MACHERIO, PIRAMIDE FERITA


un verbo di fabbrica e di figli. Ha lo stesso valore numerico di «ḥàim», vita. La vita nella scrittura sacra è opera di costruzione. Distruggerla è demolizione. [...]” (E. De Luca – Le sante dello scandalo)

Cosa c'entra la “piramde malata” dei giochi dei bimbi, in via Mascagni, con le parole di De Luca?


A me pare che citare il passo biblico, così come riportato da De Luca, è sancire una verità, più intuita che razionalizzata: “la vita degli umani si costruisce per relazione tra gli stessi”.
Infatti, a ben vedere, ogni persona si costruisce attraverso le relazioni che vive con gli altri. Così come una comunità si costruisce creando le migliori condizioni possibili per favorire ogni forma di “incontro educativo ed educante” fra le diversità ascrivibili ad ogni singola persona.

E' per questo che ho sempre creduto, e credo tuttora, che il compito principale di coloro che sono eletti a governare una comunità sia quello di creare concrete e protette occasioni di incontro democratico tra gli abitanti della comunità stessa.

Un piccolo parco giochi diventa così un'occasione privilegiata, proprio perché ludica e divertente, di bambini che si confrontano con altri bambini, più grandi o più piccoli, imparando a rispettare il loro diritto di usare l'altalena. O imparando a condividere tutti i giochi, in cui si misura la propria maggior o minore capacità. Ed anche imparando ad aiutare e/o ad accettare aiuto.

Ai “giochi di via Mascagni” le relazioni non sono solo tra bimbi. Qui si incontrano genitori, nonni, badanti straniere. Spesso si usano gli spazi e le strutture per occasioni di feste familiari come i compleanni.

Ma, purtroppo, come molte cose e molti ambienti pubblici, anche questa struttura è vittima di inqualificabili atti vandalici: tavoli bruciati, sedili deturpati, giochi divelti e saccheggiati.
Il primo sentimento istintivo, che inevitabilmente ci prende, è quello di ribellione, di violenta ribellione. E d'altronde sarebbe auspicabile un'esemplare azione repressiva di tali atti vandalici, soprattutto quando diventa oggettivamente difficile costruire un'efficace prevenzione.

Va da sé, comunque, che dopo “i calci nel sedere” ai quattro “bulli” senza cervello, bisogna chiedersi, possibilmente nel modo più costruttivo possibile: “che fare?”
Ci si accorge così che le nostre “evolute” comunità soffrono, ormai da qualche anno, di una carenza educativa che, in una società complessa come la nostra, è imputabile ai singoli ma anche alle diverse istituzioni, pubbliche o private che siano, che non sanno operare in maniera integrata e corresponsabile. Istituzioni che, lungi dal cogliere l'interdipendenza tra loro e la conseguente connessa specifica responsabilità, troppo spesso si baloccano addossandosi: colpa reciproca.

Infatti, più che mai oggi, un sistema educativo efficiente si regge ed è capace di trasmettere “valori educativi efficaci” se sono -per propria parte- responsabili e mutuamente integrati, gli attori che compongono una comunità: la famiglia, la scuola, la parrocchia, la politica amministrativa, le associazioni, etc. Tutti protesi, cìoé, a “costruire” il bene del singolo e, facendo ciò, conseguentemente protesi al miglior bene possibile per la comunità.
E' perciò inevitabile che vedendo deturpare senza motivo le strutture di un parco giochi per bambini, ci si debba chiedere quanto ancora siamo lontani dalla costruzione educativa di una comunità autenticamente “umana”.

Non vorrei sembrare pessimista! Al contrario, ancor oggi mi emoziono e sono “educato” dai gesti significativi ed esemplari di quei volontari macheriesi che, senza fronzoli, sentono l'urgenza di salvaguardare, quali realtà distintive ed identificative del nostro territorio: manifestazioni e/o spazi e/o monumeti.

Di certo, però, sono altresì esacerbato dalla superficialità con cui parecchie istituzioni del nostro territorio esercitano il dovere di essere promotrici di relazioni educative. Di essere capaci di guardare ai reali problemi, in particolare, dei più piccoli per dar loro l'opportunità di “essere costruiti” e di “costruirsi” come persone.

Per parte mia, aderendo alla richiesta dell'Amministrazione, esprimo il parere di ripristinare la completa funzionalità della “piramide”, perchè continui ad essere il segno più rappresentativo di uno spazio a suo tempo pensato, voluto e votato ad essere: occasione di incontro educativo.

                                                                                                          Andrea Sala



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