MACHERIO, ANNO 2013. LETTERA APERTA DELL'ASSESSORE MASSIMO TREMOLADA
È complicato fare un riassunto del primo spezzone da amministratore del mio paese. Le sensazioni, gli impegni, le esperienze si sono sommate e mischiate, confondendole in modo inscindibile.
Certo ci si potrebbe limitare a fare un elenco delle cose fatte, come sanno fare i “bravi amministratori”, ma mi riesce difficile pensare che questi sei mesi si possano riassumere nell’essere riuscito a convincere l’impresa che mettere a posto il tetto della nuova scuola media a loro spese, oppure nel aver fortemente voluto installare le valvole termostatiche ai radiatori della scuola elementare, o una qualsiasi delle altre decisioni prese e portate a compimento.
Non posso, anzi non voglio di sicuro parlare delle difficolta incontrate. Ultimamente le lamentele sui vincoli imposti alle amministrazioni locali, o sullo sullo stato delle casse pubbliche, per quanto veri, stanno diventando una sorta di sport nazionale fine a se stesso, oltre che piuttosto irrispettoso verso chi i conti non riesce a farli tornare veramente ed in famiglia.
Descrivere di per se quale sia il vero ruolo di un assessore all’interno della macchina comunale, non è semplice e probabilmente non sono nemmeno la persona più adatta a farlo. E’ altissima la complessità che assume anche la vita quotidiana, continuamente arricchita da incontri, scontri e confronti, con tutti coloro che sentono giustamente la necessità di comunicare qualcosa ad una amministrazione altrimenti fredda e lontana.
La realtà è che l’esperienza maturata in questi sei mesi è la somma, anzi no, il prodotto di tutte queste cose. Un prodotto inevitabilmente disomogeneo che porta al futuro delle nostre scelte e dei nostri sogni.
L’anno 2013; il primo spezzone della mia prima esperienza amministrativa, forse lo potrei riassumere proprio così: quel periodo in cui ho imparato molto e che mi ha confermato che delle buone scelte possibili ci sono, che si può ancora pensare di costruire un futuro.
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