MACHERIO, NON CAMBIA NULLA?

Sul numero de “il Paese” del gennaio 1990 (nr 1 dell'anno 10) c'è l'articolo di fondo del fondatore e direttore (di allora) Franco Verga, dal titolo: “Marcanagg i politegh secca ball”. Lo riportiamo oggi visto il contenuto di stretta attualità che ancora, purtroppo, riveste alla luce sia delle miserie dei partiti nazionali (o padani) che di quelle dell'attuale maggioranza.

Marcanagg i politegh secca ball
Chiarito che “marcanagg” sta per malannaggia, maledizione, il senso del verso del grande Carlo Porta risulta chiarissimo. Da cosa si coglie la genialità? Dal fatto che centosettantanni dopo una imprecazione così netta sia più che mai attuale.

E' vero che poi quasi tutti vanno ugualmente a votare, ma con che scarso entusiasmo! Del resto, cosa si pretende? Basta sfogliare un giornale qualsiasi di un giorno qualsiasi. Nelle pagine politiche, le parole assolutamente più frequenti, a proposito del rapporto cittadini/politica, sono: distacco, indifferenza, frattura, rottura, isolamento, incomunicabilità, lontananza, amoralità, Palazzo. 
Quando va bene. Perché spesso va pure male; e allora: tangenti, bustarelle, sfascio, denuncia, immoralità.

L'analisi del rapporto guastato tra amministratori e amministrati è oggetto continuo di articoli, libri, convegni, omelie cardinalizie. Si è giunti al limite che per l'appunto un cardinale invitasse, poco tempo fa, a votare (il cosiddetto partito dei cattolici) nonostante la “ripugnanza” che si potrebbe legittimamente provare. Una politica che ripugna: non male, potrebbe anche questa averla detta Carlo Porta ambrosiano invece che il cardinal Poletti romano.

Ma perché? Bisognerà bene cercare il perché, se non ci si vuole limitare all'imprecazione e/o alla rassegnazione. Perché? Guardiamoci attorno, senza parlare sempre di quelli di Roma o di Palermo.
Pensiamoci bene: quanti a Macherio conoscerebbero le cose di Macherio, se non fosse, perdonate l'immodestia, per “Il Paese, che sbaglierà qualche volta, qualche volta esagererà, certamente non riesce a dire tutto e tutto con obiettività, ma almeno, per la miseria, ci prova a informare e un collegamento tra i Macheriesi e Macherio lo tiene.

Ma ci rendiamo conto che a lasciar fare le persone e i partiti che amministrano Macherio, i cittadini neppure avrebbero saputo che si poteva comprare il Parco Visconti? Lasciamo stare adesso se era giusto o sbagliato comprarlo: ma i Macheriesi non contano nulla per non essere né informati né interpellati?

Marcanagg, allora, quei politicanti che, una volta eletti, si dimenticano di chi li ha eletti e ritengono di avere in mano una cambiale in bianco: da riempire come e quando a loro fa comodo.

E così sui problemi più grossi e quelli più minuti ma non per questo non importanti. Per avere idee chiare sulla SIR, sulla sua vera o presunta pericolosità, sui suoi progetti futuri di vera o presunta espansione, si è dovuto chiedere e richiedere, come se fosse una curiosità malsana.
Per decidere su un centro sportivo di dieci miliardi, ci si degna di indire uno straccio di assemblea a decisioni già prese, solo per “comunicare”, non per confrontarsi.

Marcanagg, allora, quegli amministratori che non sentono il dovere, non oso dire l'esigenza (non esageriamo), di discutere le loro opinioni con la gente comune, come se la gente comune fosse solo massa di manovra elettorale.

E speriamo che questa volta nessuno si offenda: si sta parlando di atteggiamenti amministrativi, non di corna; nel caso, comunque, se la prendano con Carlo Porta e con il cardinal Poletti.

Franco Verga

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