MACHERIO, PEDEMONTANA: LA STORIA INFINITA


Saranno  40 anni che si parla di Pedemontana  dalle nostre parti e posso immaginare che in questi  anni le speranze le paure, i presunti  scoop e soprattutto le promesse disattese siano state veramente ma veramente molte. 

Non sono in grado di ripercorrere tutta la storia di questa eterna chimera e, anche se lo fossi, non ho nessuna voglia di farlo, gli ultimi mesi mi sono sinceramente bastati. 
Come chiunque, credo, diventando assessore mi aspettavo che in qualche modo le “voci”, le illazioni ed i sentito dire che girano intorno a questa “opera strategica” (si lo so fa un po’ ridere, ma Pedemontana così è stata denominata) dovessero trovare una sorta di conferma o di smentita ufficiale, insomma che esistesse una canale ufficiale che riportasse o informasse su ciò che succedeva e che non doveva più succedere. Non pretendevo di essere il centro del mondo, ma diamine, almeno qualche informazione ufficiale doveva pur arrivare! 


La realtà che ho trovato invece è addirittura sconcertante, quel sistema di dis-informazione che è il “sentito dire” l’ho trovato addirittura potenziato, già perché se eliminiamo quello che anche io posso leggere su un qualsiasi giornale, le mezze parole dette in un corridoio, o quello che viene riportato da un Sindaco o Assessore che ha potuto vedere o sentire qualcosa, a Macherio siamo sostanzialmente rimasti a circa un paio di anni fa.

Nel frattempo, si inseguono le voci incontrollate e in soli sei mesi Pedemontana, a voler  stare ad ascoltare, ha avuto vita tumultuosa:  “…ovviamente la faranno, figurati, hanno affidato l’appalto….;  ma …..non so….del progetto esecutivo non se ne ha notizia…..; la fanno dal 2016….beh certo … lasciano passare EXPO… ma poi; no no no no… ma non hai sentito? Le banche non danno più nulla…….hanno detto che il progetto non è remunerativo, quindi Pedemontana non sarà più un’autostrada, al massimo una statale…..forse.”





Verrebbe quasi da ridere, se non fosse per gli effetti che questo sta causando sul nostro territorio. 
Per prima cosa i privati cittadini che sono stati costretti a spostarsi, separarsi dalla propria casa, cosa non piacevole per nessuno. Ma oltre al “necessario” ricollocamento di questi, senza il partire dei lavori per la nuova strada, si sono generati una serie di immobili residenziali completamente abbandonati di proprietà Pedemontana, a cui non è stata fatta nessun tipo di manutenzione o presidio. 

Solo ultimamente dietro a continue sollecitazioni, pare che si siano decisi a venire a sistemare quegli edifici che ad oggi sono fonte di degrado sul territorio. Non ci facciamo mancare ovviamente un cantiere abbandonato, oggi in uno stato degno di una discarica nella terra dei  fuochi. E in ultimo, ma non per importanza, le ditte del nostro territorio che sono “toccate” da Pedemontana. Magari solo parzialmente, solo sfiorate, ad esempio nel piazzale di ingresso al proprio capannone (perché in Brianza è cosi che si chiama il posto dove si lavora, CAPANNONE, un nome carico di significato che chiarisce che non si parla di posto qualsiasi, ma quasi di un pezzo di casa o forse anche qualcosa di più), così che non si sa se io domani nel capannone “ potrò  ancora entrarci oppure no, perché io a Pedemontana gliel’ho detto, anzi l’ho proprio scritto: guardate che se voi mi portate via il piazzale io non ci entro più nel capannone, e cosa me ne faccio di un capannone a cui non posso arrivarci?”.  Oppure dei signori non più giovanissimi a cui un giorno qualche tecnico sicuramente ben vestito ha detto che nel giro di pochi mesi qui sarebbe andato giù tutto, ma di non preoccuparsi perché il capannone gli sarebbe stato pagato. E ovviamente credi a quello che ti dicono, e pensi che probabilmente hanno deciso che era ora di sistemare i conti, sistemare i dipendenti rimasti e chiudere dignitosamente un vita impegnativa, ed oggi, si ritrovano con una scatola vuota in cui nessuno investirebbe mai per  farci il capannone, che Pedemontana ancora non ha comprato e che ormai è diventato un debito da mantenere che mina proprio quella dignità.

C’è anche chi, sulla scorta di impegni firmati, ha iniziato ad investire, a preparare il futuro per se e per i propri dipendenti, necessariamente contando su quello che Pedemontana ha promesso, ha “firmato” di dare, ma riceve una lettera in cui gli si spiega che purtroppo quel contratto firmato, non vale più, i soldi promessi non erano mica così certi poi, non lo sapeva?
Ma quindi, se vogliono strappare i contratti per gli espropri che non hanno ancora effettuato, allora Pedemontana non si fa più, giusto?  “….noooo, ma cosa dici…….c’è già una grossa banca che è pronta a finanziare l’opera, anzi hanno iniziato ad assumere parecchia gente….”
E a questo punto ci si chiede, e quindi? Cosa si fa ora?
Sarebbe bello dire che abbiamo delle azioni che ci portano a delle risposte immediate, ma questo non è.

Quello che possiamo fare, lo stiamo facendo, proprio pochi giorni fa. L’Assemblea dei Sindaci, su nostra proposta e con la voce del Presidente, il Sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, ha chiesto con forza delle risposte chiare a Pedemontana rispetto a quello che sta succedendo. Ma vogliamo anche tentare di far sentire la nostra vicinanza a tutte le realtà produttive, tenendo un consiglio comunale aperto in uno di questi capannoni, dove inviteremo tutti gli attori, quali Pedemontana e Regione, a dare spiegazioni, anzi a risolvere dei problemi ormai insostenibili per la nostra comunità.

 Ass.Territorio Massimo Tremolada

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