MACHERIO, SOLO INGIURIE


Consiglio comunale del 14 giugno. Qualcuno afferma: “In Brianza la nostra polizia locale
non brilla di certo per efficacia e prontezza sul territorio. Compreso l’eccellentissimo comandante che per fortuna a breve se ne andrà. Se si considerano paesi vicini come Biassono e Vedano è tutto
un altro pianeta: più contravvenzioni più presenza, più servizi straordinari“.

È da sempre regola fondamentale, non scritta perché non c’è neppure bisogno di scriverla, che in una riunione aperta al pubblico ma in cui il pubblico non può parlare, è d’obbligo astenersi dall’insultare persone
assenti. E una seconda norma etica impone di non approfittare del proprio ruolo per dare giudizi su propri dipendenti.

Solo un genio come il sindaco di Macherio, Giancarlo Porta, poteva in un sol colpo offendere chi non poteva difendersi, mettersi contro un’intera categoria, dare a se stesso dell’incapace, coprirsi di ridicolo. Ingiuriare in pieno consiglio comunale i dipendenti comunali è un atto nello stesso tempo irresponsabile, controproducente, autolesionistico, vile.

Se un sindaco ha qualche rimostranza da muovere nei confronti di un dipendente, ha il dovere di richiamarlo e, nel caso, di intraprendere, azioni disciplinari. A Macherio è già successo, pochi anni orsono, che un dipendente comunale venisse prima sospeso, poi addirittura licenziato.
Ma tacciare di inefficienza un intero settore è un’altra cosa: equivale ad ammettere la propria incapacità di guidare l’amministrazione pubblica. Noi non entriamo volutamente nel merito del giudizio sui vigili o, in genere, sui dipendenti comunali. Non è questo il punto.

La cosa sconvolgente è l’assoluta incoscienza di un sindaco che, invece di provvedere a migliorare i servizi al cittadino, non fa altro che scaricare colpe sugli altri: da chi non gli è politicamente amico, a chi lo dovrebbe essere, dai predecessori ai collaboratori, dai politici ai dipendenti. Il classico atteggiamento infantile, che non ammette mai nessuna responsabilità diretta.

Il fatto è tanto grave e triste che, da una parte faremmo a meno di parlarne se non fosse che ne hanno già parlato altri giornali, dall’altra ci auguriamo, nella certezza che chi è stato improvvidamente scelto dai Macheriesi come primo cittadino non arriverà mai a capire le conseguenze dei suoi gesti, che ci sia qualcun
altro a farlo smettere di recitare la parte dell’arrogante: magari gli stessi dipendenti calunniati, con una bella denuncia.

Ormai è rimasta l’unica speranza che Giancarlo Porta, dopo aver invitato la capogruppo dell’opposizione
a “sciacquarsi la bocca prima di parlare”, dopo aver coperto di contumelie gli stessi componenti del gruppo che l’aveva eletto, dopo essere stato espulso dalla Lega, dopo aver accusato gli ex sindaci Verga e Redaelli di “attentato alla vita di centinaia di alunni” a causa dei locali della mensa scolastica diventati insufficienti, dopo aver proditoriamente attaccato l’ex segretario comunale naturalmente in sua assenza, dopo infinite
volgarità, menzogne, colpi bassi, se la prenda finalmente con il vero responsabile di tutto quello che a lui non va giù.

Di nome fa Giancarlo, di cognome Porta.

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