MACHERIO, DISTURBO NON MALATTIA


I disturbi specifici di apprendimento, tra i quali la dislessia, riguardano il 3-4% della popolazione, 1.500.000 persone, tra cui bambini e ragazzi che, fino all’8 ottobre del 2010, quando è stata approvata le legge 170 sulla dislessia, faticavano a vedere riconosciuti i propri diritti a scuola.


Per anni, e in molti casi tuttora, i bambini dislessici sono stati scambiati per alunni pigri, che non avevano voglia di studiare: umiliazioni e bocciature erano all’ordine del giorno. La dislessia è nota agli addetti ai lavori, e recentemente anche alle istituzioni, grazie alla normativa citata in premessa, tuttavia, occorre sensibilizzare la cultura collettiva sulla dislessia informando le famiglie, i ragazzi e tutta la popolazione scolastica.

Cosa sono i DSA, come si manifestano, come si riconoscono, come si affrontano in classe, come si compensano e come ci si convive?
Questo articolo non ha la pretesa di rispondere a tutte le domande, ma è appunto uno strumento di sensibilizzazione sull’argomento, nella speranza sia utile e porti consapevolezza alle famiglie e alla scuola perché, entrambi,  si trovano ogni giorno a stretto contatto con i bambini, e loro per primi, hanno il compito di riconoscere i bambini dislessici e attivarsi per dare un supporto.

Cos’è la dislessia: la dislessia è un disturbo e non una malattia,  che riguarda la capacita' di leggere e scrivere in modo corretto e fluente.
E’ causata da  una caratteristica costituzionale di natura neurobiologica, su base prevalentemente genetica. 
Il bambino dislessico  legge e scrive ma con alcune difficoltà:  riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficolta' di lettura spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attivita' mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.

Come si manifesta: Il bambino dislessico spesso compie nella lettura e nella scrittura errori come l'inversione di lettere e di numeri, a volte non riesce ad imparare le tabelline, la sequenza dell'alfabeto, i giorni della settimana e i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali, destra/sinistra, ieri/domani, mesi e giorni, lettura dell'orologio ( un esempio eclatante di un cantante famoso dislessico, apprezzato dai teenagers, è Mika, il quale ha dichiarato che, a causa del disturbo, non riesce a leggere l’orologio). In alcuni casi la dislessia comporta anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe). Un dislessico si stanca più facilmente ed è sempre pressato dal tempo e spesso finisce con l'avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima,  sintomi che sono solo una conseguenza della dislessia e non la causa.

Come si riconosce: già nella scuola dell'infanzia puo’ essere presente nei  bambini il disturbo specifico del linguaggio e se al termine del primo anno della scuola primaria di primo grado il bambino presenta ancora delle difficoltà, è opportuno consultare le strutture competenti rivolgendosi ad uno specialista (neuropsichiatra, psicologo) per avere una diagnosi. La diagnosi viene effettuata da un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatria Infantile, Psicologo e Logopedista. Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso contenute nelle direttive Ministeriali, come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer. Esistono anche software che fungono da strumenti compensativi.

Gli strumenti dispensativi e compensativi  possono essere utilizzati anche per gli esami di Stato, l’accesso all'Università e all’esame della patente di guida. L'ambiente scolastico ma soprattutto quello familiare, deve appoggiare il bambino, aiutandolo nelle strategie di compenso e nella costruzione di un'immagine positiva di sé.

Ci sono ancora pochi studi sull'evoluzione del disturbo dislessico in età adulta.
A livello internazionale ci sono studi che dimostrano che il disturbo permane nella lettura, nella scrittura, ma anche nelle prove linguistiche.

Al fine di agevolare  una efficacie collaborazione tra scuola, famiglia e operatore sanitario, il Comune di Macherio, con il supporto e la collaborazione della sezione monzese dell’Associazione Italiana Dislessia, l’Istituto Comprensivo “G. Leopardi” di Macherio ed il Comitato Genitori, sta programmando due incontri per i giorni 28 febbraio 2014 e 14 marzo 2014 sui disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), che coinvolgono la popolazione scolastica del nostro territorio.

Mai come in questo caso, è di fondamentale importanza la rete di relazioni che si costruiscono tra i diversi attori istituzionali del territorio, per garantire alle famiglie ed agli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento, di poter usufruire di un supporto per l’ottenimento della certificazione per la DSA e le misure educative e didattiche offerte dalla scuola ma, soprattutto, per evitare che il percorso di apprendimento e didattico dell’alunno si trasformi in sofferenza.

M.T

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