ la guerra alla dignità
femminile, una guerra nascosta, che in alcune parti del mondo è più plateale ma
che anche dalle nostre parti, spesso, sfocia in una tragedia che è sempre in agguato.
“…Valentina Pitzalis è morta il 17 aprile 2011. Quel giorno mio marito mi ha cosparsa di
cherosene e mi ha dato fuoco. Quel giorno la Valentina che ero sempre stata, la
ragazza carina, piena di vita e di prospettive e sogni per il futuro è bruciata tra le fiamme di un
inferno senza senso. Non so perché tutto questo sia successo proprio a me. So
per certo però che la persona che sono oggi è stata più forte di tutto e di
tutti. Ho compreso che di fronte alle avversità, di fronte a tragedie come la
mia la cosa che conta è trovare la forza di reagire”…. (Valentina Pitzalis: “Nessuno può
toglierti il sorriso”/ Mondadori 2014)
Carta dei diritti delle donne vittime di violenza:
-Avete il diritto di essere Voi stesse
-Avete il diritto di porre Voi stesse per prime
-Avete il diritto di essere sicure
- Avete il diritto di amare ed essere amate
-Avete
il diritto di essere trattate con rispetto
-
Avete il diritto di essere umane e imperfette
-
Avete il diritto di arrabbiarvi e protestare se siete trattate in modo
scorretto o abusivamente da chiunque
-
Avete il diritto alla privacy
-
Avete il diritto di avere la vostra opinione, di esprimerla ed essere prese sul
serio
-
Avete il diritto di guadagnare e controllare il vostro denaro
-
Avete il diritto di porre domande su qualsiasi cosa che riguarda la vostra vita
-
Avete il diritto di prendere decisioni che vi riguardano
-
Avete il diritto di crescere e cambiare
-
Avete il diritto di dire “no”
-
Avete il diritto di sbagliare
-
Avete il diritto di non essere responsabili per i problemi di altri adulti
-
Avete il diritto di non essere gradite a tutti
-
Infine avete il diritto di controllare la vostra vita e di modificarla se non
siete soddisfatte com’è
(tratto
da Elvira Reale : Maltrattamenti e
violenza sulle donne. Vol.1)
Marzia Tornaghi
Marzia Tornaghi
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